È solo un ragazzo, solitario, intelligente, studioso, appena laureato, carico di buoni propositi e di progetti per il futuro. Ma non per quel futuro, luogo comune di un’evoluzione delle nostre aspettative che si concretizzano, bensì progetti scientifici, risultati di esperimenti sul limite del paradossale, per riuscire in un impresa ancora ritenuta impossibile perfino nella sua epoca avanzata: viaggiare attraverso il tempo.

Ricerche meticolose basate su teorie di qualche secolo prima, alimentate  dalla sua forte preparazione scientifica e astronomica, mai suffragate se non da proiezioni di dubbia o comunque discutibile attendibilità. “Bisogna raggiungere la velocità della luce” – sosteneva Einstein, più di ottocento anni prima  – “per rallentare sensibilmente il tempo: il tempo si dilata insieme allo spazio, in misura direttamente proporzionale all’approssimarsi della velocità della luce”. Il ragionamento implica che, se si superasse la velocità della luce, l’asse temporale scorrerebbe inverosimilmente all’indietro. Le lancette ruoterebbero vorticosamente in senso antiorario, la sabbia della clessidra risalirebbe verso il cilindro superiore, perfino la gravità newtoniana andrebbe in crisi.

Ma come superare tale barriera? Troppi scienziati nel passato e nel presente avevano formulato teorie e  messo in opera esperimenti, inesorabilmente a vuoto: nessun corpo solido sarebbe mai stato in grado di varcare la soglia del corpuscolo sull’onda luminare.

Siamo nell’anno 2736, 20 dicembre, ottavo centenario dalla morte del più grande scienziato di tutti i tempi, noto ancor oggi, nel futuro, in un’epoca decadente, dove l’esaurimento delle riserve energetiche, la carenza di materie prime, il sovraffollamento e la conseguente insufficienza di risorse, stanno portando il pianeta all’autodistruzione. Si combattono guerriglie fratricide, per l’accaparramento delle risorse idriche, per il cibo, per la terra ancora coltivabile. Il progresso e la tecnologia sono oramai rivolte unicamente agli armamenti ed al potenziamento delle forze belliche. Sofisticatissime e silenziosissime armi di distruzione di massa sono state messe a punto per disintegrare il nemico. Ma chi è il nemico? Chi è il buono? Nessuno. Tutti contro tutti.

Altre armi distruttive emergono delle fucine di menti geniali quanto disperate per far “esplodere” l’acqua degli oceani mediante una reazione a catena che agisce sulla parte di idrogeno contenuto nelle stesse molecole. Onde anomale di centinaia di metri si abbattono sulle coste, fino all’entroterra, inondando e distruggendo le città: nessuna difesa possibile. Altre armi invisibili, come lenti concave volanti concentrano i raggi solari dalla stratosfera verso la superficie terrestre aumentando la temperatura sia dell’atmosfera localizzata, sia della superficie raggiunta, fondendo persone e cose.

Il nostro giovane protagonista è solo nella sua stanza, medita, legge libri di storia, articoli su riviste scientifiche, riflette su come l’umanità sia arrivata fino a questo punto, quando è iniziato tutto questo. Fin quando gli capita fra le mani un libro, scritto da uno scienziato del secolo trascorso, un personaggio bizzarro, cui sono state attribuite “Teorie fantascientifiche in uno spazio di attendibilità compreso fra l’impossibile e il surreale”, cosi risuona tonante la critica dei “militanti austeri” (cit. Francesco Guccini “L’Avvelenata” ndr) in altri articoli: teorie che non hanno avuto alcun seguito, tranne l’attenzione di pochi lettori, fra cui, adesso, il nostro Edoardo. Il titolo del libro è Il Viaggio nell’universo del Pensiero. Il fisico, di nome, guarda caso, Archimede, autore del libro, riprende una teoria di uno scienziato del secolo precedente, che pretendeva di poter imbrigliare le onde telepatiche, amplificarle, mescolarle alle onde elettromagnetiche del campo magnetico terrestre, e utilizzarle per la creazione di scenari virtuali, ma assolutamente reali, qualora si fossero sintonizzate le onde cerebrali sulla giusta lunghezza d’onda. Il fisico Archimede a sua volta avrebbe scoperto, a suo dire, che le onde telepatiche viaggiano ad una velocità “n” volte superiore a quella della luce , con “n” che varia da 1 a infinito, infrangendo così qualunque barriera spazio-temporale: in una camera di Simulazione Virtuale, un qualunque soggetto che si fosse addormentato al suo interno avrebbe potuto viaggiare indietro nel tempo attraverso i propri sogni, in scenari virtuali e comunicare con le persone del passato.

Edoardo dunque, con tutta la sua laurea in Fisica Astro-Temporale (una disciplina nata nel 25’ secolo), sebbene alle soglie del trentesimo secolo, d’istinto reagisce con scetticismo rivelato da un mezzo sorriso, ma si sofferma su una riflessione: “Siamo riusciti a vincere la forza di gravità con la controspinta magnetica, tanto da riuscire a volare senza propulsione né ali, grazie agli studi e ai primi goffi esperimenti del 24’ secolo: se avessimo formulato una tale tesi nel ventesimo secolo, ci avrebbero preso per pazzi visionari. Quindi non è escluso che questo visionario Archimede, insieme al suo svitato predecessore, ci abbiano visto giusto, malgrado l’assurdità dei loro propositi”.

