L’unione con la vita tramite il racconto sull’agricoltura  

Osare una conoscenza più profonda della vita

Oggi voglio raccontarvi una storia che ho ascoltato in questi giorni nel posto al mare in cui sono stata.

È una storia che mi ha toccato nel profondo e che ha messo in luce ancora una volta il legame che abbiamo con la vita e quanto ciò che succede nella vita quotidiana è in stretta relazione con noi stessi.

Andrea, il vicino nella casa al mare, stava raccontando a un’altra persona la sua passione per l’agricoltura naturale. Con agricoltura naturale intende la coltivazione senza l’utilizzo di pesticidi o altri prodotti comunemente utilizzati nell’agricoltura di cui tutti ci nutriamo. Andrea, infatti, ha un bellissimo orto proprio nel giardino della casa al mare e mentre raccontava era proprio in mezzo al suo orto.

Lui raccontava che nella vita ad un certo punto si è permesso di osare credere in un senso più profondo. Da quel momento sono state tante le cose che sono cambiate, a partire dalla sua relazione in cui ha trovato finalmente una persona con cui condividere, oltre a momenti belli della vita anche una consapevolezza più grande.

Nella sua dedizione all’orto in modo naturale, un giorno ha dovuto affrontare un piccolo problema. Andrea raccontava che un particolare insetto si era avvicinato al suo orto e gli stava mangiando la pianta di pomodoro. Andrea pensava allora che per rimediare al problema ci vorrebbe proprio un animale che mangia quel tipo di insetto. Questo perché nell’agricoltura naturale si devono creare quelle sinergie naturali che la permettono.

Una mattina seguente uscì di casa e gli venne addosso un insetto dritto sulla fronte. Lui non ci fece più di tanto caso. La mattina dopo stessa cosa ancora. Andrea quasi un po’ infastidito scaccia via l’insetto. La mattina a seguire succede ancora. A questo punto gli venne il dubbio: “non è che si tratta di quell’animale che mangia quell’insetto che mi sta distruggendo la pianta di pomodoro?”. Decise allora di fotografare l’insetto e mandare la foto a un suo amico che se ne intende. Il suo amico felice di dargli la notizia gli spiegò proprio che quel tipo di insetto si nutre solo di quelli che a lui stavano mangiando le piante di                pomodoro.
Si era avvicinato l’animale che lui aveva chiesto che si avvicinasse per non dover utilizzare altri rimedi.

Mentre Andrea raccontava questa storia all’altra persona io ascoltavo in lontananza. Lui spiegava che nella vita bisogna avere il coraggio di chiedere all’universo e che potremmo rimanere stupiti del fatto che ciò che credevamo impossibile diventa possibile. Andrea diceva anche: “a me nessuno ha mai raccontato che questo fosse possibile; eppure, io voglio credere di aver manifestato quell’animale. Certo, se racconto queste cose a qualcuno e che faccio il mio orto stando in stretto contatto con la natura mi prendono per matto; eppure, io quel giorno mi sono chiesto quando altro è possibile e di cui non conosciamo l’esistenza. Io voglio osare lasciarmi andare a cose più grandi come queste, tanto quale è il rischio che corro? Al massimo ne rimango stupito e imparo di cosa altro è fatta la vita.”

Ho voluto raccontare la storia di Andrea perché credo che non sia matto per niente. Mi ha colpito la semplicità con cui ha spiegato una legge così grande della vita. L’umiltà con cui lui si siede di fronte a una saggezza della natura e della vita stessa.

Cosa ci impedisce di vivere la quotidianità come Andrea? Spesso si vive in maniera distratta e non si ha la calma per credere in un’interconnessione con il tutto. A questo si aggiunge la presunzione che si ha di dover risolvere tutto attraverso l’intelletto e che la natura non abbia nulla da insegnarci. La natura è intelligente e ha forse previsto tutto anche laddove inizialmente si presenta un problema. Il punto è che se noi non comprendiamo questo, la soluzione non può arrivarci. Ci continua a gironzolare intorno la soluzione e noi magari la cacciamo anche via.

Quante soluzioni ci gironzolano intorno nella vita senza che le vediamo? Magari siamo lì a cercare di capire cosa altro dobbiamo fare quando dovremmo solo fermarci e vederla intorno a noi.

Molti forse credono che si debba essere solo calmi e centrati per poter vivere quello che ha vissuto Andrea ma io credo che non sia così. Io credo che ciò che ha fatto la differenza sia stata la sua grazia e umiltà con cui si è posto di fronte al problema. Ha creduto che qualcosa lo accompagnasse nel percorso che stava facendo perché sì la vita quotidiana è un percorso. Non solo però, ha anche fatto una scelta importante, ovvero quella di coltivare collaborando con la natura e non lavorando contro di essa.

Persone come Andrea sono il futuro, sono ciò che danno speranza al mondo intero, alla nostra agricoltura, alla nostra alimentazione, alla nostra salute.

Ho voluto raccontare la sua storia perché possa essere un invito a tutti noi di ascoltare maggiormente la voce saggia della vita.

L’essere umano è intelligente ma tal volta bisogna sederci e imparare. Bisogna vivere e attraversare quella condizione scomoda che proviamo quando non sappiamo.

Bisogna non solo vivere la vita ma viverla con quella sensibilità che permette di percepire molto altro e chissà cosa altro ci aspetta in ogni ambito della vita.

Sophia Molitor