A Canitavecchia bazzica anche qualche gatto.
Alcuni sono adottati, come me in fondo, e si vedono raramente in giro; altri, pochi, sono figli dell’istinto e, in quanto tali, in libertà agevolata. Sì, agevolata dalle attenzioni di gattare o umani che se ne prendono cura senza portarseli a casa.
Solo pochi canitavecchiesi, i fighetti con il pedigree, ogni tanto, sollevano inquietudine con sloCAN del tipo “PRIMA I CANI” o “CANITAVECCHIA AI CANI”. Ma dura poco perché, è vero, avranno pure il pedigree, ma non sono stupidi, sanno che c’è un prato su cui correre per tutti. I fighetti, sono nati tra carte, libretti, lampade e vaccini, ma sono pur sempre figli dell’istinto come noi meticci che, lasciato il canile, non ci sentiamo affatto “pelosi di serie B”. Siamo tutti fortunati, alla fine. A eccezione di quelli che in canile ci restano per sempre e, se potessero, scapperebbero ogni giorno. Bau…
«Adesso ti metti a fare demagogia?».
«De che? Ma no, che c’entra Erne’, non ci hai mai pensato alla straordinarietà di nascere?».
«Be’ sì, qualche volta…».
«Ecco, quindi non interrompere per fare il finto moralista. Ti ricordo che sono dottore in CANosofia».
Cosa stavo abbaiando? Mannaggia, mi fai perdere il filo, ogni volta…
Oltre a quelli degli sloCAN, ci sono pelosi che hanno proposto all’assessore alle “CANI opportunità” di impiegare questi gatti in “libertà agevolata” per servizi di utilità animale, a favore dei canitavecchiesi.
Lì per lì, mi è sembrata una buona idea. E ho ascoltato il mio assessore: «Di che servizi parliamo, Ciro?».
Ciro è un meticcio di non s’è capito quali razze. Lui dice di essere fighetto, è corto e nero e con orecchie larghe come aquiloni, e il suo amico, Gennaro Scapece, non fa altro che parlare di Maradona e casatiello. Ernesto, tu gli sorridi sempre quando ricordate i tempi trascorsi a Napoli.
«Sciagghitie’» m’ha abbaiato Ciro: «Balrog ha suggerito “assaggiatori di polpette ai parchi”…».
«Bahò, capisco la difficoltà di inserimento,» gli ho detto, «e capisco che Canitavecchia non è ancora pronta a un’integrazione di questo tipo, ma usarli come cavia è eccessivo: mi sentirei una carogna pur essendo vivo e vegeto!».
«Sciagghitie’, allora ti dico quello che ha proposto Spartaco?».
«Spara…».
«Vigilantes».
«Vigilantes? Già mi sembra meglio».
«Vigilantes di tombini».
«Umh… cioè?».
«Con la specializzazione di “sicari”».
«Non afferro. Ricordati che ho fatto le scuole alte, Ciro, ma mi manca la base. Che vuol dire?».
«Sicari di topi, quelli che escono dai tombini, per l’appunto».
La discussione si è conclusa con una sonora abbaiata. Vabbè che siamo cani, ma mica siamo bestie.
Fatto sta che ho invitato una rappresentanza di gatti al CANsiglio straordinario, per vedere di risolvere la situazione nel modo migliore.
Però, adesso BAUsta che il divano mi guarda, e ora dormo un po’.
Alla prossima, se vorrete…
Ernesto Berretti (sotto dettatura di Shagghi)