Da questo momento Edoardo, si immerge in una serie di studi. Si reca nel suo rifugio anti-atomico, 30 metri di profondità, ben aerato e schermato, con provviste sufficienti per almeno tre mesi, ove il silenzio regna sovrano. Parte dalle formule dei due scienziati snobbati da tutti e investe tutti i suoi risparmi nell’acquisto del materiale e della strumentazione necessaria. Fondamentale la sua conoscenza scientifica più avanti di oltre cento anni rispetto ai predecessori, che gli consente di interpretare al meglio le formule dei due geni ed apportare le dovute varianti e correzioni, alla luce delle nuove conoscenze scientifiche maturate nel suo secolo d’appartenenza.

Edoardo si sente come i fisici, i matematici e gli ingegneri del secondo millennio che cominciavano a far funzionare le invenzioni di Leonardo e, comunque, non ha nulla da perdere: sa che il mondo é oramai alla deriva e, forse, avrebbe potuto contribuire ad un miracoloso salvataggio estremo cambiando la storia. Ragion per cui non é più il tempo di indugiare: si mette subito al lavoro. Con il materiale acquistato costruisce una cabina in legno, rinforzata a lamine di piombo, utili come schermatura dai campi elettrostatici, una sofisticata gabbia di Faraday. Poi, modificando un’arma giocattolo, assembla un apparecchio simile ad un cannone laser terminante a imbuto da una parabolica, quasi la miniatura di un radiotelescopio, che riflette i raggi raccolti sulla parabola contro una pallina strategicamente posta al centro, detto “fuoco”, fatta di carbone sintetico ultra-compresso, trasparente, come un diamante.

Ma non sono raggi solari, né elettromagnetici, né segnali radio quelli che l’ordigno magico del prode Edoardo pretende di intrappolare ed imbrigliare, bensì… onde telepatiche, veicolate da onde elettromagnetiche.

Il “cannone” così costruito viene fissato su un tubo solidale con la verticale del poggiatesta di una robustissima e leggera poltrona d’ufficio, tutta in fibra di carbonio, la parabola rivolta verso il basso come un elmo. Dall’altra parte il cannone viene inserito a baionetta a un robusto tubo di rame, che si collega al lunghissimo filo di un’antenna, che emerge in superficie, sopra il tetto. Una manopola sul fianco del cannone-casco-parabola per sintonizzare… l’anno di destinazione, in un’escursione temporale che va dal 1500 al 2500, il passato, appunto. Il nostro Edoardo sintonizza dunque sul 2050, anno chiave per le sorti del pianeta, anno del bivio, in cui in una direzione andrà il progresso tecnologico, nell’altra la decadenza dell’umanità, nei valori e nello spirito.

Secondo Archimede, tale macchina non solo avrebbe riportato la coscienza indietro nel tempo, ma, tramite l’onda telepatica viaggiante, avrebbe potuto contattare la mente della persona prescelta, per comunicare con essa, a livello di subconscio. Non avrebbe certo cambiato il presente, ma avrebbe potuto innescare una serie di eventi che avrebbero potuto impattare sul futuro, condizionando favorevolmente una mente dopo l’altra , verso la saggezza decisionale. Ogni personaggio dunque, a fronte di una rinnovata coscienza, avrebbe potuto influenzare molti altri, come una reazione a catena che avrebbe potuto cambiare la storia, quindi salvare l’umanità del suo tempo, oggi a grave rischio di estinzione totale. Un forte sibilo che sfuma all’ultrasuono accompagna l’accensione della macchina, e il nostro Edoardo, dopo essersi piazzato comodo in posizione di relax, la testa sotto il cannone a guisa d’elmo, quasi a contatto con il diamante: non deve far altro che addormentarsi e iniziare a sognare. Il suo sogno è il catalizzatore che dovrebbe consentire un viaggio attraverso il tempo verso il passato.

E così si addormenta e inizia il suo viaggio. Fra l’altro il nostro Edoardo è una di quelle rare persone definite “sognatori lucidi naturali”, ovverosia: lui come pochi altri, ha la capacità di rendersi conto di trovarsi in un sogno senza dover avvalersi di tecniche particolari. Può dunque creare l’ambiente  e manipolare a suo piacimento gli oggetti e gli eventi del suo sogno. Questo faciliterebbe il suo viaggio nel passato, qualora il suo esperimento riuscisse, e potrebbe interagire con le persone, anche se non sa dove e come, e quali ripercussioni può avere nella sua psiche. Ma non importa: il dado è tratto, come disse Giulio Cesare in epoca remota, e al di là del Rubicone Spaziale c’é forse un nuovo e antico mondo.

Il sogno comincia a materializzarsi, nel suo gabbiotto, adesso adibito a camera di simulazione, mentre la macchina raccoglie le sue onde cerebrali per trasmetterle nello spazio. Un tunnel, grigio, luminoso, roteante. Edoardo viaggia velocemente al suo interno, come un proiettile, schiacciato dalla forte accelerazione, riesce faticosamente a respirare, non riesce a muovere un arto, tale è la spinta da togliergli quasi il respiro. Potrebbe fermare tutto col pensiero, ma la sua curiosità e la sua tenacia sono più forti: l’obiettivo è troppo importante, quindi, come si suol dire, continua a spingere sull’acceleratore mentre il tunnel sembra stringersi intorno a lui. Tutto diventa sempre più scuro fino a diventare  completamente buio.

