Sono una divoratrice Seriale. Dove per Seriale s’intendono le serie TV. Ovvio!
Lo ero già prima che fosse coniata l’espressione binge watching per definire il guardare consecutivamente più puntate di una stessa serie.
Lo ero quando ancora esisteva l’attesa della puntata successiva, quando ancora non esisteva internet e stavi un intero giorno in sospeso per vedere “Beverly Hills 90210“, o “Dawson Creek” nelle prime visioni assolute e quindi ancora non si sapeva la trama. Ed un giorno era il minimo.
Si aspettava addirittura una settimana intera in attesa di sapere se l’operazione al cuore di Tizio, ricoverato dopo un mega incidente in autostrada, era andata a buon fine. E no, non sto parlando di “Grey’s Anatomy“, ma del mitico “E.R. medici in prima linea“, solitamente trasmesso di lunedì, tanto per farti iniziare la settimana con il fiato sospeso.
Nell’era pre-internet i telefilm venivano usufruiti da noi telespettatori in determinate fasce orarie, suddivisi precisamente a seconda dall’età e della tipologia di telefilm, comedy, drama, thriller, e andavano in onda accompagnandoci in alcune parti della giornata.
Solitamente le commedie famigliari venivano, e vengono trasmesse tutt’ora, in fasce in cui la gente si riunisce a tavola, preferibilmente a cena.
Va da sé che mi son sbafata, oltre che i pasti, innumerevoli serie comedy, soprattutto negli anni ’90, e che riguardo volentieri tutt’oggi. Le serie comedy son sempre le migliori quando si ha voglia di rilassarsi e far due risate. Son quelle che ti accompagnano ogni giorno, come fosse un appuntamento irrinunciabile con un tuo amico, o con la famiglia.
Ma vi siete mai accorti che nelle serie TV americane ci sono sempre gli stessi immancabili corsi e ricorsi?
Prendiamo Halloween ad esempio, visto che siamo in periodo: non esiste una serie TV in cui non ci sia almeno una puntata con Halloween. Vi sfido a trovarmela!
Per non parlare della “triade delle ricorrenze americane” come mi piace definirla: Halloween, ringraziamento e Natale. Immancabili!
(Capodanno, con la solita drammatica scena del “chi bacio a mezzanotte” lo risparmio dalla triade, non c’è sempre, ma si piazza ben in alto in classifica!)
Essendo poi l’America ampia e variegata, anche a livello climatico, è sempre curioso e divertente vedere come, i telefilm ambientati nella costa est, di solito tra New York-Chicago-Boston siano sempre registrati in inverno, mentre quelli ambientati nella costa ovest tra San Francisco-Los Angeles invece siano registrati sempre in estate, ed anche un “Buon Natale” è festeggiato in maniche corte, che invidia!
Un po’ viene voglia di andar a verificare se a Los Angeles a Natale si festeggi in maniche corte!
Un’altra cosa che torna spesso, è una cosa che io non riesco proprio a sopportare, ma sembra che gli americani non ne possano proprio farne a meno, sempre lì, studiata per esibire le loro doti canore e di ballo. Sembra immancabile anche questa, e quando la ritrovo penso, “Oh no, anche qui!”.
Ci siete arrivati? Sto parlando della puntata “Musical”.
Come dimenticare, un trauma, la puntata di “Grey’s Anatomy” in cui, in un momento drammaticissimo della storia, si spengono le luci, si accende quel maledetto faro a occhio di bue sul protagonista, musica di sottofondo e, SBAM, tutti cantano, letti di ospedale che danzano nei corridoi, infermieri che si lanciano in jeté improbabili tra una stanza ed un’altra…
Vorrei vederla una cosa simile nella vita reale!
Ricorrenti sono anche le puntate che viaggiano nel tempo.
La puntata ambientata in un periodo storico, con i personaggi della serie che si trovano ad affrontare gli stessi problemi ma nell’epoca diversa, solitamente negli anni ’20 o negli anni ’50.
La puntata ambientata nel futuro, in cui si fanno le capriole per fantasticare di come sarebbe la vita se… o la puntata flashback. Questa solitamente c’è sempre quando la serie raggiunge un numero spropositato di stagioni, tale da portarci indietro nel tempo a vedere “come son cresciuti”.
Se poi sono serie TV ambientate in famiglia, gli eventi che tendono sempre a far da caposaldo a grandi cambiamenti, sia nei personaggi che nella serie, sono il famigerato “ballo di fine anno”, la celebrazione dei diplomi e la scelta del college.
D’altronde narrano vicende famigliari e familiari alla vita di tutti i giorni, forse anche per quello che continuiamo a guardarle e a reincontrarle come fosse, ancora a distanza di anni, quel vecchio amico con cui uscivi e un po’ sei cresciuto.
Quell’amico che ti accompagna in queste fasi della vita e che ti fa da specchio alla vita di tutti.
Non ho ancora trovato quell’amico, nella realtà, che si mette a cantare in mezzo alla strada dopo che un ladro lo ha derubato!
Ma fortunatamente certe cose succedono solo nei telefilm, no?
Alessandra Collodel