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La melagrana, solo apparenza?

Al calare di agosto, quando il calore si fa più intenso poco prima di lasciar spazio all’autunno e all’assopimento della terra, è il momento in cui iniziano a comparire le prime melagrane, quei frutti dal colore rosso sangue, sferici, che inevitabilmente richiamano il mito di Persefone e del suo rapimento.

Pare che la dea si sia cibata di sei chicchi del frutto infero e che questo l’abbia legata indissolubilmente all’Ade, nonché al Re che ivi governa, costringendola a sei mesi di assenza dal territorio materno, la terra nella sua superficie, dove la natura in sua attesa si addormenta e rinasce quando la Regina degli Inferi si palesa per i sei mesi estivi.

La melagrana all’esterno può sembrare poco invitante, come la terra che si fa brulla e morta, della quale è figlia, ma al suo interno vi sono gemme piccole e succose, scintillanti come i tesori che Plutone, la controparte romana di Ade – più legata alla profondità della terra che alla morte – custodisce nel suo regno nascosto.

È figlia di un regno addormentato, che via via diventa quasi sterile ma dove governa la Primavera e pertanto è solo un’impressione che non vi sia vita, né fertilità.

Al frutto tuttavia, in un periodo in cui gli antichi miti erano visti principalmente come il vaneggiamento di folli e non vi era un diffuso interesse nel leggervi allegorie, è stato affibbiato il significato di “fatuità”, poiché appare grande, quasi presuntuoso, e poi si rivela frammentato, poco incline a soddisfare una fame vorace e più adatto a essere contemplato e assaporato con la lentezza di chi è già pieno; era visto quasi come malizioso, tanto gonfio fuori quanto “povero” dentro, uno specchietto per le allodole, come un patto col diavolo, come la mela di Adamo ed Eva o il dipinto di Dorian Gray.

Oggi sono altri i significati che gli si attribuiscono, soprattutto grazie ai miti ritrovati, e tra i più frequenti c’è quello che lo lega alla fertilità, perché la melagrana ormai è simbolo della Divina Persefone, la Primavera personificata, ma è anche legato a tutto ciò che è nascosto e da scoprire, come il proprio più profondo essere, come le pietre preziose dell’Ade.

La melagrana è un frutto regale, che richiede pazienza ed è controverso quanto i miti cui è connesso, quanto il mistero che circonda l’esistenza e non per ultimo richiama la vita in sé e per sé, perché quando lo si apre ricorda un cuore pulsante.

Il cuore della terra, il cuore dell’Ade.

Silvia Costanza Maglio