“E’ logico” –  pensa Edoardo – “raggiungendo la velocità della luce non posso vedere più niente”. Si accorge di non avere più il controllo del sogno, ma di esserne in balia, mentre passano interminabili minuti durante i quali inizia a entrare nel panico. Non sa se la macchina sta funzionando bene e se il suo fisico reggerà ancora per molto: di certo non è più un sogno normale, e nemmeno un sogno lucido: adesso sa che dovrà assecondare gli eventi che seguiranno, con la speranza che prima o poi si sveglierà… forse. Si sente completamente solo. Raccoglie tutte le sue forze per non svenire e, fiducioso, attende gli eventi.

Finalmente il tunnel comincia ad allargarsi, a illuminarsi, a schiarirsi, la spinta d’accelerazione diminuisce sensibilmente e… un bellissimo paesaggio spaziale si profila all’orizzonte: le stelle sono grandi, infuocate di vari colori e scorrono velocemente intorno a lui, mentre punta dritto verso un puntino luminoso fisso di fronte a lui, un puntino che s’ingrandisce, velocemente.

“E’ la Terra!” – urla, adesso che può articolare la mandibola ed emettere fiato, in questo strano sogno dove tutto sembra reale. Solitamente nei sogni si può correre senza stancarsi, andare sott’acqua e respirare, cadere senza farsi male, ma in questo sogno qualcosa cambia: si può soffrire senza svegliarsi.

“E’ proprio la terra del passato! Atmosfera limpida, addensamenti nuvolosi regolari, niente tracce da esplosioni nucleari” – osserva, mentre adesso le orbita intorno, a distanza sempre più ravvicinata – “ma… non vedo le calotte polari… l’Atlantico più largo … i continenti alterati… niente buchi nell’ozono! non mi sembrano i connotati della Terra del 21’ secolo! Mah! Vedrò più avanti dopo che sarò atterrato!”.

Non appena avverte la presenza di onde cerebrali umane, decide di atterrare. Una landa apparentemente desolata, calda, accarezzata da una folta e regolare vegetazione, strani arbusti, disposti a scacchiera, strani frutti, apparentemente grandi bacche, di un colore giallo-ocra, molto profumati e stimolanti l’appetito. Adesso deve solo individuare la forma di vita intelligente che ha puntato dall’alto, che non tarda a presentarsi alle sue spalle.

“Chi sei e da dove vieni?” – una dolce giovane voce femminile suona alle sue spalle, per nulla minacciosa, ma piuttosto decisa, curiosa e risoluta, il tono di chi si aspetta delle risposte soddisfacenti.

“Mi chiamo Edoardo, signora” – risponde il viaggiatore, girandosi lentamente.

Gli si presenta una giovane figura femminile fiera, lunghissimi e folti capelli liberi al vento, mani sui fianchi, dal sorriso appena accennato e diffidente, uno strano abbigliamento, una sorta di maglia d’alluminio scintillante che asseconda le belle forme del suo corpo. “Strano” –  pensa fra se e se – “Non ricordo di aver mai visto un simile abbigliamento nei trattati di storia e nelle riviste d’epoca che conserviamo nei nostri archivi digitali! E queste strane piantagioni, nel deserto, cosa sono? E come fanno ad essere così rigogliose? E questi frutti? Sembrano ciliegie gialle!”

E mentre osserva cercando di dare una spiegazione, la ragazza interrompe i suoi pensieri:

“Allora, ospite, ne hai ancora per molto o hai perso la memoria? Non è difficile sai? Le prime domande sono le più semplici: chi sei e donde vieni. Non ti ho mai visto da queste parti. E poi non vedo il tuo codice personale distintivo in evidenza, sul petto, come tutti noi!”

“Co … codice distintivo personale? Che codice? (ma dove sono finito? – pensa fra sé e sé) e mi perdoni una domanda, signora: in che secolo siamo?”

“Ma lo sai che sei simpatico, ospite? Mi rispondi con delle domande. E’ un gioco? E allora giochiamo. In attesa che tu riesca a ricollegare il cervello, ti rispondo: Siamo nel 31’ secolo, anno 3050, 20 dicembre,  sei nella piana dell’Eurasia Settentrionale ed io mi chiamo Antia. Adesso però, prima di porre altre domande, pretendo di sapere chi sei e come sei arrivato fin qui. Coraggio, puoi farcela!” – conclude la donna accennando un sorriso tranquillizzante.

