A Canitavecchia, non tutti i mali vengono per nuocere

Osservavo Rossella che si dava un gran da fare gettando acqua sulla mia pipì e raccogliendo con il sacchetto quella cosa che scaricavo, CANprimendo, che puzzava e mi usciva da sotto la coda…

«Cacca, Shagghi. Si chiama cacca

«Bello, facile-facile».

«E sì. Facile».

Abbaiavo che Rossella puliva dove sporcavo e raccoglieva sempre la mia cacca. E come lei tutti quelli che gli amici della CANitiva portavano a passeggio.

Un giorno una signora CANinciò a ringhiare lamentandosi che sul marciapiede non riusciva a portare il marito disabile sulla sedia a rotelle senza schiacciare cacche. Se la prese con tutti noi: «Avete stufato con questi cani che insozzano la città! Sono dei maiali!».

La signora aveva ragione, non riusciva a passarci su quel campo minato, ma noi c’entravamo per niente e, alla parola maiali, si è sCANtenato un CANdemonio: chi abbaiava a destra e chi a sinistra, e i nostri amici umani abbaiavano più di noi.

Anche Rossella reagì di brutto e la discussione andò avanti per un po’: «Ma che c’entrano i cani? Se potessero se la raccoglierebbero da soli! I maiali sono i proprietari che lasciano sporco, non i cani!».

A lei si aggiunsero gli altri amici a due zampe e ci difesero alla grande.

«E allora lei?, che si crede che non l’ho vista gettare il mozzicone di sigaretta per terra?», rispose l’amica di Tigre.

«E la vede questa bottiglia? Io butto acqua e varichina per pulire!» continuò l’amica di Lapo.

«E le gomme da masticare? Ne vogliamo parlare? Chi le sputano, i cani?», disse l’umano di Merlino.

La signora, messa alle strette, CANtrattaccò, pesantemente: «Fanno bene se poi mettono i bocconi avvelenati in mezzo all’erba…».

L’istante di silenzio che seguì fu come il lampo che anticipa il tuono più potente.

Insomma, una gran cagnara!

Tornammo tutti a casa.

Me ne stavo stravaccato sul mio divano e sentivo parlare Rossella ed Ernesto di ciò che era successo. La realtà era che tanti cittadini vedevano noi CANittadini come quelli che sporcavano, che davano fastidio, che rendevano incivile la vita in città.

«Dobbiamo fare qualcosa, Erne’!», disse Rossella.

«Un’idea ce l’avrei, Rosse’! Facciamo incontrare i cani di CANITAVECCHIA nello stesso posto, e quando si va via, tutto sarà pulito come prima».

«Mhh…».

«Fotografiamo tutti i partecipanti, chiediamo di rispettare le regole con le museruole, bottiglie d’acqua, bustine e guinzagli. E per finire, il Flash Mob con tanto di foto di gruppo.»

Ho abbaiato di soddisfazione! Che grande pensata.

«Anzi, in finale, il FLASH DOG. Lo chiameremo così: il PRIMO FLASH DOG».

Ho CANtinuato ad abbaiare di gioia.

Una giornata da ricordare; la dimostrazione che non tutti i nostri amici umani sono incivili e, soprattutto, una grande occasione per conoscere femmine per la CANitiva!

«Bahò Erne’, sei stato grande!».

«Be’, non esagerare Shagghi… vai avanti».

Proprio lui che non mi voleva a casa, adesso organizzava un evento per me e per i miei amici. BAUvo, Erne’: ti voglio bene assai…

Da quel momento Ernesto ha inCANinciato a fare ricerche su manifestazioni di quel tipo e… «Sarà il primo FLASH DOG in Italia! Forse nel mondo!». Si è CANvinto di realizzare qualcosa di memorabile e prendeva appunti, cercava informazioni, chiamava amici per scattare foto durante la giornata. Il giorno dopo ha chiesto autorizzazioni alla Polizia CANicipale, alle Guardie Zoofile e alla Guardia Costiera, ha portato una dichiarazione al commissariato e ha CANtattato altre associazioni pelose.

Pure la loCANdina s’è fatto fare, da Karin, una ragazza proprio BAUva!

Il giorno è stato fissato nella seconda domenica di aprile.

Ma adesso bausta che ho voglia di accucciarmi un po’.

Alla prossima, se vorrete…

Ernesto Berretti (sotto dettatura di Shagghi)