Shana, Regina, Kira e Carlotta: tanto bau, ma niente sesso

Ti stavo abbaiando che ho preferito non dire niente di quello che era successo quando restammo da soli io e la vicina, perché sua nipote aveva una Labrador bellissima: Shana. Il pelo nero e lucido la rendeva sensuale e mi arrapo ancora oggi al solo pensiero di poterla abBAUrdare. Che morona! Non potevo permettere a nessuno di privarmi della BAUssibilità di incontrarla ancora. Il mio, “silenzio d’onore BU”.

«Che fai, adesso mi abbai pure in siciliano?»

«Erne’, per amore, solo per amore.»

Poi un bel giorno, in ascensore, la signora Nunzia disse a Rossella del trasferimento della famiglia del figlio e, con loro, anche di Shana. Ebbi la peggiore delle notizie.

Abbaiai tra me e me la romanza della TosCAN di GiaCANo BAUccini: «O dolci BAUci, languide carezze, svanì per sempre il sogno mio d’amore».

Non è mai successo niente con lei, però a distanza di anni non lascia i miei pensieri migliori.

Per fortuna che, dopo la sua partenza, gli incontri con i miei amici allo spiazzo non si sono interrotti. Con loro mi sfogavo alla grande.

In mezzo a noi che correvamo come gatti rincorsi da cani arrabbiati, Merlino c’entrava poco. Un Pinscher nero, simpaticone come pochi, che pur di giocare con noi usava mettersi sempre in mezzo. Correvamo? E lui in mezzo alle zampe; bevevamo? E lui con la faccia nella ciotola; facevamo pipì? E lui sotto lo schizzo.

E di Marley, ne vogliamo abbaiare? Un meticcio bianco e nero che abbaiava con la voce rauca. Si sforzava di stare con noi ma, per via del suo abbaio, non riusciva a ridere e giocare.

Ettore, un altro meticcio mezzo Jack Russel, camminava tre passi avanti al suo umano senza guinzaglio; se si allontanava di più, lo aspettava perché era geloso di lui. Non l’ho mai sentito abbaiare, lui era l’introverso del gruppo.

La nostra CANitiva cresceva ma c’era un grande problema: mancava la materia prima, le femmine! E Shana non potevo togliermela dalla testa.

«Ah, sarà per questo che da ragazzi, chiamavamo “comitive da cani” quelle senza ragazze?»

«Bahò, Erne’, mo CANinci? Ma mica puoi interrompermi per le fesserie! Che ne so io?».

Allora, abbaiavo delle femmine: più che altro scarseggiavano quelle della nostra taglia, sicché, in loro manCANza, il primo a essere sterilizzato, Lapo, cominciò a provarci con tutti quelli che gli capitavano a portata. La sua ingroppata, per fortuna, era – ed è – del tutto innocua. Però da fastidio avere uno che alla prima distrazione ti salta dietro; prima o poi un morso non glielo toglie nessuno.

Che poi le femmine che ci giravano intorno erano di piccola taglia, tutte tranne lei: Regina! Regina era una Golden Retriver da sBAUllo. Giocava, si tuffava nella grande ciotol…

«A mare, Shagghi. A mare…»

«Ah, vero, me l’hai già detto, Erne’».

Abbaiavo che Regina si tuffava a mare, giocava, e poi ce la faceva annusare senza tirarsela. Ma niente sesso!

Quell’altra, Carlotta, una Carlina tutta montata, invece, faceva la smorfiosa che manco fosse stata l’unica in città. Ogni volta che mi avvicinavo succedeva un BAUndemonio: abbaiava, saltava, girava su sé stessa, ringhiava… Bahò, manco avesse le zecche al cervello! E Kira? Un’ottima amica, per carità, ma anche lei troppo piccola di taglia, per i miei gusti.

La situazione non era semplice, e per conoscere femmine, ma soprattutto per… (bahò, mi hai capito, ve’?), ci voleva un’occasione, una festa clamorosa, un dog-party, un rave; insomma, eravamo tutti d’accordo.

Ma come avremmo potuto creare l’occasione…?

Ma adesso bausta che ho voglia di accucciarmi un po’.

Alla prossima, se vorrete…

Ernesto Berretti (sotto dettatura di Shagghi)