È una tranquilla domenica pomeriggio d’inverno. Mi rilasso leggendo un libro con in sottofondo fusa e coccole di gatti. Mi pregusto già un bel bagno caldo prima di cena. La perfezione. Di colpo mi viene in mente che alle 18 gioca il Venezia e trasmettono la partita su Dazn. Nonostante i mille tentativi e accorgimenti, per il Sior Pare rimane ancora un vero e proprio incubo riuscire a trovare il canale dove fanno vedere l’incontro.
Scendo a casa sua. Si sta guardando un’opera in cucina.
- “Guarda che fanno il Venezia…“
- “Contro chi xe? (Contro chi sono?)”
- “A Milano contro l’Inter“
- “Speremo che ne daga ‘na gioia doppia, ma ti vedarà se no i ne ea ruba come sempre… Xe dai anni ’60 che ne ciava sempre partìe! (Speriamo che ci diano una gioia doppia, ma vedrai se non ce la rubano come sempre… È dagli anni ’60 che ci rubano sempre le partite!)”
Vado in salotto, imposto la partita e torno da lui. Ha un cerotto sulla mano.
- “Cossa ti ga combinà stavolta? (Cosa hai combinato stavolta?)”
- “Aea man ti dizi? Niente… gero drio tagiar el radiccio e go sbaglià el colpo… Me so già disinfetà e messo cerotto e go netà tutto… (Alla mano dici? Niente… stavo tagliando il radicchio e ho sbagliato il colpo… Mi sono già disinfettato e messo il cerotto e ho pulito tutto…)”
- “Ma no ti podevi ciamarme subito o venir de sora da mi? Fammi vedere va… (Ma non potevi chiamarmi subito o venire da sopra da me? Fammi vedere va…)”
Bene, mano completamente insanguinata, dito con un taglio ma già non sanguina più, cerotto messo ovunque tranne che nel posto giusto. Prendo il disinfettante, gli ripulisco la ferita e la mano, metto un altro cerotto. Sospiro di sollievo, anche per questa volta è andata bene. Faccio per mettere via disinfettante e cotone.
Sangue. Chiazze di sangue ovunque.
- “Sior Pare, cossa ti ga fatto dopo esserti tagliato? (Sior Pare, cosa hai fatto dopo esserti tagliato?)”
- “Me so disinfetà, e dopo me so sentà eà a vardarme ea Bohème, parché?? (Mi sono disinfettato, e dopo mi sono seduto là a guardarmi la Bohème perché?)”
Guardo sconsolata verso il cielo, prendo pezze e detersivi e inizio la caccia. Nella mia testa parte “Whoooo are you… Uh uh uh uh” degli Who. Accendo la torcia del telefono e seguo le tracce dei suoi movimenti. Lavandino, tavolo, stipetto, oggetti vari, pavimento, telecomando… Mezz’ora dopo ho pulito e disinfettato praticamente tutta la cucina. Torno da lui in salotto.
- “Dove ti xe stada? Te go dito che i nea ciavava, ‘sti cancari de interisti! Chel stronso de Geko ghe ga spacà ea testa a uno dei nostri e dopo ga segnà! Che vada a remengo anca el Var! (Dove sei stata? Te l’ho detto che ce la rubavano questi cancari di interisti! Quello stronzo di Dzeko ha spaccato la testa a uno dei nostri e dopo ha segnato! Che vada a quel paese anche il Var!)”
- “Eh… ho pulito la cucina, c’era sangue ovunque… devi stare più attento…“
- “Ciò, ti sa che no ghe vedo! Mi ghe provo anca… (Eh, lo sai che non ci vedo! Io ci provo anche…)”
- “Sior Pare, fammi un piacere. Non fare più cose che prima ti erano facili e ora non lo sono più. Non sono tempi questi per farsi male e finire in Ospedale…“
- “Va ben, va ben. Te prometto che stago più ‘tento. (Va bene, va bene, ti prometto che starò più attento)”
Chiaramente lui vorrebbe essere ancora autosufficente in tutto, ma purtroppo essendo ipovedente non lo è più. Anche le azioni più semplici possono diventare pericolose. Che l’abbia capito finalmente?
Lunedì pomeriggio, mi sto preparando la vasca per il bagno rilassante che attendo dal giorno precedente. Sento il Sior Pare salire le scale, apre la porta con in mano una borsetta di plastica.
- “Scusame se te disturbo… gero drìo cambiar ea lampadina del lampadario e me se gà spacà in man ea boccia… te go portà su tuti i tochi de vero, ea coea e el scotch… e anca el disinfetante, cotone, garze e ceroti… (Scusami se ti disturbo… stavo cambiando la lampadina del lampadario e mi si è spaccata in mano la boccia… ti ho portato su tutti i pezzi di vetro, la colla e lo scotch… e anche il disinfettante, cotone, garzie e cerotti…)”
- “Ma ti te ga tagià de novo?!? (Ma ti sei tagliato di nuovo?!?)”
No. Decisamente non l’ha capito.
Anna