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Il mondo delle immagini: un aiuto contro lo stress

In tutte le malattie psicosomatiche come ad esempio la cefalea, l’ulcera, la colite, la psoriasi, l’asma bronchiale, si nota che chi ne soffre vive un’esistenza ripetitiva, ha un forte senso del dovere, e si autocostringe a fare cose che non ama.

Vi è una netta prevalenza, un dominio quasi assoluto del mondo del pensiero su quello delle emozioni e degli affetti. Pertanto la vita sempre uguale, ripetitiva, dominata da pensieri che assillano, rischia di essere il principale motivo dello scatenarsi dei disturbi psicosomatici. Lontano da essere una malattia, lo stress può essere però il segnale d’allarme di un bisogno di cui non ci stiamo accorgendo.

Quando siamo “stressati” significa che ci stiamo sottoponendo a ritmi, a situazioni che non sono congeniali per la nostra natura. In questi casi non è lo stress da combattere, che anzi ha il valore positivo della “spia” che si accende e che ci indica che ciò che stiamo facendo ci sta stretta.

Il problema si concentra su quella che è “la risposta allo stress“, cioè la serie di reazioni che mettiamo in atto per rispondere ai disagi che le vita inevitabilmente ci consegna. Quando avvertiamo la presenza dell’ansia, del malessere, di un sottile stato di tristezza bisogna riflettere. Il pericolo consiste nell’abituarsi a tutto questo, nel non accettare che la nostra vita, almeno in qualche cosa, deve cambiare.

Chi soffre di malattie psicosomatiche come chi non reagisce allo stress, si trova in un mondo chiuso dove la vita scorre sempre uguale.

Ci si immagina di essere come chiusi in un recinto, di non riuscire a trovare la porta d’uscita. Immagini molto frequenti in chi non è in grado di uscire dagli schemi prefissati. Tutte le volte che immaginiamo di essere in un vicolo cieco significa che lo stress ha preso il sopravvento. Diventa quindi importante rompere lo strapotere del pensiero.

La fantasia e l’immaginario sono gli antidoti più sicuri contro lo stress.
La via “degli occhi chiusi” e delle immagini che sgorgano mentre siamo sdraiati e rilassati appare come la via maestra. Come ad esempio l’immagine di un fiume che scorre può essere piacevole o mostrarci invece dei “blocchi” che impediscono all’acqua di scorrere liberamente, di fluire.

La distensione immaginativa ci permette di capire quanto siamo immersi nello stress e ci consente anche di trovare la via per lasciar fluire dentro di noi delle immagini di libertà, di gioia.
Non è tanto sforzandoci che possiamo modificare un mondo esistenziale troppo chiuso, quanto piuttosto ricorrere alla chiusura degli occhi, all’abbandono, alla fantasia, all’immaginario.

Nella fantasia possiamo recuperare la nostra anima, schiacciata da una vita troppo impostata sulla realtà, sul quotidiano, sul lavoro.

Maura Luperto