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Quando le ombre si allungano

Come una coperta calda che fa del freddo una cosa bella, così scende la sera dopo una giornata di lavoro. Amo la sera, quando la luce si fa meno luce e il cielo da azzurro diventa sempre più blu fino ad avvolgersi in una sorta di velo grigio che fa da apripista al nero della notte che verrà.

Quella stella che per prima viene a vedere cosa succede da noi e poi chiama tutte le altre a godersi lo spettacolo lontano milioni di chilometri è il segno del riposo che si avvicina. L’asfalto corre sotto la macchina, sempre più scuro fino a diventare “optical” un continuum di bianco / nero / bianco / nero / bianco. È il ritmo della vita, quello della strada di casa.

Intorno decine di macchine e ognuna ha il suo pilota con lo sguardo fisso, vuoto, inespressivo ma la mente è viva e guarda quella coperta calda che, lentamente, si trasformerà nell’abbraccio più bello dopo quello dei figli e a volte anche della moglie o del marito: il delicato abbraccio del letto.

La sera è come un tranquillo volo planato

Il nero ha infine preso il suo spazio con miliardi di soli a renderlo meno scuro, il momento è arrivato: materasso, lenzuola, cuscino e coperta per la felicità di muscoli e mente. Finalmente tutto si calma, rallenta, si ammorbidisce e il sonno ci sorprende lanciandoci in quello spazio infinito che sono i sogni.

Ma la notte chiede quasi sempre un pedaggio, la notte chiude una parte della nostra mente ma apre i lucchetti e le serrature che abbiamo messo per proteggerci dai “mostri” del vivere quotidiano: il futuro dei figli, tasse, balzelli, spese e angosce varie. Bella la notte, cattiva la notte!

Eppure il sonno arriva e la marea diventa debole risacca, ti coccola e s’avvolge tutto intorno. Respiro più pesante, ritmico, lento e costante: la mente è libera e si apre il mondo onirico enorme e senza confini. Tutto l’universo cambia e allo stesso tempo resta immutato e immutabile, viaggiamo appesi a uno strano dirigibile che segue la sua rotta senza alcun piano di volo. La meta? Solo l’arrivo del giorno potrà farcela conoscere, ma sarà soltanto l’ultima di infinite altre passate, oltrepassate e… dimenticate in braccio all’oblio del riposo.

Ma il giorno fa il suo dovere e pur cercando in tutti i modi di ricacciarlo da dove è venuto, ci sorprende e ci scuote. Il dirigibile getta gli ormeggi e attracca al molo della realtà. E in quel più o meno breve istante tra il sonno e la veglia la notte riscuote il pedaggio: infiniti pensieri reali, concreti alcuni forse anche disperati si accalcano sovrastandosi a vicenda. E in tutto questo compare “madonna realtà”, terribile. Ma affascinante. È la vita che ci fa ricordare ciò che siamo e molto spesso ciò che avremmo voluto essere, mettendoci forse un po’ troppo spesso di fronte ai nostri fallimenti.

La coperta della sera si riavvolge e si mette comoda nell’armadio della prossima notte e il giorno si accomoda rumoroso e complesso, la banda dei pensieri prende il sopravvento con la sua musica assordante e non sempre gradita. Musica fatta di decreti, controdecreti, Natale sì Natale no, Natale forse. Oggi puoi uscire di casa, ma se resti dentro è meglio, insomma fai come ti pare. Piste di sci aperte ma alberghi, B&B, seconde case, pensioni e compagnia cantando chiusi.

Zona gialla, zona arancio, zona rossa: arancione su arancione no, arancione su giallo nemmeno a chiedere, rosso? Percaritàdiddio! Giallo su giallo?? Qui si può fare, sembra di sì purché non si debba attraversare una zona arancio o rossa.

Quicistannoprendendoperifondelli, è il pensiero dominante.

Eppure si prosegue, si vive, almeno finché la banca non chiude i rubinetti.

E si aspetta che la sera tiri fuori dall’armadio della notte la sua morbida coperta, i guerrieri sono stanchi e un urlo di rivolta fa vibrare lo stomaco. A occhi aperti si sogna una piazza gremita di gente, persone senza bandiere e senza colori politici. Rivolta di Popolo, con la maiuscola.

Ma la dolce mano della sera si poggia sulle nostre spalle e soffia il suo respiro caldo e profumato sul nostro fuoco, il tepore prende il sopravvento. E arriva l’ennesima notte.

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