La gentilezza accompagna la risolutezza della donna, e il nostro protagonista, mentre si rende conto di non essersi traslato nel passato, ma catapultato nel futuro, per qualche inspiegabile motivo, cerca di accontentare la donna con una risposta plausibile, senza dover mentire:

“Mi chiamo Edoardo, bella Antia, sono uno studioso di fisica Astro-Temporale, appena laureato e sto sperimentando…”

“Cheeeeee?” – lo interrompe bruscamente la ragazza – “Vuoi prendermi in giro? È una disciplina obsoleta e superata, non esiste da oltre due secoli! I casi sono due: o hai più di duecento anni di età e li porti benissimo o mi stai prendendo in giro. Peraltro usi un linguaggio e dei modi arcaici: mi chiami ‘signora’ e mi fai dei complimenti gentili. Da dove vieni? … Aspetta! Lasciami indovinare:  sei emerso dal centro della Terra, dove il tempo si è fermato e vuoi scoprire com’è fatto il mondo in superficie per vedere se è abitabile, giusto?”

Insieme scoppiano in una grande risata che rompe il ghiaccio che separa il suo stupore dall’iniziale diffidenza di lei. Edoardo, liberatosi dall’impaccio dell’incontro ravvicinato, prova a saggiare il terreno sul tema del viaggio nel tempo:

“Ecco, cara Antia, il mio racconto potrebbe sembrarti fantastico, ma è la verità. Io provengo dal 28’ secolo, anno 2736, 20 dicembre, e, in verità, credevo di essere approdato nel 21’, ma… mi sono sbagliato ‘solo’ di mille anni. Da come ho visto questa Terra dallo Spazio Virtuale, così pulita, così limpida, credevo di essere tornato indietro nel tempo, ma con grande stupore da parte mia, eccomi proiettato quasi trecento anni più avanti. Ma mi rendo conto che per te possono sembrare fantasticherie senza senso e… forse sì, vengo dal centro della Terra, e la vedo molto abitabile e popolata da creature femminili molto interessanti e affascinanti!”

“Non sono fantasticherie, gentile e galante ospite Edoardo, ho capito chi sei. La Storia parla di te, della tua invenzione, la macchina rudimentale per viaggiare nel tempo attraverso i sogni, e se siamo riusciti a ricostruire il nuovo mondo e a riprenderci il possesso del pianeta nel modo più sano per renderlo vivibile, lo dobbiamo anche a te, ai tuoi studi, ai tuoi scritti, e alle tue opere … ma prima di continuare, dai vieni in casa, qui fa caldo, ti offro una fresca spremuta di Cregia

Il giovane, stupefatto, ma felice di non dover formulare ulteriori spiegazioni, accetta l’invito della bella Antia e continua ad osservare e guardarsi intorno. Una casa semplicissima, somigliante a un bungalow, ma accogliente, tutta in legno, dentro e fuori, ricca di strani, ma gentili addobbi. Siede davanti a un grande tavolo pentagonale. Strana sedia, osserva, tutta in legno, si poggiano le ginocchia su due cuscini montati su due assi orizzontali ricurvi, come un vecchio dondolo, e ci si accomoda a cavallo su di un sellino non dissimile da quello di una vecchia bicicletta, comunque comodo.

“Sei comodo? Questo modello di seggiola, chiamato active body park ti rilassa tutto il corpo senza deformarti la colonna vertebrale. Con poco sforzo rimani in equilibrio mantieni la linea del corpo in armonia con la postura naturale, e ti riposi”

“Affascinante!” – risponde Edoardo, dopo aver trovato il giusto equilibrio ed assaporato il dolce succo di cregia, il frutto giallo-ocra degli arbusti – “ma raccontami, Antia, hai parlato di ricostruzione, cos’è successo al mondo del mio secolo, come possono essere stati utili i miei scritti… cioè quelli che dovrò ancora scrivere, se mai riuscissi a rientrare nel mio tempo?”

“Caro Edoardo, sono dolente doverti ribadire quanto sicuramente già temi: il tuo mondo sta finendo, e nel peggiore dei modi. Quasi trecento anni fa anni fa, il tuo pianeta è stato falcidiato dalla più terribile di tutte le guerre: la Guerra dell’Aria. Al tuo tempo la popolazione aveva superato i dieci miliardi di abitanti, i tuoi simili avevano raggiunto il massimo della tecnologia, ma avevano consumato tutte le risorse energetiche del pianeta. L’acqua e il cibo erano insufficienti. La tua Terra, Edoardo, sta affrontando la più grande crisi di tutti i tempi, non sono più le nazioni che combattono contro altre nazioni, come nelle tre antiche guerre mondiali, ma la famiglia che combatte contro l’altra famiglia, l’uomo che combatte l’altro uomo, solo per sottrarsi a vicenda le risorse vitali.  Inutili le soluzioni approntate dai governanti sul razionamento alimentare, energetico e idrico, pochi anni dopo il tuo viaggio la tua gente in varie parti del mondo muore di fame, di sete, di caldo, di freddo. Si combatte dappertutto, la tecnologia e la chimica sono al servizio di criminali, che fabbricano armi tecnologiche, chimiche e batteriologiche per rivenderle a potenti capi-milizia, in cambio di ingenti riserve di provviste, acqua, ed energia. Si diffondono malattie, poi vengono diffusi gas velenosissimi che aumentano l’effetto serra e causano l’apertura di numerosi buchi nell’ozono. Molti, come te, si eclissano nel proprio rifugio anti-atomico, al riparo da quasi tutti gli agenti mortali che infestano il pianeta, ma quasi tutti alla fine periscono per vari motivi che puoi immaginare, fino al giorno dell’esplosione totale“.

