Il profumo del ragù

È domenica mattina.

Un raggio di sole passa attraverso le tapparelle.

Viene a bussare alle mie palpebre e mi sveglia dolcemente. Ma la vista non è l’unico senso ad esser stimolato, lo è anche l’olfatto, è domenica. È il profumo del pranzo domenicale.

Ieri sera ho fatto tardi, o presto, dipende sempre dai punti di vista. Non ho mai capito se le 4 del mattino sia tardi, considerando il giorno precedente, o se sia presto, visto che albeggia un giorno nuovo. Fatto sta che di domenica si dorme.

Fino alle 12, alle 13… quasi fino all’ora di pranzo.

La più bella sveglia che ti possa svegliare è l’ora di pranzo.
Lì a ricordarti che, Ehi, ok il giorno nuovo, ma è pur sempre domenica!
E il profumo della domenica è quello lì, dai, lo so che lo sapete, quello del ragù.

Di domenica di solito mia madre cucina le lasagne, da noi chiamate pasticcio, anche se lo so che per “pasticcio” in molte regioni si intende tutt’altra cosa. E se non sono le lasagne, è il ragù e basta, così si toglie il pensiero per un po’ di cucinare il sugo per la pasta.

Mi sveglio con la carezza del sole su una guancia, e col profumo del ragù sull’altra.
È ora di alzarsi, infilo le ciabatte e, con l’aria più che assonnata tramortita, vado in cucina.
Non c’è più l’odore del caffè, ormai è svanito a quell’ora.

C’è solo il profumo del ragù che mi accarezza i sensi e l’appetito.
Un respiro leeeento.
Inspiro a pieni polmoni, trattengo e rilaaaaasciooooo…
Aaaaaah… Che bella sensazione.

Il profumo di casa. Il profumo di famiglia. Il profumo dell’amore di mamma nel cucinarci qualcosa di diverso e sostanzioso per la domenica, la coccola per tutti, riuniti a casa dopo una settimana di studio o di lavoro.

Un profumo avvolgente, tanto che non mi mette voglia di bere il caffè latte, ma mi mette voglia di un bel panino al sugo!

E come diceva Oscar Wilde
Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”

Mi  preparo la moka di caffè, perché ehi, son giovane sì, ma dopo aver fatto le 4 chi si sveglia senza un caffè?! Chiudo la moka. Accendo il fornello.

Nell’attesa che esca, ditata nella pentola del ragù. Metto in bocca e…

Mmmmmhhh, che esplosione di sapori!
Il caffè deve ancora uscire, nell’attesa mi giro, son sola, apro il cassetto del pane, ne prendo un pezzettino e via di scarpetta!

“Cossa ti xe drio far!?!?” – cosa stai facendo?! – tuona mia mamma tirandomi uno scappellotto in testa – “smettila che tra un po’ si pranza!”
“Appunto, stavo facendo l’assaggino!” – mi paraculavo io.
E tutte e due con quel sorriso sornione, che tanto quel pezzetto di pane con il ragù io l’avevo conquistato, e mia madre, beh, aveva preparato una leccornia che faceva voglia di azzannare dal solo profumo. Era il sorriso della soddisfazione.

L’assaggio, ed il godimento dello stesso, danno sempre una doppia soddisfazione: a chi mangia e a chi ha cucinato.
Ed ora che mi ritrovo dalla parte di chi cucina lo capisco benissimo!
E se ve la devo dire proprio tutta, quella carezza domenicale al profumo di ragù, ora che abito fuori casa, uuuh, quanto mi manca!

Alessandra Collodel