Il Piave mormora ancora

Ragazzi, appena ventenni, chiamati alle armi per una guerra di certo non voluta.
Una guerra che faceva dimenticare e cancellare a colpi di cannone gli anni spensierati della
giovinezza.


Ragazzi, obbligati a diventare adulti in un attimo, che si sacrificavano per una nazione, altrettanto
giovane, non ancora unita e che forse non lo sarebbe mai stata.


Ragazzi che combattevano al fronte per proteggere la loro terra natale, la loro famiglia, i loro cari
contro coetanei diventati, a detta di qualcuno, nemici, solo perché abitavano in una nazione diversa, appena al di là della montagna.


Ragazzi che si sono immolati per un futuro migliore, sognando al fronte la donna amata, una casa, un focolare, una famiglia che non avrebbero mai potuto più rivedere.


Erano solo ragazzi e hanno dato la loro vita per noi. Per il nostro futuro, per i nostri agi, per il tetto che abbiamo sopra la nostra testa, per la terra che ci possiamo godere, per il viaggio che possiamo fare anche lì in quelle terre dei nostri nemici, che ora sono diventati, fortunatamente amici.

Visuale del Piave da Nervesa della Battaglia


Camminando sulle rive del Piave, sul Montello o nelle Alpi Carniche, mi sembra di vivere entrambe le realtà, immaginando cosa stesse succedendo negli stessi luoghi cento anni fa. Si respira ancora la guerra, ma non tutti sono ancora in grado di sentire il suo odore perché siamo andati oltre, forse troppo, tanto da non ricordare più quanto dobbiamo a quei ragazzi, appena ventenni che hanno sacrificato la loro giovinezza per donarla a noi. E non dovremmo dimenticarlo mai.


Qui, nel paese in cui abito, si è combattuta una tra le più importanti battaglie della Prima Guerra
Mondiale. Un sacrario militare a pochi chilometri ne è la prova tangibile del sangue che si è versato in queste zone. Mille commemorazioni vengono ogni anno organizzate dalle varie associazioni locali.


Quella che da sempre più mi ha colpito è quella che commemora i ragazzi del ‘99: sulle rive del Piave, a Molino della Sega, tra Saletto di Breda di Piave e Fagarè, questi ragazzi ricevettero il battesimo del fuoco prima di combattere contro le truppe austroungariche impedendone l’avanzata sul Piave.


E se ci passate, sembra che il Piave mormori ancora.

Michelle Manias