“L’Esplosione totale?” – ripete Edoardo, stupito e spaventato, ma non più di tanto, dal momento che stava già vivendo quell’atmosfera di crisi e di agitazione belligerante del mondo, per cui aveva tentato invano un viaggio nel passato – “cos’è successo, cioè … cosa succederà? ti prego, raccontami!”

“E’ successo, caro amico del passato, che la tua Terra è diventata una bomba vagante nello spazio, tempestata di continue esplosioni e irrorazioni di gas, che hanno alterato non solo l’atmosfera, ma anche la litosfera, la crosta terrestre. Indebolendosi il mantello terrestre profondamente e in più parti del mondo, le placche hanno cominciato a spostarsi, si sono aperti varchi dai quali sono emersi nuovi vulcani. Un susseguirsi crescente di terremoti di grande intensità che ha seminato morte e distruzione ovunque. Questa catastrofe apocalittica verrà poi raccontata come l’Esplosione Totale del 28’ secolo. L’umanità, drasticamente indebolita non è stata più in grado di reagire e fu decimata quasi totalmente negli anni a seguire. Si sono salvate pochissime anime, meno di un milione in tutto il mondo, ma sicuramente i migliori, i più furbi, i più intelligenti, i più saggi, non i più forti fisicamente né i criminali. Con l’intelligenza, l’umiltà, lo spirito di gruppo e la coscienza del fatto che per sopravvivere bisognava aiutarsi a vicenda, non uccidersi, l’umanità si è ricostruita, iniziando da una civiltà contadina, alla ricerca di spazi vitali e vivibili,  soprattutto basata sulla solidarietà sociale. Da un altro lato i cervelli intellettuali e scientifici hanno riassemblato nuove semplici macchine e mezzi di comunicazione, con rinnovate tecnologie, ripescando materiali dalle città distrutte. Fra questi scienziati ci sei tu, con la tua macchina che amplifica le onde telepatiche, che dà inizio a una nuova era, una tecnologia a basso costo e impatto ambientale trascurabile. I tuoi successori perfezioneranno la tua invenzione che darà un’enorme spinta non solo al progresso tecnologico, ma anche a quello spirituale”

“Mi sento onorato, dolce Antia, ma non ti nascondo le mie preoccupazioni, anche se nel mio rifugio sono abbastanza al sicuro, al riparo da agenti patogeni, da radiazioni e dai gas. Prima o poi dovrò emergere e non so che cosa mi aspetta in superficie. Ma dimmi, come vivete, come avete ricostruito la società, come sono stati definiti i confini, come si chiamano le monete, quante lingue si parlano nel mondo e quan…”

“Al tempo, giovane scienziato, al tempo, ho tutte le risposte” – lo interrompe bruscamente la giovane interlocutrice – “ma posso farti solo una strenua sintesi, sarà il bagaglio che dovrai riportare indietro nel tuo tempo, insieme al tuo sogno, ma prima di tutto rispondo all’interrogativo che ti tormenta da quando hai visto la Terra apparire dal tuo Spazio Virtuale!”

“Sì, Antia, forse puoi spiegarmi dove ho sbagliato, perché mi trovo nel futuro anziché nel passato, ma come fai a saperlo?”

“Ti leggo il pensiero, ciò che decidi di trasmettermi. La tua invenzione ha un banale errore di concetto in contrasto col tuo proposito: utilizza le onde magnetiche per amplificare le onde telepatiche e le onde radio in sub-frequenza come portante per viaggiare nello spazio. Ecco, le onde radio, di qualunque lunghezza esse siano, non possono mai superare la velocità della luce, per cui le onde telepatiche così veicolate si adeguano a tale velocità. I tuoi pensieri hanno raggiunto le porte del tempo, ma non le hanno valicate. Quando hai raggiunto la soglia il tempo per te ha cominciato a scorrere velocemente in avanti relativamente alla tua posizione nello Spazio Virtuale, per la legge sulla dilatazione temporale, ed eccoti qui”

“Accidenti, è vero, non ci avevo pensato! Le onde radio come mezzo di trasporto non potevano essere sorpassate dalle onde telepatiche! È come se un’automobile veloce viaggiasse sopra un lento camion, per quanto veloce deve stazionare su di esso e si trasporta alla sua stessa velocità. Quindi non potrò tornare indietro nel tempo. Ma adesso raccontami di questa epoca, il progresso raggiunto e le aspettative del futuro!”

