La logica della lampara

Una telefonata anonima avverte il vice questore, Vanina Guarasi, che nella zona di Via dei Villini a Mare, località marinara vicinissima a Catania si è verificato un delitto:

– Con chi parlo?-

– Non posso dirglielo- Altra pausa- Dottoressa Guarrasi, mi deve ascoltare: sono sicura che stanotte è stata uccisa una ragazza.

In un primo monto la telefonata, come quasi tutte le telefonate di questo genere, viene presa sottogamba.

  • A mmia mi pare ‘na minchiata- disse Fragapane.

Ma un’altra notizia rimette in scena la questione. È stato visto un uomo che nella stessa zona trascinava una grossa valigia e la gettava tra gli scogli.

Una seconda telefonata anonima, fatta sempre dalla stessa persona, e altri fatti collaterali, spingono a questo punto la Guarrasi a intraprendere un’indagine che subito si presenta delicata anche per il coinvolgimento nel caso di persone molto in vista nell’ambiente catanese.

 La vice questore però, coadiuvata dalla sua squadra, alla fine verrà a capo anche di questo caso, non senza avvalersi dei preziosi consigli e dell’esperienza del commissario in pensione Biagio Patanè, che lontano dalla mobile di Catania non ci sa stare.

Il commissario Patanè si affacciò nell’ufficio del vice questore[…] Era tornato quello di sempre.

  • Buongiorno a tutti!-

Ma se le brillanti capacità investigative  permettono a Vanina Guarrasi di risolvere sempre e brillantemente i casi che le vengono assegnati,  non lo stesso si può dire della sua incasinata vita privata. Perciò, quando crede di avere raggiunto un nuovo equilibrio emotivo a Catania, anche grazie alle nuove amicizie acquisite, quali quelle del medico legale, Adriano Calì, dell’avvocato Maria Giulia De Rosa e della sua padrona di casa, la signora Bettina, ecco che un qualcosa rimette tutto in discussione. E allora la vediamo correre in macchina sull’autostrada Catania-Palermo per arrivare a casa, dove richiede la sua presenza la nuova famiglia che la madre ha costruito, dopo la morte del marito, con il professore Federico Calderaro e la relazione tormentata col magistrato Paolo Malfitano.

In fin dei conti Vanina non è una supereroina, ma una donna come le tante dei nostri giorni, con le sue paranoie, le sue debolezze, i suoi momenti di cedimento ed è per questo mostrarsi così debolmente umana, che piace ai suoi lettori.

Ma la logica della lampara cosa ha a che vedere con tutto questo?

  • E che ci trase ora  la lampara?-

Tammaro s’infervorò.- la pesca con la lampara ha una logica precisa. Si accende la luce, non si fa rumore, si sta fermi il più possibile e nel frattempo si armano le reti. Prima o poi anche i pesci nascosti vengono a galla.

A quel punto non possono scapparti più.-

Vanina pensò che era l’immagine perfetta per descrivere quel caso.

Per saperne di più non rimane che leggere questo giallo del 2019 di Cristina Cassar Scalia, il secondo della serie delle avventure di Vanina Guarrasi, in cui la scrittrice conferma il giudizio positivo ottenuto  con  “Sabbia nera”.

A suo favore  diversi colpi di scena, (tre addirittura);  una scrittura che riesce in giusta misura a inframmezzare un italiano scorrevole e curato con le cadenze e i ritmi della lingua siciliana, ottenendo un risultato gradevole per ogni tipo di lettore.

  • Oggi Finuzza s’arrusbigghiò bene!- commentò Spanò.
  • Si fece due turni di notte consecutivi per fare un piacere a una collega, e oggi ci attocca il riposo compensativo. Ma siccome con le mani in mano non ci sa stare, si susì presto e mi preparò il pranzo.

Un’ambientazione meticolosa delle due città siciliane nelle quali si sviluppa la vicenda, con particolare attenzione per Catania, di cui la scrittrice lascia intravvedere  anche le atmosfere, la mentalità delle vecchie e delle nuove generazioni e il modo di vivere della sua gente.

Il traffico sul lungomare era scorrevole come può esserlo solo alle nove e mezzo di un giorno feriale, in autunno inoltrato, quando qualunque “valia” di raggiungere la Scogliera ha abbandonato del tutto le fantasie dei catanesi. Gli stabilimenti balneari, salvo qualche eccezione, erano chiusi. La pista ciclabile, quasi del tutto libera, ad ogni rallentamento veniva invasa dal furbetto scooterista di turno. Sul marciapiede lato mare, qualche stacanovista della corsa in tenuta da maratoneta sfidava il sole novembrino, che in quella mattina di cielo terso rasentava l’indice Uv di fine luglio. Soli i bar sulla sinistra parevano non aver subito alcuna decelerazione, ed esibivano ancora una discreta clientela.

“La prof.” Maria Lucia Martinez