Home / Rubriche & Blog  / La musica nel cuore: Sior Pare e il coro

La musica nel cuore: Sior Pare e il coro

Quando il Sior Pare e la Siora Mare si sono sposati nel lontano 1968, si sono poi trasferiti nella cosiddetta Terraferma Veneziana, dove mio nonno materno aveva costruito la sua casa di campagna.

Dopo poco tempo, si erano creati un bel giro di amici grazie anche all’amicizia con la vicina di casa. Alcuni di loro cantavano nel coro della Chiesa parrocchiale, ad appena 200 metri da dove abitavano.

Mai occasione fu più felice e provvidenziale.

Sior Pare ha sempre avuto una fortissima passione per la musica lirica e il bel canto. Fu così che nei primi anni ’70 si è unito alla Corale della Chiesa. È stata per lui la prima occasione per cantare seriamente, anche se ogni scusa era già buona per farlo.

Nonostante la Chiesa fosse stata costruita a fine anni ’60, avevano realizzato una cantorìa sopra all’ingresso principale della struttura, in modo tale da vedere l’altare e dominare tutta la scena. Inizialmente c’era un vecchio Harmonium, poi sostituito nel ’91 da uno stupendo Organo a canne. Lì, ogni Domenica, i cantori salivano, si dividevano a seconda del ruolo e del timbro e iniziavano la loro performance di accompagnamento alla funzione.

Quando ero piccola, nella mia Parrocchia la domenica venivano celebrate quattro messe. La prima alle 8, poi alle 9. 30 per i ragazzi del catechismo, alle 11 la Messa Solenne e l’ultima alle 18.30. Io avrei dovuto presenziare alla seconda, ma tra la mia voglia (mai passata) di dormire un po’ di più alla mattina e il voler ascoltare il Sior Pare cantare, ogni occasione era buona per andare alla funzione successiva e sgattaiolare in Cantorìa.

Per me era come un parco giochi. Da sempre appassionata di musica, incuriosita dalle note musicali e dai vari suoni che uno strumento può eseguire, rimanevo estasiata a guardare il Maestro suonare quel maestoso organo a canne. Ne osservavo i gesti, leggevo di nascosto gli spartiti, e nei momenti morti mi facevo spiegare come suonarlo, fino a riuscire ad avere qualche piccola lezione pratica prima o dopo la messa.

Erano un bel gruppo di amici, guidati da un Maestro davvero molto preparato e paziente. Il Sior Pare faceva parte del gruppo dei Bassi (anche di altezza) ma è sempre stato una delle colonne portanti di quel coro che ogni domenica alle 11 accompagnava la Messa Solenne.

Aspettava il martedì sera per le prove, non c’erano altri impegni che tenevano. Quando poi si avvicinava il giorno della Madonna della Salute (la festività più cara ai Veneziani) a cui è intitolata la Chiesa, o Natale e Pasqua, ecco che iniziava ad andare in fibrillazione già dal mese precedente.

– “ Ciò… No gavemo provà ‘bastansa chel toco… Anna, quà el va zo o sta su? Ti me eo soni?” (Eh… non abbiamo provato abbastanza quel pezzo… Anna, qua va giù o sta su di tono? Me lo suoneresti?)

La mia curiosità e passione mi avevano portato già all’età di otto anni a snervare i miei genitori fino ad ottenere il regalo di un violino e le relative lezioni di musica con un maestro. A dieci leggevo tranquillamente gli spartiti e avevo imparato da sola a suonare la pianola solo con la mano destra e senza accompagnamento. L’essenziale per riprodurre il motivo principale di una canzone o suonare qualche suo pezzo.

Il Sior Pare è sempre stato molto fiero del mio orecchio musicale e si vantava sempre con tutti:

Ciò parchè Ea da zo ea me sente e riconosse ea me voze! Come so ‘nda stavolta? Te xe piazesto?” (Eh, perché lei da giù mi sente e riconosce la mia voce! Come sono andato stavolta? Ti è piaciuto?)

Con il passare degli anni la messa dei ragazzi e quella Solenne vennero unificate in una sola e con essa anche le corali. Di quell’iniziale gruppo di amici ormai ne erano rimasti pochi. Il vecchio Maestro era andato in pensione. Un po’ tutta quella atmosfera rarefatta si era persa.

Al Sior Pare rimanevano un mucchio di spartiti, tanti ricordi e concerti in giro per la Diocesi ma una passione sempre più viva. E quando il vero amore sboccia così rigoglioso, il Fato di certo non può girarsi dall’altra parte.

Ma questa, è un’altra storia.

Anna Bigarello

Nasce a Venezia e fin da piccola coltiva la passione per lo sport, la scrittura e l'Oriente. Prima cestista, poi calciatrice, infine allenatrice. Lotta da sempre per l'uguaglianza nello sport. Caregiver del Sior Pare, convive con 4 gatti maschi