Giulia: Ciao a tutti! Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica Piccoli Lettori… come me!
Argo: Ciao, amici! Giulia, di cosa parliamo oggi?
Giulia: Questa settimana torniamo nel mondo dei fumetti! Non ve ne presenterò uno, ma esploreremo il genere dei fumetti neri italiani, in particolare i membri della cosiddetta Banda dei Kappa.
Argo: L’ho sentita nominare… spiegaci meglio.
Giulia: Nel 1963, l’esordio di Diabolik di Angela e Luciana Giussani diede l’avvio alla pubblicazione delle saghe a fumetti di eroi negativi, oltre che a suscitare grande scalpore per la novità rappresentata dal fatto che gli autori fossero donne. In molti si diedero alla produzione di questo genere, ma alcuni preferirono più comodamente “rubare” e copiare l’idea delle Giussani. L’insieme dei concorrenti “cloni” di Diabolik, pubblicati a partire dagli anni ‘60, fu denominato la Banda dei Kappa.
Argo: Ah… ora ricordo! Facci qualche esempio.
Giulia: Due dei titoli più celebri sono Satanik e Kriminal, di Max Bunker – lo stesso ideatore di Alan Ford, che viene pubblicato tutt’oggi. Il primo ha come protagonista una donna, Marny Bannister, dal viso fortemente sfigurato da una voglia. Grazie a una pozione dall’effetto a tempo limitato, da lei creata, riesce a modificare il suo aspetto, assumendo una provocante bellezza. Il suo carattere rispetta l’archetipo femme fatale, una figura femminile molto attraente, ma cinica e spietata.
Argo: Mi ricorda la vicenda de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Stevenson, in cui Jekyll riesce a sdoppiare la sua personalità e a modificare il suo aspetto tramite una pozione. L’archetipo della femme fatale mi ha incuriosito, puoi dirci qualcosa in più?
Giulia: Femme fatale deriva dal francese, donna fatale, ed è attribuito alle donne che sfruttano la loro ingannevole bellezza per manipolare gli altri, spesso inducendoli a compiere azioni negative, e raggiungere i propri scopi. È molto diffusa nella letteratura e cinematografia europee. Già nella mitologia classica ritroviamo questa figura: degli esempi sono la dea babilonese Ishtar e il personaggio biblico di Eva, che indusse Adamo a peccare. Questo genere di personaggio è anche chiamato vamp.
Argo: Ok, grazie. Dai fumetti si possono imparare molte cose.
Giulia: Per queste sue caratteristiche, Satanik introduce nel fumetto nero italiano un aspetto horror, fantascientifico ed erotico assente fino a quel momento.
Argo: Invece, cosa ci dici di Kriminal?
Giulia: Kriminal è un altro personaggio di Max Bunker. È uno spietato criminale, la cui vera identità è Anthony Logan, che agisce mascherato da una calzamaglia gialla con impresso uno scheletro stilizzato. Presenta numerose analogie con Satanik: in primo luogo, l’identità di entrambi è nota, cosa che non avviene in Diabolik. Anche il movente delle loro azioni criminose è lo stesso: Marny e Anthony vogliono vendicarsi del mondo, che è stato ingiusto verso di loro, tanto da fargli perdere i padri. Come Diabolik, Kriminal ha una forza e resistenza fisica notevoli; è esperto nel lancio di coltelli, ma usa anche armi da fuoco. Insieme a Diabolik e Satanik, Kriminal rappresenta il capostipite del filone del nero italiano.
Argo: Interessante. Ce ne presenti qualcun altro?
Giulia: Zakimort è l’identità segreta di Fedra Garland. A differenza dei suoi concorrenti, agisce – con i suoi metodi – per la legge e non contro, spinta dalla voglia di compensare il male che fece in vita suo padre, capo di una banda di criminali da cui fu ucciso. È una “paladina della giustizia” che opera in modo criminoso. Il suo costume è una calzamaglia nera, completata con una maschera in viso che le copre gli occhi, e ricorda quello di Diabolik. È affiancata da Leo e Teddy e dal fidanzato, il tenente Gary Norton, inconsapevoli della sua doppia identità. Il rapporto tra Fedra e Norton ricorda quello tra Ginko e Altea: l’ispettore si sente socialmente inferiore rispetto alla duchessa – motivo per cui rifiuta di sposarla – e lo stesso vale per Norton. Un’altra somiglianza di Norton con l’ispettore è la caparbietà con cui persegue la lotta contro Zakimort e l’amarezza che ne deriva. Inoltre, il tenente mostra un forte istinto di protezione verso Fedra, come Ginko. Il personaggio di Zakimort fu ideato da Pier Carpi e pubblicato da Gino Sansoni, il marito di Angela Giussani. Per questo, spesso, nei primi numeri di Diabolik uno spazio era dedicato alla pubblicizzazione della nuova serie.
Argo: Wow!
Giulia: Altri “cloni” sono Demoniak, Sadik e Magik.
Argo: E le Giussani non facevano niente per fermare la diffusione dei loro concorrenti?
Giulia: Ovviamente, non potevano agire fisicamente, ma provavano almeno a danneggiarne l’immagine e a riaffermare la superiorità e l’originalità di Diabolik, scrivendo brevi frasi a piè pagina delle loro tavole. A volte, gli altri autori rispondevano con un sistema analogo.
Argo: Però io non ho mai visto questi titoli in edicola. Dove possiamo trovarli?
Giulia: Nessuno di essi è arrivato fino ad oggi. La Gazzetta dello Sport ne propone delle ristampe anastatiche, cioè uguali alle originali, inalterate, come fa anche con Diabolik e con Tex Willer. Potete trovarle sullo shop online della Gazzetta dello Sport o in edicola, se sono in corso di pubblicazione. Anche la casa editrice Editoriale Cosmo produce delle ristampe dei primi fumetti neri italiani, nella collana I classici del nero italiano.
Argo: E tu ne hai mai letto uno? Cosa ne pensi?
Giulia: Ho letto un paio di numeri di Zakimort e Satanik e la mia opinione su di essi non è positiva. Non mi piacciono le trame, i disegni, di qualità enormemente inferiore a Diabolik, e i personaggi, molto ripetitivi. Per me, Diabolik è unico. Devo però ammettere che tutta la Banda dei Kappa ha dato un forte contributo allo sviluppo del fumetto italiano. Vi consiglio di leggerli per pura conoscenza personale.
Argo: Potresti prestarmeli?
Giulia: Certo! Amici, per questa settimana è tutto. Ciao!
Argo: Bau! Alla prossima!