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Sintomi e trattamento della malattia venosa cronica (MCV)

Sapete quali sono i farmaci e gli integratori più venduti da maggio a settembre? I sali minerali e i venotonici, cioè quei medicamenti che agiscono sulla parete delle vene aumentandone l’elasticità e favorendo il ritorno venoso.

Bene, starete pensando che siamo sotto Natale e che stia facendo confusione con le stagioni.

“Poveretta, sarà tanto stanca! Meno male che da oggi inizia la sua settimana di ferie”. Vi sento, sapete?

No, non sono andata in tilt, c’è un motivo per cui voglio parlarvi adesso di gambe pesanti, varici, formicolii

&co.: perché quando inizia a fare caldo e venite a lamentarvi che al posto degli arti inferiori vi ritrovate due zavorre è già troppo tardi.

Non voglio innescare una reazione generalizzata di panico (quella ve la procurerò quando affronteremo il discorso detox, dopo le feste, durante le quali avrete ingurgitato il commestibile e il non commestibile e usato come digestivo l’olio lubrificante del trattore del nonno) ma solo informarvi che i disturbi alle gambe che avvertite con l’aumentare delle temperature non sono associati al caldo, semplicemente peggiorano con il caldo, ma sono lì anche in inverno e, se non li prendiamo per tempo, degenereranno fino a provocare a lungo andare un progressivo peggioramento della qualità della vita o divenire addirittura invalidanti.

La malattia venosa è riconosciuta come una patologia cronica su base infiammatoria in cui i processi di stasi venosa, ossia il ristagno di sangue all’interno delle vene degli arti inferiori, e di infiammazione delle pareti di questi vasi si rincorrono sfociando in un circolo vizioso: il sangue non riesce a ritornare correttamente dalle estremità verso il cuore, provoca lo sfiancamento delle valvole poste a livello delle vene che lo contengono, il reflusso del sangue venoso si aggrava, le valvole e le pareti venose vanno incontro a dilatazione e infiammazione, con attivazione dei mediatori proinfiammatori, aumento della permeabilità capillare, accumulo di liquidi e formazione di edema. Ecco, avete presente quando dal ginocchio in giù vi ritrovate una zampogna al posto della gamba? Quello è l’edema ed è già tardi per intervenire.

Attenzione, “tardi” non significa che non c’è più niente da fare, ma solo che, se non vi foste trascurati, non sareste arrivati a questo punto.

Chi soffre di MVC? Tutti possono esserne colpiti, trasversalmente: uomini e donne, giovani e anziani, con sintomatologie differenti. Le donne lamentano più frequentemente pesantezza e dolorabilità mentre gli uomini gonfiore e crampi; negli anziani il sintomo più manifestato è quello delle cosiddette “gambe senza riposo”, cioè sensazione di stanchezza, formicolio e dolore anche da sdraiati.

Cosa fare? Intanto attenzionare i sintomi, anche quelli lievi, che non sono banali ma sono campanelli d’allarme di una situazione che può solo degenerare. Inoltre è bene valutare la presenza di eventuali fattori di rischio:

  • Predisposizione genetica;
  • Sovrappeso e obesità: questo perché non solo, come è intuitivo, il peso che trasportiamo grava (nel senso proprio di applicazione della forza gravitazionale) sulle nostre gambe, ma anche perché il tessuto adiposo è un fattore proinfiammatorio, che può innescare o aggravare una condizione patologica di natura infiammatoria come lo è la MVC;
  • Terapia ormonale (es. pillola anticoncezionale);
  • Posizione prevalente durante la giornata: sia l’ortostasi, cioè rimanere fermi all’ piedi per tanto tempo, che la sedentarietà danneggiano il nostro sistema vascolare. Qualora il nostro lavoro ci costringa a mantenere una di queste due posizioni per periodi prolungati, ricordiamoci di muovere le gambe almeno ogni venti minuti, facendo anche qualche passetto se possibile.
  • Esposizione a fumo di sigaretta/inquinamento atmosferico;
  • Stipsi cronica, in quanto ostacola il corretto ritorno venoso verso l’alto;
  • Uso frequente di scarpe con tacchi alti.

Valutati i possibili fattori di rischio e presa consapevolezza dell’esistenza del problema, sebbene in fase iniziale, rivolgiamoci al medico o al farmacista. Esistono diverse possibilità di intervento, in funzione dello stadio della patologia, dall’uso di farmaci venotropici da abbinare a creme o gel che danno una sensazione di freschezza e sollievo o all’uso di calze a compressione graduata fino alle situazioni più gravi, in cui bisogna ricorrere al chirurgo.

Il mio consiglio da farmacista olistico è, come sempre, quello di non trascurare i sintomi e di curare tutti gli aspetti della questione, che non riguarda solo la circolazione periferica ma lo stato di salute generale. Quindi adottiamo uno stile di sano, dedicando la giusta attenzione al nostro corpo e al nostro benessere psicofisico, e mangiamo come ci ha insegnato Ippocrate, facendo del cibo la nostra prima medicina.

In questo caso privilegiamo le vitamine del gruppo B, la cui carenza è associata a un incremento dei livelli di omocisteina, una molecola citotossica che è in grado di indurre danno vascolare e favorire l’insorgenza di trombi; le troviamo in cereali integrali, legumi, tuorlo d’uovo, verdure a foglia verde, carne rossa, pesce e funghi.

Importanti sono gli antiossidanti perché prevengono e contrastano i danni provocati dai radicali liberi: parliamo di Vitamina A eβ-carotene, che troviamo in uova, broccoli, patate, vegetali a foglia verde e ortaggi e frutta di colore arancione, e delle Vitamine C ed E, dove la C svolge anche una funzione riparatrice in quanto partecipa al processo di formazione del collagene, componente del tessuto connettivo e quindi funzionale alla stabilità della struttura della parete vascolare.

La Vitamina C la troviamo in frutta e verdure fresche quali agrumi, kiwi, mele, fragole, pomodori, peperoni verdi e lattuga; la Vitamina E negli oli vegetali, nei cereali integrali, nelle verdure a foglia verde scuro, nei semi oleaginosi e nelle noci.

Da integrare assolutamente gli acidi grassi Ω3, per la loro azione antiossidante e per la capacità di interferire con i processi infiammatori, e le fibre e i probiotici, per regolare il transito intestinale e riequilibrare la flora batterica locale, in quanto la stipsi cronica è, come abbiamo visto, uno dei fattori di rischio.

Una manifestazione patologica legata strettamente alla MVC è la sindrome emorroidaria, ma di questo, se vi va, ne parliamo un’altra volta.

Dal mio angolino è tutto. Alla prossima settimana!

Dr.ssa Claudia Cocuzza