Il CANtdown sCANdiva il tempo che mancava per il 1° Flash Dog con immagini a effetto. Lo abbaiavo a tutti gli amici che domenica sarebbe stata una data memorabile, ma non era aBBAUstanza: solo lo spot del “meno tre” e la locandina dell’evento avevano dato l’idea di ciò che sarebbe successo.
Le previsioni meteo erano favorevoli, il tam-tam era partito e tutte le autorizzazioni sistemate in una cartellina, CANpresa quella della Polizia CANicipale.
Nei sondaggi si contavano i partecipanti, niente di più che “alcuni” pelosi. Erano pochissimi quelli che scommettevano sulla partecipazione numerosa di amici, acCANpagnati dai propri umani.
Ernesto ha chiamato due amici con le reflex, e con lui sarebbero diventati tre a scattare le fotografie. Già, fotografie per tutti grazie anche al signor BAUnarelli e al signor CANu, felici e sorridenti per essere stati CANinvolti al progetto.
E poi associazioni, gruppi, CANfraternite, scuole di agility, negozianti, CANtanti, preti, pasticcieri, bagnini, carrozzieri eccetera eccetera: tutti erano davvero CANtenti perché una cosa del genere non si era mai vista. Solo un paio di invidiosi avevano lanciato scommesse sul fiasco dell’evento.
«Sarà il primo Flash Dog d’Italia, forse d’Europa!» diceva ai giornalisti presenti alla CANferenza stampa.
«Ma perché tutto questo?» chiedevano i cronisti.
«Dimostreremo che la nostra comunità rispetta tutti», rispondeva Ernesto, «Quando tutto sarà finito, la piazza sarà pulita come prima!».
«Impossibile! E davvero è convinto che ci saranno tanti partecipanti?».
«La nostra è una città nella città, una città canina: CANITAVECCHIA».
Li vedevo anch’io come lo guardavano… strano. C’era un tizio che si era alzato per andarsene, ma quando aveva sentito il resto, si era fermato: «Avete presente Topolinia? E Paperopoli? Il commissario Basettoni, Pippo, Pluto e la Banda Bassotti?», aveva detto Ernesto, «Perfetto: a Civitavecchia ci sarà CANITAVECCHIA, e il primo sindaco sarà lui! E saremo gemellati con le città di Topolino e Paperino».
Avevo capito che parlava di me dagli sguardi che mi erano arrivati addosso da quella gente. Tutti mi sorridevano anche se non gli davo la zampa. Una bionda m’ha fatto pure un primo piano mentre mi grattavo l’orecchio.
«Ve lo presento: Shagghi, con la “i”».
Tutti hanno BAUttuto le mani, ma nessuno che m’abbia dato un biscotto, per dire. E non c’era neanche una femmina da potermi leccare un po’. Per gli amici della CANitiva, domenica sarebbe stato un vero Paese dei Balocchi con salsicciotti, ossi, giochi, palline e biscottini.
La sera a casa, speravo di riposarmi sul divano, ma non avevo CANsiderato il gran bacCANo di suonerie di cellulari e di chiacchiere sulla manifestazione! Sembrava di stare in un locale di CAN-CAN. Poi, come se non bastasse, il vicino di casa aveva suonato alla porta: «Erne’, c’è la notizia al TG locale! E anche sui CANali web». Non ci potevo credere: dentro il televisore c’ero io e pure lui che diceva le stesse cose che aveva detto la mattina.
Il giorno dopo, quello dell’evento, durante la passeggiata, un sacco di persone ci fermavano per via dell’articolo uscito sul giornale. Tutti volevano sapere di più, per portare i propri amici pelosi. Per farla breve, la semplice passeggiata mattutina è durata oltre due ore e un sacco di grattini.
Ma adesso BAUsta che già che ci penso mi viene il prurito.
Alla prossima, se vorrete…
Ernesto Berretti (sotto dettatura di Shagghi)