La crisi del maschio

Giovanni (nome di fantasia) è seduto davanti a me, testa bassa, dita intrecciate, racconta la sua impotenza, dice che con sua moglie ha sempre paura di non essere all’altezza, “Devo dimostrare ogni volta qualcosa, mi sembra che non sia mai soddisfatta, e per poter durare ho bisogno di ricorrere all’aiuto della pillola azzurra, è umiliante”.

Chi soffre di impotenza è quasi sempre prigioniero di un’atmosfera che pervade la sua mente, di un’immagine: quella di dover far godere la partner, di dover fornire una prestazione all’altezza, di essere virile…

Giovanni associa la sessualità al nero, all’infelicità, alla fatica; e a ogni rapporto scatta la paura della prestazione, il desiderio di sparire con la conseguente caduta dell’ erezione e il “drammatico fallimento”.
Chi soffre di impotenza ha erezione durante la masturbazione, che puntualmente scompare durante l’atto sessuale.

Ritengo che in questi casi usare la pillola azzurra non serve a riportare la pace in famiglia.
Il farmaco dà erezione, non da desiderio. A che serve l’erezione forzata se il tuo inconscio rifiuta la tua partner? O meglio se l’idea che hai della tua sessualità non corrisponde a ciò il tuo inconscio desidera per te?
Da cosa è data la crisi del maschio? Dalla intraprendenza femminile? Non lo so!
Penso che l’uomo di una volta non fosse comunque felice nell’essere “maschio” a tutti i costi.
Penso che l’infelicità sessuale nasca per di più dal mito della virilità inculcato dalla nostra cultura nella mente di ogni uomo. Non è il femminile che ha messo in crisi il maschile. Ma è l’uomo stesso che non riusciva a essere soltanto un portatore di fallo.

L’uomo diventa impotente quando si ostina a voler essere virile a ogni costo, quando cerca di non coinvolgersi, quando trasforma il sesso in un’azione meccanica. La crisi del maschio è stata provocata dall’inconscio per fargli ritornare il desiderio di dolcezza, di tenerezza, di gioco che l’erotismo contiene.

La pillola in questo senso è una grande sconfitta. Che te ne fai di un pene eretto quando hai perso la tua intimità e tu non esisti più?

Affidarsi al farmaco significa perdere l’occasione di scoprire la tua vera sessualità, non quella che ti sei imposto a causa della tua cultura e delle tue convinzioni.

L’impotenza si crea nel cervello a causa di immagini sbagliate che si sono attivate. La riprova è che tutti gli impotenti da causa psichica si masturbano senza problemi. L’erezione si accende in aree specifiche del cervello, viene attivata dai ricordi, dalle immagini, dalle parole, dai suoni, dagli odori, ma più di tutto dall’atteggiamento mentale. Molti impotenti non sanno che l’impotenza si crea con il loro stesso atteggiamento sbagliato. Anzi il farmaco, se funziona diventa pericoloso, perché li trasforma in oggetti erettili e null’altro. Ci si dimentica che l’erezione è assente a volte a causa di un partner, una relazione che non soddisfa, una comunicazione sbagliata, una persona sbagliata. Volerlo duro a tutti i costi, vuol dire negare l’inconscio, il suo diritto di bloccarci perché si vuole fare l’amore violando la natura più sottile. Infatti capita che qualcuno racconti di non aver avuto per anni erezioni con la moglie, poi arriva un’amante e tutto comincia magicamente a funzionare. Che danni avrebbe fatto il farmaco a questi uomini facendogli avere l’erezioni? Gli avrebbe costretti a portare avanti relazioni che non funzionavano. Se il farmaco funziona come forzatura c’è il pericolo di creare l’erezione e contemporaneamente ansia, depressione, malattie psicosomatiche. Non si può trattare il corpo come un oggetto, non se ne ha il diritto. L’inconscio può farcela pagare molto cara.
Naturalmente il farmaco serve in quei casi in cui vi sono evidenti fattori organici e se non se ne abusa può funzionare senza problemi.

Maura Luperto