“Presto fatto, caro Edoardo. Noi siamo i figli dei sopravvissuti del ventottesimo secolo, e i nostri avi, i vostri discendenti, si sono dovuti prima preoccupare di come sopravvivere dopo l’Esplosione Totale, quella fine del mondo annunciata in tempi remoti da tutte le religioni, perfino dai Maya. La temperatura del pianeta è salita e i ghiacci polari si sono completamente disciolti, e così le tundre, le steppe. Il mondo dopo le distruzioni di cui ti ho parlato, è stato invaso da enormi masse d’acqua. Quasi tutte le specie animali si sono estinte, tranne gli erbivori, i pesci, gli uccelli, gli insetti, e l’Uomo. La vegetazione invece ha cominciato a prosperare rigogliosa, nuove specie di piante e frutti hanno invaso il pianeta. Quindi anche i nostri avi, per sopravvivere, si sono nutriti di erbe, frutta, pesce. Non sono dovuti ripartire dallo stato primitivo, ma, recuperando il recuperabile dalle città distrutte, hanno cominciato a ricostruire nuove società in varie parti del mondo, conservando e ampliando i rifugi sotterranei. Col tempo e con le generazioni a seguire, si é riavviato il progresso tecnologico e culturale in un’unica direzione, volta sempre e solo al bene comune, a livello globale, con l’attenzione e la coscienza degli eventi passati: il fantasma dell’autodistruzione è stato sempre presente, nel ricordo e negli archivi magnetici e ottici recuperati, è stato tramandato di padre in figlio, non come favola, ma come storia vissuta e sofferta. Sono state fondate scuole, centrali elettriche, è stata formulata una cultura nuova, pur riprendendo le soluzioni operate nel periodo pre-apocaliptico, quelle buone, per lo sviluppo essenziale. I nuovi Filosofi e Saggi ci hanno guidato sulla strada del buon senso: la dissuasione dei concetti di proprietà privata, di ricchezza, di potere, di valore monetario, di violenza a vantaggio delle idee di condivisione, libero scambio, equilibrio, attenzione, prevenzione, aiuto reciproco, senza andare in contrasto con le idee ed il lavoro degli scienziati: il progresso umano va di pari passo col progresso tecnologico. Abbiamo abolito il concetto di ‘moneta’. Non esistono banche, né assicurazioni, né colossi industriali, né qualunque tipo di istituzione basata sul profitto del singolo o dei pochi: misurando la potenzialità delle  risorse della comunità con la popolazione presente, la ricchezza viene distribuita in proporzione, non sotto forma di denaro, ma sotto forma di Crediti

“Crediti? Che significa, Antia, mi vuoi dire che non esiste più il denaro? E come fate a garantire i servizi alla società? E il lavoro, come viene retribuito senza denaro?”

“Comprendo le tue perplessità, caro amico ospite, vedi? Nel tuo tempo avrei dovuto chiamarti Straniero, ma in quanto essere umano sei un ospite purché non paventi ostilità. Tieni presente che dai nostri avi pre-apocalisse, abbiamo ripreso le tecnologie energetiche essenziali, le tecnologie informatiche unificate alle telecomunicazioni. Dopo essere riusciti a ripristinare le comunicazioni in tutto il pianeta, usiamo le tecnologie informatiche per essere in contatto gli uni con gli altri in tutte le parti del mondo. Peraltro parliamo tutti la stessa lingua, la stessa tua, l’inglese, e siamo andati avanti tutti alla pari. Non abbiamo mezzi di trasporto veloci, ma il tempo non è più un’ossessione. La Chimica Botanica ha fatto passi da gigante, la Natura è la principale fornitrice di vita. La vita media è di cento anni. Le case non sono in muratura, ma in legno plastico, un prodotto della chimica Botanica, di veloce costruzione, robuste, resistenti ai terremoti e alle intemperie, fresche d’estate e calde d’inverno. Sfruttiamo al meglio tutte le energie rinnovabili, quelle fossili si sono esaurite già nel tuo tempo. Non abbiamo bisogno di effettuare viaggi da una parte all’altra del mondo, se non per svago e con tutto il tempo che serve. Le città che vedi sono distribuite in ampi spazi, non dobbiamo produrre né armi né grandi macchinari industriali, perché non esiste l’industria come la conosci tu. In suo luogo abbiamo istituito migliaia e migliaia di corporazioni di arti e mestieri. Ogni comunità realizza tutto il necessario nel proprio territorio ove è logisticamente ubicato, tutti lavorano e tutti studiano. La scuola dura trent’anni, ma si studia anche mentre si lavora. Ogni comunità mondiale valorizza le proprie risorse sotto forma di Crediti che vengono distribuiti in misura proporzionale a tutti gl’individui. Ad ognuno di noi, dalla nascita, viene attribuito un PUC (Personal Universal Code), un Codice Personale Universale di 18 cifre, unico in tutto il mondo. Ogni Persona, da quando viene al mondo ha diritto alla vita, a un alloggio, ha il dovere di studiare, e poi il diritto e il dovere di lavorare, abbiamo sempre un mondo da costruire, ma senza fretta. Gli studi sono in continua evoluzione ed aggiornamento, quindi anche chi lavora spesso è sottoposto ad aggiornamenti di pertinenza alle proprie professioni.”

“Professioni? Quindi il lavoro è articolato in più mansioni?”

