Come e perché scelgo un libro?
1) Copertina (lo so, non si giudica dalle apparenze)
2) Titolo (la sintesi è tutto)
3) Incipit (chi ben comincia…)
Con i luoghi comuni ho concluso, giuro.
A dire la verità ho scelto questo libro per il titolo. Perché io per le mamme ho un debole e a 43 anni ancora non mi decido a tagliare il cordone ombelicale.
Ma si sa, il cancro è fatto così.
È un po’ mammone.
Ma qui, in questo libro, il gioco si fa duro, perché la madre di Elena, la protagonista, è sì madre, ma è anche Medusa.
Allora Elena prende per mano il lettore, a volte lo culla altre lo prende a schiaffi, e si racconta: prima è bambina, poi adolescente, infine una giovane donna.
Ma non in questo preciso ordine.
Perché l’autrice gioca a scacchi con il tempo della narrazione intrecciando abilmente il presente con continui flashback.
Ma, a poco a poco, scorrendo le pagine, le sottili trame psicologiche si ricompongono, prendono forma e il lettore, insieme a Elena, avrà chiara la verità…
Holden Caufield diceva che quelli che ti lasciano senza fiato, sono i libri che quando li hai finiti, vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono.
Adesso io vorrei comporre il numero di Maria Laura Caroniti e chiederle come sta Elena, se va tutto bene, perché ho chiuso il libro, ma non riesco a smettere di pensare a lei.
“Una madre si ascolta: è necessità, biologia, fede liquida”.
(Madre Medusa, pag. 114)
Maria Elisa Aloisi