Vuoto e Pieno: le due facce di Nettuno

Queste righe sono dedicate a Nettuno.

Sto vivendo un passaggio importante di Nettuno sul mio Sole di nascita e dentro di me si smuovono degli impercettibili e sottili movimenti che mi stanno accompagnando in una metamorfosi totale del mio modo di vedere la vita. Queste riflessioni hanno preso piede dopo un confronto avvenuto tempo addietro con uno dei miei figli; mi furono contestate alcune cose ed io, nel Vuoto percepito in quel momento, mi interrogai sulla mia quota di responsabilità. Mi sono lasciata allora pervadere da quel Vuoto ed in quel fruttuoso momento di ritiro ho ascoltato ciò che quel senso di assenza temporale voleva comunicarmi.

Durante questa vita mi sono confrontata spesso con la palpabilità del Vuoto e con la spesso inconsistente evanescenza dell’apparente Pieno. Mi sono sentita sola in compagnia ed accompagnata e guidata nell’apparente solitudine. Mi sono sentita un’estranea in famiglia ed in famiglia con apparenti estranei.

“La partita si gioca tra apparenza e sostanza, ciò che appare non è”

Ciò che sentivo spesso non si accordava all’apparenza dei fatti, e moltissime volte ho fatto esperienza di quello che io chiamo il “vuoto d’àncora”, nessun appoggio e nessun aiuto incarnato per imparare a fare esperienza di ciò che significa affidarsi alla Guida Sacra, trovando il senso di Pienezza anche nell’apparente assenza di compagnia fisica.

Ci sono moltissimi modi per sperimentare il Vuoto, pur tra tante persone o in famiglia: lo si prova nel momento in cui si realizza che si stanno vivendo dei Pieni apparenti, dei falsi Pieni attraverso cui ci si illude di fuggire dal Vuoto, ma che non consentono di aprirsi al vero Pieno cui il Vuoto prelude.

Presenze, impegni e attività che tengono lontano il cuore dal provare il Vuoto dell’assenza e al contempo lo nutrono per richiamare la nostra attenzione alla necessità di sentirlo. Tutto ciò è agito e subìto, a volte si manifesta come illusione, l’illusione di esserci quando in realtà veniamo noi stessi percepiti come assenti o l’illusione della presenza di alcune persone che in realtà sono già assenti e lontane.

Siamo nel mondo percettivo di Nettuno, la presenza fisica a volte è assenza, alcune distanze sono invece vicinanze nel cuore e unione di anime.

Allora cos’è presenza? Cos’è assenza? Si può essere fisicamente presenti eppure trasmettere assenza; allo stesso tempo si può sentire la vicinanza e la presenza di qualcuno che è apparentemente distante, l’Amore dei nostri Antenati è percezione palpabile di presenza e la sensazione di vicinanza colma molti vuoti di presenza umana.

Nel mio fare esperienza del Vuoto nelle sue molteplici sfaccettature ho trovato un senso più alto; spesso vorremmo che chi ci ama comprendesse ciò che noi stessi fatichiamo a verbalizzare, il nostro sentimento profondo che sfugge all’ incasellamento nella forma delle parole e che nessuna parola descriverebbe nella sua immensa potenza. È qualcosa che rimane in noi, gelosamente custodito nella sua pura invisibilità quasi che temessimo di perderne la profondità nella condivisione, quasi che sapessimo che nessuno ci comprenderebbe, nemmeno le persone che amiamo di più.

È la necessaria ambivalenza dell’Essere Umano che viaggia alla ricerca di sé e contemporaneamente sa di essere uno col Tutto. E in quell’ambivalenza, secondo me, risiede il senso del Libero Arbitrio nell’incarn-azione, è azione attiva, è scegliere se e quando si vuole nutrire la propria parte umana e quanto si necessita del nutrimento spirituale, è necessario trovare un equilibrio tra le parti ed il Vuoto che proviamo a volte è una nostalgia che aleggia, quella di Casa.

Nel Vuoto che percepiamo anche attraverso le finte presenze si cela il grande Pieno di connessione: quello con noi stessi, non saremo mai soli finché coltiveremo il contatto con la nostra fonte interiore di percezione e finché manterremo intonsa ed incrollabile la fiducia in ciò che sentiamo, pur nell’altrui contestazione.

Viviamo in un mondo di apparenze dove trovare il contatto con la sostanza, un mondo fatto a volte di superbi insegnanti ammantati di spiritualità, guru di tecniche “miracolose” o brevi corsi privi di struttura spirituale che promettono evoluzione in due giornate. Si cercano le vie brevi nel mondo del marketing spirituale, tra le miriadi offerte del momento come scegliere? Come operare con discernimento? Anche in questo si manifesta la meravigliosa poliedricità dell’Essere Umano, libero cercatore di sé, artefice della propria Esistenza.

Ognuno arriva esattamente dove deve arrivare. Ma senza l’ascolto del nostro Maestro interiore ci smarriamo in cerca di qualche figura esterna che, con la bacchetta magica, ci dia le facili soluzioni. Mentre di tutto disponiamo dentro di noi. Nulla ci manca.

Nessun corso, nessuna tecnica e nessun diploma traccerà la via verso l’evoluzione poiché il percorso è interiore e unico ed irripetibile per ognuno di noi, anche se tutti indistintamente tendiamo verso l’apprendimento di Amore.

L’energia di Nettuno inonda ogni cellula del nostro Essere di emozione, nostalgia, malinconia e di una soffusa tristezza. Quel che Nettuno sussurra è impercettibile, silenzioso eppure dissolve, creando pertugi e crepe nella nostra struttura identitaria.

Chi mai sto diventando? Malinconicamente cerchiamo risposte ovunque, maldestramente in chiunque. Nessuno ha la risposta, durante un transito di Nettuno nemmeno noi stessi. Ciò che stiamo vivendo è un processo di metamorfosi collettiva che vibra in ognuno di noi, ogni Essere Umano è chiamato ad uscire dalla sua personale crisalide e diventare farfalla.

Ma nella marea emozionale di cui Nettuno ci inonda ci disorientiamo, perdiamo gli abituali punti di riferimento, ci sentiamo forse fuori controllo, distratti ed umoralmente altalenanti. Comprenderemo alla fine che mai possiamo rimanere ancorati ad una immagine di noi stessi che è eterno divenire e fluttuare. Non vi è inizio né fine. Solo esperienza di esistere nel fluttuare delle esistenze.

E a volte il Vuoto è forte, inchiodando nella sua dilagante inconsistenza, chiedendo ascolto, finalmente quello è il momento della resa e dell’apertura consapevole al Pieno.

Un abbraccio

Rossana

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