“Di necessità virtù” un vecchio detto risuona così. La mente artistica è qualcosa di innato. O ce l’hai o puoi allenarla per anni, ma non sarà mai la stessa cosa. Il Sior Pare è sempre stato un tipo molto pragmatico ma fantasioso allo stesso tempo, basti pensare alle numerose ricette che si inventa in cucina.
Una volta in casa si sapeva fare più o meno tutto, dai lavori di falegnameria, idraulica, impianti elettrici o il muratore. Certo, non per un lavoro a regola d’arte, ma giusto quello che bastava per cambiare una presa elettrica o mettere a posto un lavandino. Il Sior Pare rientra in questa ormai quasi svanita categoria di uomini tutto fare e, per fortuna, avendo io fin da piccola una mente molto curiosa, guardandolo e poi aiutandolo ho imparato a fare molti di questi lavori.
Una cosa però non puoi insegnarla, la creatività! Come potete leggere in “A spasso col Sior Pare“, quando si era rotta la marmitta della sua prima automobile, l’aveva ricostruita con le latte dell’olio e della carne in scatola. Un lavoro certosino, prendi le misure, salda, riattacca i pezzi ecc. Ma un po’ per passione e voglia di passarsi la giornata, un po’ per non spendere una enormità per una macchina che ormai non si capiva più nemmeno come potesse andare avanti, lui ci passava volentieri i pomeriggi.
Un po’ quello che manca ormai in questo mondo consumistico. Noi compriamo. Appena qualcosa è un attimo più usato, inizia ad allentarsi una vite o non funziona perfettamente, siamo già pronti ad andare al centro commerciale o ordinarlo da Amazon. Il Sior Pare invece no, inventa. Ricicla.
Quello strofinaccio si è rotto? Lo trasformo in una presina. Ho un buco sul muro e non trovo un coperchio da presa? Lo costruisco con la custodia di una vecchia videocassetta. L’interruttore generale della luce è troppo lasco e non sta su? “Ciò, metighe un sgarusoea denti!” (Eh, inseriscici uno stuzzica denti!) E magicamente la presa era a posto.
Vedendoci ormai poco o niente, sono pochissimi ormai i lavori che può fare, ma la passione rimane, ed è anche un passatempo per passarsi il pomeriggio. Ogni sera quando scendo da lui so che potrei trovarmi di fronte ad una sua nuova invenzione.
- “Oh, che beo! Ti ga tacà e luci de l’albaro de Nadal! Vedo cavi ovunque in giardin, ma no ti eo ga tacà aea presa fora in caldaia?” (Oh, che bello! Hai attaccato le luci dell’albero di Natale! Vedo cavi ovunque in giardino, ma non lo hai attaccato alla presa fuori in caldaia?)
- “Varda in bagno… Ciò, no ti vorà miga che ogni note vada fora co ‘sto fredo a stacar a spina! E figurite se ti te ricordi de stacarmea co ti va casa! Cussì fasso prima! (Guarda in bagno… Eh, non vorrai mica che ogni notte vada fuori con questo freddo a staccare la spina! E figurati se tu ti ricordi di staccarmela quando vai a casa! Così faccio prima!)
Bene, in bagno trovo un cavo che passa sotto alla persiana e alla finestra, sotto al lavandino e si attacca alla presa. Non ci vorrà mica un genio per questo, ma trovare il modo per non farla cadere quando la stacca (e finisca nella cassetta di Yoshiko o peggio ancora sul lavandino) e averla sempre a portata di mano sì!
Sia mai che in casa sua venga buttato via qualcosa di rotto! Che siano vestiti, scarpe, pentole o altro “Ti no state preocupar, mi un modo par usarlo te eo trovo! (Tu non ti preoccupare, io un modo per usarlo te lo trovo!)”