“No, sono più professioni, che vengono esercitate a turno e in base alle necessità. Viene retribuito sempre mediante Crediti. Ognuno di noi deve essere in grado di svolgere almeno tre professioni, e sempre pronto ad impararne di nuove, perché il progresso è inarrestabile.  Alcune professioni scompaiono e ne nascono di nuove. Avendo abolito i poteri forti e le lobbies tipiche del tuo secolo e precedenti, nessuno deve cercare di conservare politiche obsolete a tutti i costi per non perdere ricchezze. In poche parole, siamo tutti ricchi, anche se non in egual misura, ma sempre motivati a rinnovarci e migliorare. Chi lavora di più ottiene più Crediti, chi ha progetti tecnologici mirati a migliorare la vita, viene finanziato dallo Stato con Debiti, che recupererà nel tempo con i crediti maturati, senza interessi. Laddove il progetto porti beneficio alla comunità locale o globale, viene aumentato il valore dei Crediti di Stato. Il suo impegno viene premiato azzerando innanzitutto il suo debito, aumentando il suo Montante Crediti personale e finanziando i suoi progetti futuri, sempre attraverso la politica del Credito Virtuale. L’Arte,  lo Svago, la diffusione della Cultura sono incentivate con Crediti Straordinari. Tutto passa attraverso lo Stato Centrale Mondiale, ma con l’aiuto dei software e la velocità del Computer Centrale, tutti i protocolli e le pratiche vengono smaltite velocemente. Non esiste la storica burocrazia che sicuramente conosci. Anche le votazioni e le consultazioni popolari sono effettuate on-line: ogni cittadino comunitario partecipa sempre attivamente alla politica comunitaria e a quella centrale”

“E la criminalità?” – chiede Edoardo, ancora perplesso e non troppo convinto del modello societario del futuro – “Non esistono i ladri? I trafugatori di beni e di Crediti?  I sabotatori? I nostalgici della moneta? Gli apologisti religiosi? I reazionari? I Complottisti? I Negazionisti? Gli Anarchici?”

“Le religioni hanno fatto il loro tempo, caro Edoardo. Non che si siano estinte, ma solo trasformate: il valore degli insegnamenti di tutti i Profeti del passato è stato epurato dell’oscurantismo e delle contraddittorie interpretazioni umane, soggettive e strumentali assecondate dall’ignoranza e dalla paura dei cosiddetti fedeli, spesso degenerate nella violenza. Tale trasformazione ha condotto alla maturazione di ideali sani, solidi e prettamente umani. Il progresso dell’uomo non è legato alla divinità e ai dogmi dei poteri religiosi, ma alla stessa essenza dell’uomo nella sua magnificenza e nella sua anima. L’uomo ha preso coscienza dell’anima da quando è riuscito a separare lo spirito dal corpo, senza creare ectoplasmi santificati come modelli da imporre, accompagnati dai relativi castighi, ma semplicemente ascoltando dal profondo gli insegnamenti illuminati dei nostri antenati di tutte le filosofie e religioni che si sono susseguite, al di sopra della loro ostentata divinazione. La criminalità purtroppo non si può debellare. E’ intrinseca nella natura umana. I criminali di oggi non sono ladri, perché non c’è niente da rubare, è già tutto nostro; non sono individui assetati di potere e di ricchezza, non c’è moneta e non esistono confini fra stati e comunità: i confini sono quelli del globo terrestre: i crimini sono sempre quelli passionali, che esistono da quando esiste il mondo. Esistono invece i pirati informatici, a tutti i livelli, trafugatori e dirottatori di Crediti. Sulla falsariga dei primitivi Virus Informatici del terzo millennio, adesso, nel quarto millennio abbiamo gli Informatici Virus, talvolta singoli, ma più spesso organizzati in gruppi e sempre difficili da individuare. Ma, caro amico, non posso colmarti quasi trecento anni di storia che dividono il mio mondo dal tuo, troppi sono gli argomenti, e poco il tempo a disposizione: presto dovrai svegliarti!”

“Aspetta! Non mi hai parlato della cosa più importante…” – soggiunge Edoardo

“Vero! La telepatia! La tua macchina è stata perfezionata per creare ambienti di Simulazione Virtuale. Indossiamo un elmetto denominato Tele-Transporter che ci permette ad esempio di vedere un film direttamente dentro una camera di simulazione, vivendo le scene dentro il film, non davanti a uno schermo. Inoltre, come ti dicevo non abbiamo necessità di spostarci fisicamente nel mondo: un meeting a livello mondiale si realizza mediante Incontri Telepatici a distanza esattamente come stiamo facendo noi due, perfino in epoche diverse”

“Ma da quel poco che ho percepito, siete riusciti anche a comunicare direttamente, a leggere i pensieri, senza indossare elmetti” – ribatte Edoardo, curiosissimo.

“Certo, ma solamente a distanza ravvicinata. Poiché usiamo continuamente l’energia cerebrale, le nostre onde si sono potenziate, possiamo leggere il pensiero del nostro interlocutore, ma solo se ce lo concede. Egli può erigere una barriera cerebrale impenetrabile”

“Quindi è così che leggi i miei pensieri!”

“Sì, tu non sei allenato, quindi sei come un libro aperto. Ma sarai proprio tu a istituire la nuova disciplina, quindi dopo di te verranno avviate ricerche e ginnastiche mentali per imbrigliare le onde telepatiche, che, come sai, superano la velocità della luce”

“E siete riusciti a superare le porte del tempo e viaggiare nel passato?” – Freme Edoardo, senza nascondere il suo entusiasmo secondo solo alla sua curiosità

“Naturalmente sì! Ma fin adesso soltanto pochi cerebralmente superdotati riescono a comunicare con persone del passato durante il sogno!”

