Il Redentore del Sior Pare

Un vero veneziano che si rispetti ha 3 giorni che sono davvero sacri: San Marco (25 aprile), la Madonna della Salute (21 novembre) e il Redentore (terzo sabato di luglio). Ognuna di queste ricorrenze si festeggia in modo diverso, ma vanno sempre e comunque onorate, anche se si abita in Terraferma da anni.

Il Sior Pare ovviamente non è da meno. Non saprei dire quale sia la festività che ama di più, ma, a modo suo le santifica sempre tutte e tre.

A Venezia per il Redentore viene eretto il ponte votivo, un ponte di barche che porta dalle Zattere alla meravigliosa Chiesa del Palladio nell’isola della Giudecca. Tutti i veneziani lo attraversano in pellegrinaggio e poi ci si prepara per la festa serale.

Grandi tavolate nelle rive e nelle Osterie, centinaia di barche tutte attaccate riempiono il bacino San Marco e il canale della Giudecca. Si mangia e si beve tutti insieme mentre si aspettano i famosissimi fuochi d’artificio. Un rito che si rinnova ogni anno e che porta in città migliaia di persone.

Da quando si è sposato il Sior Pare non ci è più andato, ma un modo per festeggiarlo lo stesso lo ha sempre trovato. Dalla cucina tipica, per cui bovoetti, sarde in Saor e anguria finale, a metter su qualche disco di canzoni veneziane o adesso chiederle alla sua amata Alexa.

Io invece preferivo andare a vedere i fuochi a Venezia, anche se poi tra il caldo e la folla me ne pentivo subito. Iniziò così il rito della grigliata del Redentore in giardino. Il Sior Pare ne era sempre entusiasta. Iniziava già di buon mattino a mettere a posto il Barbecue, riordinare in giardino, pulire tavoli e sedie e poi attaccava tutte le lucine di natale sul filo per stendere la biancheria. Un paio di lampade grosse, Autan, torce alla citronella e zampironi ovunque e via, bastava attendere arrivassero i miei amici da mezzo veneto e si faceva festa fino a notte fonda.

  • Ecco, ora che xe tuto illuminà fa davero Redentor! Quando xe che riva ea ciurma? (Ecco, ora che è tutto illuminato sembra davvero Redentore! Quando è che arriva la ciurma?)”

Con il passare degli anni, il ricovero della Siora Mare e il mio lavorare anche di sabato, anche questa tradizione è andata persa. Però quest’anno ci voleva qualcosa di diverso. C’è SEMPRE bisogno di festeggiare in questa casa, negli ultimi anni di più.

Facebook, una volta tanto ci è tornato utile. Mentre scorro annoiata le sue pagine vedo l’annuncio del Menù in un’Osteria vicino a casa gestita da un mio amico d’infanzia e dal suo simpaticissimo Socio.

  • Sior Pare, cossa ti vol far al Redentor?” (Sior Pare, cosa vuoi fare al Redentore?)
  • Ciò, no so… quando xe? ‘Sto sabo? Ma ti ti eavori?” (Eh, non so… quando è? Questo sabato? Ma tu lavori?)
  • Per forza papà, lo sai che il sabato usciamo con il Giornale…
  • Quindi no ti riessi a grigliar? Po, co sta caldana… Ti vol che ‘ndemo magnar fora?” (Quindi non riesci a grigliare? Poi, con questa ondata di calore… Vuoi che andiamo a mangiare fuori?)
  • Guarda, te lo stavo per proporre, senti il Menù speciale che fa Ale all’Osteria 0.75: Cozze, scampi, gamberoni, insalata di piovra, baccalà mantecato, capasanta, canestrelli e soprattutto mezzo astice!
  • E ti ghe pensi anca? Prenota subito!!! Po, ti sa che me piaze andar da eo… “(E ci pensi anche? Prenota subito!!! E poi, sai che mi piace andare da lui…)

Detto e fatto, il Sior Pare non sta più nelle pelle. Ogni giorno mi chiede insistentemente se ho prenotato e quando andiamo. Finalmente arriva il sabato, ci prepariamo di tutto punto e via.

  • Ma varda che beo che i ga fato qua in giardin, co tute e luci, e bandiere… fa proprio Redentor! E po’, ghe xe ‘sta arietta, se sta veramente da Dio! ” (Ma guarda che bello che hanno fatto qua in giardino, con tutte le luci, le bandiere… fa proprio Redentore! E poi, c’è sta arietta, si sta veramente da Dio!)

Tra un bicchiere di vino buono e l’altro, una chiacchera e il buonissimo pesce, la serata scorre via veloce e allegra, come deve sempre essere. Ce ne torniamo a casa belli pieni e felici.

  • Ma ti sa che gavemo magnà proprio ben? Bisogna che ghe tornemo presto. Me ea so proprio passada! Evviva il Redentore!” (Ma sai che abbiamo mangiato proprio bene? Bisogna che ci torniamo presto. Me la sono proprio passata! Evviva il Redentore!)
Il Piatto Redentore all'osteria 0.75 di Marghera (VE)