Autunno

E così è arrivato anche l’autunno.

È una stagione che amo particolarmente, forse perché ci sono nata.

Anche le altre stagioni sono meravigliose, onestamente non sono mai stata capace di dire
quale è la mia stagione preferita. Ritengo che tutte abbiano una loro particolarità che mi
stupisce ogni qual volta arrivano.

L’autunno, però, ha qualcosa di magico. I colori caldi, le giornate serene e frizzantine, gli
stormi di uccelli che se ne vanno, le foglie che cadono. Le prime giacche, le scarpe chiuse, i
profumi di castagne, tè caldo. Profumo di coccole.

È anche un periodo di riflessioni, un periodo dedicato alla cura dell’anima dopo il trambusto
caotico e movimentato dell’estate. Bellissima quella vitalità, certo. Con l’autunno sembra
però che il mondo ti dica:

Ehi, rallenta un attimo. Pensa, rifletti, medita.”

Ricordo qualche anno fa, una serie di fortuite coincidenze mi avevano portato a passare l’intera giornata di un sabato di settembre con la mia piccolina.
Abbiamo approfittato di una bellissima e ancora calda giornata per goderci una mattinata in
centro che al sabato si risveglia con il mercato cittadino. E sembrava proprio che tutto il
mondo fosse lì.

E con la tranquillità di una mamma che è semplicemente a passeggio con sua figlia, avevo
iniziato ad osservare il mondo. Con calma, senza incombenze, commissioni o impegni. Solo
io e lei e il mondo
.

Vedere tutta questa gente, ognuna con la sua storia, relazionarsi, parlare, discutere,
raccontare. Ognuna con il suo modo di fare, con i suoi atteggiamenti, con le sue espressioni.
UNICHE. Perché nessuno affianco aveva le stesse caratteristiche. Ogni tanto ci
dimentichiamo di darci l’importanza che meritiamo, non ci ricordiamo che siamo speciali, che
valiamo solo perché esistiamo.

Al mondo di oggi dobbiamo per forza dimostrare. Ma dimostrare cosa? Siamo persone, con
dei sentimenti, con degli insegnamenti, con una morale (chi più chi meno. Non credo sia il
luogo adatto per fare paternalismi), con dei sogni e desideri, con dei pensieri… e non credo ci
sia nessuno che debba permettersi di giudicare quello che veramente siamo.

Vedere questo pullulare di gente mi aveva fatto sorridere: sembrava che in quel caos tutto
avesse un senso
. Sì, è vero, è un po’ contraddittorio. Era come osservare uno spettacolo di
teatro, dove ogni attore conosce le sue battute. Così ho iniziato ad osservare meglio e mi
meravigliavo sempre di più nel vedere quante cose di solito, nella vita di tutti i giorni, ci
perdiamo.

Devo ammettere che questa riflessione mi è già capitata svariate volte. Mia figlia mi sta
insegnando a vedere il mondo in un modo totalmente diverso, con gli occhi della meraviglia,
con gli occhi del bambino che si stupisce che di notte il cielo è nero.

Mi sono accorta che effettivamente abbiamo di che essere felici ogni giorno, se osserviamo
il mondo intorno a noi con gli stessi occhi di un bambino alla scoperta delle novità.

Semplicemente dobbiamo un po’ rispolverare il bambino che è in noi, coccolarlo, scusarci
con lui per averlo trascurato e dargli il tempo di riemergere.

Il risultato sarà di per certo sbalorditivo. Certo, poi bisogna continuare a dargli delle
attenzioni, a coltivarlo. Un impegno, certo, che porterà a degli enormi risultati. E il mondo
così farà un po’ meno paura.

Ora, aprite le finestre, guardate il cielo. E osservate. Vedrete che un sorriso piano piano
arriverà sulle vostre labbra.

Michelle Manias