Quest’anno tra il lavoro e il caldo non avevo ancora organizzato nessuna grigliata estiva con gli amici. Saltata quella classica del Redentore, mi era rimasta la voglia di far festa in compagnia e di mangiare soprattutto un po’ di carne grigliata.
Visto il maltempo che ha contraddistinto la scorsa settimana, abbiamo preferito comunque rimandare a giorni, meteorologicamente parlando, migliori. Però perché non farla comunque in casa con la griglia elettrica solo per noi?
- “Sior Pare, cossa ti dizi, grigliamo comunque solo per noi?” (Sior Pare, cosa dici, grigliamo comunque solo per noi?)
- “Sì sì, go vogia de costesine… Xe tanto che no e magnemo…” (Sì, sì, ho voglia di costicine… è tanto che non le mangiamo…)
Come da abitudine, tiro fuori la carne e la lascio a marinare con le spezie e il vino in cucina. Chiudo la porta per non rischiare assalti felini e torno a lavorare.
- “Sior Pare, mi raccomando: se entri in cucina poi chiudi la porta che non entri Yoshiko.“
- “Sì sì, no state preocupar…” (Sì, sì non ti preoccupare…)
Un paio di ore dopo scendo da lui per iniziare a cucinare. Fa molto caldo per cui apro le finestre e me ne sto lì beata in cucina a controllare e girare la carne mentre ascolto la radio. Porta sempre rigorosamente chiusa. Il Sior Pare ogni tanto entra per vedere la situazione e puntualmente gli dico di chiudere la porta, sia mai che Yoshiko scappi.
Intanto lui prepara la tavola in salotto mentre si guarda, come ogni sera, Nudi e Crudi. Io finisco di cucinare e arrivo con i piatti pronti e fumanti. Ci sediamo e iniziamo a mangiare.
- “Dove xe Yoshiko? Xe un toco che no ea vedo…”
- “L’ultima volta che l’ho vista era in corridoio che giocava…“
Molliamo lì tutto e iniziamo la ricerca. Buttiamo praticamente giù la casa e niente. Usciamo in giardino, a volte capita che riesca a fuggire e dopo un breve giretto torna subito a casa, proviamo a chiamarla, vado a vedere nei giardini dei vicini. Niente.
Mangiamo in silenzio. C’è molta apprensione, non è da lei allontanarsi e star fuori così tanto. Ogni 10 minuti usciamo di nuovo a chiamarla, il Sior Pare guarda e riguarda in ogni angolo della casa. È passata più di un’ora. Ormai siamo disperati. Qui ci vuole una svolta.
Per cercare di distrarlo gli metto su il suo film preferito, così magari non ci pensa tanto.
- “Papà, vuoi che metta su Piccole Donne?“
- “Va ben, ma ti metti el dischetto de queo del ’49, vero?” (Va bene, ma metti il DVD di quello del ’49, vero?)
Missione compiuta, so che per almeno due ore non ci penserà. Io ogni tanto con qualche scusa torno a cercarla, ma di lei nessuna traccia. Normalmente con questo film iniziamo a piangere più o meno dopo 20 minuti. Questa volta no, siamo troppo preoccupati.
Siamo alla scena in cui Jo torna a casa da New York per vedere Beth, entrambi siamo già con il magone.
- “Meeeeeeee“
Ci giriamo e vediamo Yoshiko con il pelo dritto sulla testa, tutta beata che ci saluta e inizia a rotolarsi per terra per le coccole. Ci alziamo di scatto e mentre io la prendo e la porto in camera, il Sior Pare chiude la finestra del salotto.
- “Ma dove ti xe stada?!? Gero tuto in pensiero… no sta farmeo più sa! Cossa fasso mi senza de ti? Ti xe ea me bimba…” (Ma dove sei stata?!? Ero tutto in pensiero… non farmelo più sai! Cosa faccio io senza di te? Sei la mia bimba…)
Scampato il pericolo, il resto del film se lo guarda con Yoshiko in braccio, finalmente tutto felice.