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Stavamo cercando la pandemia – Il pensiero di Alessandro Baricco

La pandemia è mitica. Mitica non nel senso di astratta, ma nel senso che è nata da un bisogno degli uomini. 

Alessandro Baricco, scrittore e intellettuale italiano, pubblicò nell’ottobre 2020 un insieme di 33 frammenti su internet, dal titolo “Quel che Stavamo Cercando”: un insieme di parole che avevano bisogno di trovare spazio, di farsi sentire (infatti l’opera fu pubblicata come una sorta di audio-libro, letto dall’autore stesso). Da poco è uscita un’economica versione cartacea, di cui si raccomanda a tutti la lettura. Le parole di Baricco sono filosoficamente importanti; cerchiamo di dargli un’occhiata al volo insieme.

La prima fase dell’articolo è il centro su cui gira l’idea dello scrittore: la pandemia è un mito. Il mito, nato nella culla della civiltà greca, aveva determinate funzioni etiche e sociali. Creava il campo teorico su cui la vita dell’uomo si fondava. Qualcosa creato dagli uomini per gli uomini. La pandemia non è successa a caso, ma è un evento creato dagli uomini per gli uomini. Una serie di scelte materiali hanno portato alla nascita della pandemia (e fate attenzione che non si parla di virus, ma di pandemia), ma non solo. La pandemia è il risultato dei vari rapporti sociali e di un nuovo mondo che aveva fatto fatica ad affermarsi: quello del Game, come lo chiama Baricco, ovvero tutto quel mondo tecnologico caratterizzante del ventunesimo secolo. 

Alessandro Baricco trova quella che lui chiama sproporzione, a cui il migliore studente di filosofia darebbe il nome di contraddizione. Nella nostra epoca vi era insita una grande contraddizione: i nostri rapporti di produzione erano stantii rispetto all’avanzare delle forze produttive… che vuol dire? È molto semplice: noi avevamo questa grande potenza tecnologica. Finalmente un computer in ogni casa; connessione internet praticamente in ogni oscuro angolo del mondo; la tecnologia era il mondo. Il problema era che questa immensa potenza non riusciva a trovare spazio nella nostra vita, ancora troppo attaccata al suo vecchio stile di vita pre-game. Per questo nella pandemia l’uomo trova la sua epifania. Facciamo questo piccolo esperimento.

Chi di voi durante il lockdown non ha dovuto imparare a comportarsi in modo diverso con i propri aggeggi tecnologici? 

                             La pandemia doveva accadere

Doveva, perché era l’unico modo per far si che gli uomini si destassero dalla loro passività nei confronti del mondo tecnologico, che oramai si identifica con il mondo reale. Da dove state leggendo queste parole? 

La pandemia è geneticamente digitale. La fonte di informazione principale è stata principalmente internet, piuttosto che la vecchia e cattiva maestra televisione. La pandemia ha dimostrato le potenzialità delle nuove tecnologie; è riuscita a realizzare il progetto da sempre intrinseco del Game: ovvero quello di ridurre i rapporti “face-to-face”. Cosa che non deve essere presa di per sé come un qualcosa di negativo. 

Per il lettori accaniti di Baricco questa idea del “doveva succedere” non è nuova. Nel già citato “The Game” nel quale si parla dell’avvento delle nuove tecnologie, lo scrittore scrive che l’idea di internet, o del computer, è nata perché doveva nascere, perché erano nati dei nuovi bisogni nell’uomo che andavano soddisfatti, e non il contrario, ovvero che i bisogni sono nati a seguito delle nuove tecnologie.

La pandemia doveva accadere perché avevamo bisogno di essere costretti a guardare il mondo con occhi nuovi. Gli occhi del futuro

Matteo Abozzi

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