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“Trappole di carta” di Sandro Dettori

Dalla quarta di copertina

Ted Achab trascorre le giornate tra la biblioteca dove fa il custode e un modesto appartamento alla periferia di New York. Con la speranza di dare un corso diverso alla propria vita e diventare uno scrittore di successo, scrive un romanzo sulla condizione degli homeless, i diseredati che in molte città americane ne popolano le periferie. Come in una favola, il suo libro incontra il favore di un’importante casa editrice che lo pubblica e lo promuove con un’insolita e grandiosa campagna pubblicitaria. Dopo breve tempo, però, Ted comprende che i disegni del potente editore nascondono affari poco chiari e che anche altri personaggi di contorno perseguono scopi diversi e non tutti leciti. Il giovane, che per primo aveva mentito sulla genesi del proprio lavoro, giorno dopo giorno si ritrova coinvolto in un intrigo che, oltre a minare il rapporto con la moglie che ama, lo vede incriminato per omicidio, un’accusa dalla quale gli sarà difficile difendersi. Una parabola, la sua, che lo farà riflettere sulle trappole nelle quali può cadere chi cerca il successo.

Recensione

Un thriller ambientato a New York, nel mondo dell’editoria. Ted Achab è un giovane scrittore spiantato ma, dopo mesi e mesi di attesa e di frustrazione, ha finalmente coronato il suo più grande sogno: una grande casa editrice ha deciso di pubblicare il suo manoscritto “Homeless”. Dopo poco, Ted però inizia a intuire che il suo editore ha in mente progetti poco chiari e lui stesso diventa vittima di quella macchinazione.

Immaginate un vicolo cieco e claustrofobico: è lì che conduce la lettura di Trappole di carta, romanzo che offre lo spaccato di una zona grigia votata all’etica del guadagno, perseguito mantenendo una immagine pubblica di integrità morale. Attraverso un plot sempre serrato che non concede cali di tensione, Sandro Dettori ha saputo costruire un romanzo equilibrato che non indugia e che corre spedito verso un finale degno di un enigmista e che, al contempo, rivela la triste verità di un sistema corrotto. Tensione alta, intreccio ben congegnato, ritmo incalzante, colpi di scena ben gestiti, personaggi credibili. Trappole di carta ha tutti i requisiti che deve possedere un thriller per essere definito tale.