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Cinismo e il bisogno di abbandonarsi alla naturalezza

La fiducia: un atto incontrollabile di fronte alla natura.

Qualche giorno fa, parlando con una persona, ho riflettuto sul fatto che spesso ci perdiamo gran parte della bellezza della vita e dei rapporti per una forma di cinismo che inseguiamo nella nostra società.

Si tratta di quella forma di cinismo che fa sì che certe cose nella vita, secondo il nostro punto di vista, possono essere solo in un determinato modo; così quando le cose vanno diversamente le escludiamo a priori perché non rientrano nei canoni da noi stabiliti.

Secondo quella forma di cinismo è difficile abbandonare certe regole o modalità di vivere. È anche una forma che porta ad avere pregiudizi in determinati casi, a valutare una persona in base a ciò che ha studiato, in base all’età, al lavoro e a livellare le persone dopo il primo impatto.

Mi sono chiesta da dove deriva questo bisogno di avere un’immagine ben precisa di come la vita deve essere. Se ci pensiamo, in passato ci sono stati momenti di grande ribellione e cambiamenti significativi che hanno influenzato la nostra società. Questa messa in discussione di ciò che era ha creato una società moderna, che apparentemente sembra più in sicurezza ma che nel profondo non lo è.

È vero che rispetto a un passato oggi si hanno più sicurezze ma questo eccessivo intento di regolare la vita di tutti noi ci ha resi anche estremamente insicuri dal punto di vista umano e profondo; ci ha resi cinici appunto.

Siccome sappiamo cosa significa insicurezza e perdita di controllo ci affidiamo a dei calcoli e a delle regole che ci danno la sensazione di essere al sicuro.

Quando parliamo con una persona, allora, teniamo sempre conto delle sue regole e della modalità di vivere dell’altro. Tendiamo a raccontare noi stessi considerando in primis il modo d’essere dell’altro.

Non siamo mai veramente naturali perché non abbiamo la fiducia di esserlo e perché non crediamo che la vita possa essere al di fuori da certi canoni.

Quando in natura vediamo una pianta che cresce in maniera completamente diversa o addirittura piante che si adattano a circostanze, nella quali secondo gli studi non potrebbero sopravvivere non diremmo mai che non va bene e che deve essere diverso, abbiamo al contrario quella fiducia che sia corretto così.

Ciò che, per tanto, naturalmente sboccia nella nostra vita deve essere accolto per ciò che è; sia questo anche al di fuori dai canoni che ci siamo costruiti.

Credo che abbiamo bisogno di maggiore fiducia e per far nascere questa è necessario abbandonarsi alla naturalezza del nostro essere. Quella naturalezza che possiamo vedere in un sorriso, in una camminata in una cosa che cade e che afferriamo.

Quella parte in noi che non può essere controllata, che è estremamente naturale e che non rientra nelle regole prestabilite c’è.

Questa parte in noi dona fiducia agli altri, permette loro di essere naturali e se stessi.

La pasqua che simboleggia la rinascita è un grande momento per noi e può rappresentare un’occasione per far fiorire ciò che naturalmente vive dentro di noi.

Lasciamo che la naturalezza penetri la nostra vita e la vita degli altri rendendola migliore.

Lasciamo che la naturalezza ci doni la fiducia più autentica.

Sophia Molitor