“Davvero? E come? E soprattutto, a quale scopo?” – Edoardo non sta più nella pelle

“Lo stesso tuo scopo. Nel tuo tempo verrebbero chiamati Santoni, ma sono dei saggi che hanno dedicato la vita alla meditazione ed alla ricerca del giusto, studiosi di tutte le religioni del passato e dei loro Profeti, ed esperti consiglieri in tutte le comunità. Riescono a ‘volare’ indietro nel tempo e a contattare le menti più sensibili, quelle dei bambini e quelle degli adulti umili e aperti, durante i loro sogni, ma spesso anche durante la vita quotidiana. I saggi Viaggiatori del Tempo sanno già in anticipo se una loro scelta può recare danno a loro o agli altri simili e cercano di guidarli sulle giuste scelte, ma non sempre ci riescono. E’ stato grazie ai loro suggerimenti che il susseguirsi degli eventi che ha portato il pianeta alla catastrofe, non ha estinto le migliori menti del mondo: tali menti, compresa la tua, sono state condotte nella strada giusta per consentire il ripopolamento ed il progresso del Globo nella giusta direzione”

“Vuoi dire che ciò che è successo nel passato è stato previsto nel futuro? Cioè … questo mondo esiste perché nel passato alcuni sono stati salvati dal futuro per salvare il… futuro?”

“Lo so, è difficile da comprendere, ma il tempo è un cerchio lungo da percorrere nella sua circonferenza più ampia, ma istantaneo al centro ove convergono i raggi. Naturalmente i saggi non possono interagire con gli uomini del passato, perché altrimenti cambierebbero la storia, ma possono contribuire alle loro scelte rispettando il libero arbitrio. Alcuni individui, fra questi prescelti sono riusciti a percepire la presenza di questi suggeritori, si son resi conto che assecondarli poteva favorire il loro cammino, e, come era uso in quei secoli, hanno personificato a modo loro queste ‘voci’ dal futuro”

“Davvero? E come le hanno personificate? Hanno dato loro un nome?”

“Certo” – conclude il racconto la bella Antia – “le hanno da sempre chiamate ‘Angeli’, dando loro dapprima forme umane con le ali, poi spirituali, naturalmente nel quadro della loro conoscenza”

“Ahhhhhhh! Ecco cos’erano quelle voci subliminali che sentivo anch’io a livello di subconscio,  e che mi hanno guidato nei miei studi. Sinceramente non ho mai creduto agli angeli, ma sentivo qualcosa, ed ho assecondato questi suggerimenti e…”

“Ed hai contribuito enormemente al salvataggio della specie umana ed alla sua ripresa, ma non per scelta tua. Ed anche il saggio che ti ha guidato è stato a sua volta guidato dal futuro”

“Accidenti! La catena del tempo, ma qualcuno avrà pur iniziato questa catena, chi è al centro del cerchio?”

“Questo non mi è dato di saperlo, e credo proprio che non lo sapremo mai, non è alla nostra portata, ma sappiamo che esiste, non importa in quale forma, ma è certamente  il principio e la fine del tempo. Adesso, caro il mio ospite Edoardo, si è fatta l’ora. La tua fase di REM si sta indebolendo e sei vicino al risveglio. Vieni a riposarti, chiudi gli occhi così potrai risvegliarti nel tuo rifugio senza traumi. Ti aiuterò ad addormentarti cantandoti una ninna nanna del 20’ secolo, che come tutte le cose belle è sopravvissuta attraverso la memoria degli uomini in tutti i tempi. Dormi, ti sono vicino, e quando ti sveglierai, saprai cosa fare e come agire. Arrivederci, giovane Viaggiatore dei Sogni, e non è escluso che ci rivedremo!”

Edoardo si addormenta al suono della bella voce di Antia e intraprende il viaggio di ritorno, molto più rilassato e tranquillo. Si risveglia nel gabbiotto all’interno del suo rifugio, esulta e comincia a scrivere, scrivere e scrivere. Scrive la sua esperienza trascorsa, scrive le formule ed i percorsi della sua invenzione, scrive sulla carta gli schizzi, poi trascrive su computer. L’esperimento è riuscito oltre le sue aspettative, malgrado l’errore temporale.

Edoardo ha capito di essere un componente essenziale di quel cerchio che mantiene in vita l’Universo e deve tramandare la sua invenzione. Non deve tenere tutto per se, come hanno fatto troppi scienziati del passato per ricevere onori, glorie e felicità materiale apparente, ma deve condividere la sua scoperta con più persone possibile, per la salvezza del suo pianeta. Non deve più cercare la soluzione cambiando il passato, ma la sua idea sta già cambiando il futuro.

La morale di questa storia di pura invenzione è stata scolpita nell’essere umano da sempre: per abbattere i mammut  per nutrirsi e sopravvivere alle feroci belve ed alle catastrofi, si è organizzato in gruppi, in comunità e tribù, società, nazioni, continenti, fino a  diventare padrone del pianeta. La fratellanza, la condivisione della conoscenza, l’organizzazione in collettività l’hanno reso imbattibile. L’avidità e l’egoismo l’hanno isolato e reso fragile e insicuro e lo porteranno all’autodistruzione. E le stelle? Non stanno più a guardare: anche la Natura prende i suoi provvedimenti.

Ma questa è un’altra storia.

Vincent
Scrittore, Musicista, Informatico

Racconto n. 13 del mio secondo libro “Non Solo Favole”

“Non Solo Favole”