La mente libera scopre lo stupore

Poco prima del periodo natalizio nel mio studio arriva un uomo che chiede di essere aiutato, dice di non riuscire a stare bene con se stesso, di non riuscire ad avere relazioni durature e soprattutto dice di essere “nauseato da se stesso“, di essere insoddisfatto in tutto. Avverto distintamente il suo disagio, parla in modo molto veloce, fa lunghe pause, appare molto agitato. Il suo sguardo è intelligente.

Dice di “sentirsi sempre in colpa”. Soprattutto quando è da solo il senso di angoscia lo attanaglia. Rifletto: cosa porta a nausearci di noi stessi? Accade quando in noi nascono progetti in cui vogliamo identificarci, anche se qualcosa in noi, più forte di noi, si oppone?


Sto leggendo un libro di Alain Bauer, in cui trovo le risposte alle mie riflessioni… “C’è qualcosa di veramente tuo che hai fatto almeno una volta nella vita?”.
Questo evento sincronico non avviene a caso e mi porta a pensare che ciò che può nausearci è un rapporto sbagliato con noi stessi, perché abbiamo fatto indigestione di tutte le cose inutili con cui riempiamo la nostra mente.


Se neghiamo la nostra natura, se non scopriamo la nostra tendenza più profonda, allora non siamo liberi, non siamo in salute, perdiamo la gioia di vivere e dopo un po’ avremo nausea di noi stessi e in qualche modo ci sentiamo estranei a noi stessi.


Allora penso a me: quante volte sono stata davvero me stessa, quante azioni ho compiuto che non dipendevano dalla mia storia, dalla mia famiglia, dalle circostanze, dalle cose che avevo imparato. Qualcosa che è nato liberamente dalla mia mente, qualcosa che ho fatto senza condizionamenti… a occhi chiusi.

Nella mia lunga storia di psicoterapeuta ho appreso che i momenti di crisi sono benedetti perché sono l’unica via che ci salva. I momenti di crisi, sono il segnale che qualcosa si sta opponendo, che sta reagendo ai progetti di vita che abitano dentro di noi. Quando le nostre idee continuano a fallire è segno che qualcosa dentro di noi resiste a diventare quel modello, quell’immagine che abbiamo di noi.


Facciamo una cosa, almeno una volta che sia nostra. Nostra nel senso di sorprenderci, di toglierci dalla mente i progetti che facciamo ogni giorno, in cui siamo sempre più o meno ingabbiati.

Spesso non ci rendiamo conto di avere la mente prigioniera di un’idea, di un pregiudizio: che qualcuno ci possa dare qualcosa che non abbiamo, qualcosa che non ci appartiene. Quando ci innamoriamo di noi stessi, conosciamo la libertà, allora il nostro “genio” nascosto ci può sorprendere e portarci là dove vogliamo andare e non dove ci portano le mode.


È importante sorprendersi, siamo veramente noi stessi quando facciamo qualcosa che ci viene dalle profondità della mente, quando ci chiediamo: “ma ero veramente io?“.


Ad una mente occupata, tutto questo non accade, pertanto il genio nascosto non può esprimere i desideri e le tendenze e la voglia di giocare che si manifestava quando eravamo bambini, ed eravamo più disposti a lasciarci guidare. È questo il motivo per il quale da piccoli si è così attratti dalle fiabe.

Quando il cervello è libero allora la gioia di vivere lo impregna, gli fa secernere sostanze, ormoni e apre la porta alla chimica della felicità. Se ciò che è nuovo, lo stupore, la sorpresa e il mistero sono in agguato tutto è possibile…

Allora possiamo incontrare in ogni cosa l’eco dell’universo.

Maura Luperto