Oggi voglio parlarvi di un disturbo molto frequente, spesso sottovalutato e ancora più spesso gestito malissimo: sto parlando delle affezioni dell’apparato urogenitale, con particolare riferimento ai pazienti di sesso femminile.
Le patologie che riguardano l’apparato urogenitale sono molto diffuse, spesso recidivanti, a causa della cattiva gestione da parte del paziente, che sovente sottovaluta il problema, salvo poi ricordarsene al momento della comparsa della sintomatologia.
Cerchiamo quindi di capirne l’eziologia e come agire, sia in acuto che in prevenzione.
Le affezioni delle vie urinarie e dell’apparato genitale sono provocate dall’alterazione della microflora residente a livello sia locale che intestinale. L’alterazione della composizione del microbiota, ovvero della popolazione microbatterica residente nel nostro organismo e che agisce sostenendo l’attività del sistema immunitario, è nota come disbiosi e può essere causata da diversi fattori, tra cui:
- L’uso e l’abuso di farmaci, soprattutto antibiotici, ma anche cortisonici, pillola anticoncezionale, lassativi;
- Stress;
- Comportamenti e stili di vita non idonei;
- Alimentazione scorretta.
A livello locale la flora residente è composta prevalentemente da Lactobacillus acidophilus, ma sono presenti anche altri microorganismi, sia batteri (es. Gardnerella e Klebsiella) che lieviti e miceti, tra cui la Candida. In condizioni di eubiosi, cioè quando la composizione della flora locale è corretta, la flora residente è in grado di contrastare l’attacco di microorganismi patogeni; in condizioni di disbiosi, invece, l’azione del Lactobacillus acidophilus, da cui dipende anche il mantenimento del pH locale tra 4.5 e 5, non è più sufficiente e quindi si andrà incontro a manifestazioni patologiche, sia a livello locale che a livello sistemico.
A livello locale, le manifestazioni più frequenti sono le vaginiti e le vulvovaginiti, sia di origine batterica che di origine micotica. Quelle di origine batterica sono sostenute da batteri normalmente residenti a livello locale, quindi Gardnerella e Klebsiella, che però, in condizioni di disbiosi, prevaricano e danno manifestazione patologica, oppure da batteri che migrano da altri distretti corporei, come il serbatoio fecale, data la contiguità anatomica tra l’intestino e l’apparato urogenitale femminile.
Per quanto riguarda le affezioni sostenute da miceti, invece, di certo la più comune e anche più fastidiosa è la candidiosi, causata per lo più dalla Candida albicans.
Le manifestazioni locali delle affezioni dell’apparato urogenitale sono facilmente identificabili: riguardano la produzione di un secreto lattiginoso e maleodorante, associato a prurito, bruciore e dolore nella donna, mentre nell’uomo si manifestano con comparsa di chiazze biancastre a livello del prepuzio e del glande, anche queste associate a prurito.
In realtà la Candida è in grado anche di minare l’integrità della membrana intestinale: le sue ramificazioni (ife) si fanno spazio tra gli enterociti, dando origine alla cosiddetta sindrome dell’intestino a colabrodo, da cui dipende il passaggio nel torrente circolatorio di patogeni, tossine e alimenti non digeriti.
Questo è il motivo per cui si possono avere manifestazioni a livello di altri distretti: ad esempio, a livello cutaneo, con la comparsa di acne o micosi della pelle e delle unghie, gastrointestinale con iperacidità gastrica, crampi addominali, stipsi o diarrea, o a livello centrale, dove si manifesta con irrequietezza o al contrario sonnolenza e spossatezza.
Come intervenire?
Bella domanda, ma, per non rischiare di mettere troppa carne al fuoco, direi che mi fermo qui e continuiamo a parlarne la prossima settimana.
#prendetevicuradivoi
Dr.ssa Claudia Cocuzza