La tosse: malattia o sintomo?

Alzi la mano chi, di questi tempi, non volti atterrito lo sguardo verso il vicino cui sventuratamente scappi un colpetto di tosse.

Allora oggi parleremo della tosse, che, se ci pensiamo bene, non è una novità della stagione invernale 2020/21 ma ha sempre accompagnato le influenze e i raffreddori dell’Uomo, se ci riferiamo alla tosse acuta. La tosse infatti può anche essere cronica, cioè non legata a fattori stagionali ma risultare continua e persistente per tutto l’anno.

Cominciamo con il presentarla.

La tosse non è di per sé una malattia, ma un meccanismo di difesa che le nostre vie respiratorie attivano quando vengono sollecitate da stimoli di diversa natura, ad esempio meccanici (inalazione di polvere, compressione o trazione), chimici (es. smog, fumo di sigaretta), termici (inspirazione di aria molto fredda o molto calda), infiammatori (es. ulcera gastrica) o anche psichici (situazioni che creano ansia o stress).

Tutti questi fattori possono provocare un’alterazione del normale funzionamento del sistema mucociliare: il nostro apparato respiratorio è infatti fisiologicamente umettato da uno strato di muco prodotto dalle cellule mucipare, il cui compito è quello di mantenere il corretto grado di idratazione locale ma anche quello di intrappolare agenti esterni che introduciamo tramite l’aria, così da impedire che, avanzando, raggiungano gli alveoli polmonari. Questo muco viene poi rimosso grazie all’azione delle ciglia vibratili che rivestono l’epitelio delle vie aeree.

Quando la mucosa è infiammata si sommano due eventi che sfociano nella manifestazione della tosse: aumenta la produzione di muco e la motilità ciliare è compromessa, quindi il muco prodotto non viene efficacemente espulso.

La tosse acuta è caratteristica delle sindromi influenzali e di quelle da raffreddamento, a cui spesso si associano infezioni delle prime vie respiratorie, e si risolve generalmente entro tre settimane, se opportunamente trattata. Può tuttavia essere il sintomo di altre patologie più severe, quali polmonite o scompenso cardiaco, ma in questi casi è associata ad altri sintomi.

La tosse cronica invece è legata a broncopatie ostruttive o infettive, ma anche a stati asmatici, a reflusso gastroesofageo, all’uso di particolari categorie di farmaci, tra cui alcune classi di antiipertensivi.

Approfondiamo adesso cosa si intende per “opportunamente trattata”.

Quello che più frequentemente mi chiedono i pazienti al banco è un sedativo per la tosse perché non riescono a riposare: in genere lo sconsiglio, a meno che non siano stati a farsi auscultare petto e spalle dal medico e sia stato lui a prescriverlo. Il motivo è che capita spesso che quella che inizialmente si presenta come tosse secca (pizzico in gola, sensazione di raschiamento, raucedine) sia in realtà una tosse grassa che non si è ancora espressa. Mi spiego meglio: potrebbe essere il sintomo di un’infezione microbica in uno stadio iniziale per cui, se lasciamo alla tosse il tempo di manifestarsi, evolverà sicuramente da secca a grassa, ma, se usiamo un sedativo, la bloccheremo con il rischio di fermare il muco infetto all’interno dell’apparato respiratorio e provocare una patologia infettiva ben più seria.

La tosse quindi non è un sintomo da sottovalutare ed è sempre bene farsi visitare per comprenderne l‘origine e la natura.

Possiamo fare qualcosa, oltre a ricorrere consapevolmente ai farmaci, per alleviare la sintomatologia?

Ma certo! Possiamo:

  • in inverno, evitare gli sbalzi di temperatura, con il passaggio repentino da interni (generalmente molto riscaldati) all’esterno;
  • mantenere il tasso di umidità degli ambienti interni intorno al 50-60%, in quanto l’aria secca stimola la tosse;
  • evitare di fumare (quello sempre) o soggiornare in spazi chiusi in cui si fuma;
  • favorire il riposo notturno dormendo su un fianco e mantenendo il busto leggermente rialzato.

Inoltre, quando abbiamo la tosse dobbiamo:

  • fare ancora più attenzione a idratarci correttamente in modo da fluidificare il muco e favorirne l’espulsione (acqua, tisane, decotti);
  • evitare il consumo di latte e derivati, perché partecipano al metabolismo di mediatori dell’infiammazione che a loro volta stimolano la produzione di muco;
  • abolire cibi molto speziati, bevande fredde e caffè, in quanto irritanti per la mucosa delle vie aeree.

Ricordiamoci poi che, anche per alleviare la sintomatologia della tosse, possiamo contare sull’aiuto di piante amiche.

Le foglie di Castagno (Castanea sativa) sono ricche di tannini e possiedono una forte azione antiossidante e protettiva della mucosa irritata.

I fiori di Papavero selvatico (Papaver rhoeas) contengono mucillagini e readina, dalle proprietà calmanti e lenitive.

I fiori di Lavanda (Lavanda officinalis) invece sono ricchissimi di oli essenziali e, tra le molteplici applicazioni, trovano impiego anche per il trattamento della tosse secca di origine nervosa, proprio in virtù della loro azione rilassante.

Le sommità fiorite dell’Elicriso (Helichrysum italicum) presentano una buona concentrazione di oli essenziali e flavonoidi che gli consentono di espletare un’azione antispasmodica ed espettorante.

L’estratto di semi di Pompelmo (Citrus x paradisi) è ricco di polifenoli ad azione antimicrobica ad ampio spettro, efficace verso i principali patogeni responsabili delle infezioni delle prime vie respiratorie che possono approfittare degli accumuli di muco e catarro per proliferare.

In commercio si trovano preparati sotto forma di sciroppo, pastiglie ma anche tisane e infusi che contengono svariate associazioni tra diversi di questi estratti naturali.

Infine, ricordiamoci di porre massima attenzione alla tosse dei bambini, soprattutto se di età inferiore ai due anni: evitiamo le cure fai-da-te perché il sistema ciliare a quell’età non risponde allo stesso modo di quello di un bimbo più grande o di un adulto, quindi il rischio è che il muco fluidificato si accumuli e il bambino non riesca a espellerlo, causandone il soffocamento.

Dr.ssa Clauda Cocuzza