Le ricette della nonna

Una cosa che manca sotto le feste natalizie è la cucina dei nonni.
Quei sapori condivisi attraverso anni di crescita, e di cambiamenti, e tornare a Natale a mangiare le stesse identiche cose ogni anno era come tornare in un porto sicuro.

E le ricette delle nonne si sa sono il mistero più grande dell’umanità, per quanto si chiedessero loro gli ingredienti, era impossibile capirne la ricetta, perché per loro cucinarle era diventato talmente tanto naturale che non pesavano più nulla, si andava sempre a occhio.

Come quella volta che ho chiesto a nonna la ricetta della pinza. La pinza è un dolce veneto che viene fatto dopo le vacanze natalizie, come dolce dei rimasugli. È stata l’unica volta in cui mi ha dato un elenco di ingredienti a cui attingere.

“Nonna, però prima che me ne vada devi darmi la ricetta per la pinza!”

Nonna: “eora, tote carta e pena nel primo cassetto. Mh. Bon. Ti toi pan vecio bagnà sul latte. Un vovo, do se ti fa mezo chio de pan. Sae. Succhero. Uvetta, ma ti gà da metterla in moja su acqua tiepida. Fighi, de quei secchi te sè, un pacco sarà no so Duzentosinquanta grammi, e tiì tagi tochetini picoi. Dopo. Scorza de naranza. Scorza de limòn. (allora, prendi carta e penna dal primo cassetto. Ok. Allora prendi pane vecchio, bagnato sul latte, un uovo, due se fai mezzo chilo di pane, sale, zucchero. Uvetta, messa in ammollo su acqua tiepida, fichi, un pacco sarà 250gr, e li tagli a pezzettini piccoli. Dopo, scorza di limone e di arancia)

E ti impasti co’ a farina. Quanta che ghe ne domanda.” (e impasti con la farina, quanta l’impasto ne chiede)

Questa la ricetta di nonna della pinza. Notate come non ci sono i pesi dei vari ingredienti? Perché per lei era così, la ricetta era dentro di lei da anni, impastati in base “a quanto domanda” l’impasto, dove nulla è mai identico a sé stesso, ogni anno il gusto cambiava in base al pane, a quanta umidità e farina bisognava metterci dentro. In base a quanto l’impasto chiede, non in base a cosa vogliamo fare noi.

Avete capito no? Ecco ora avete tutti gli ingredienti per far la pinza della nonna, ma non sarà mai come quella di nonna, perché lei la cucinava così, proprio come me l’ha raccontata, con la sua storia, con i suoi rituali, con tutta l’esperienza che ha impastato negli anni, con l’amore di cucinar la pinza per i figli, il marito, i nipoti e tutta la famiglia.

Ed è lo stesso motivo per cui quando le chiedevo le ricette mi rispondeva: “Ma cossa vuto far, tei fasso mi assa stare!” (ma cosa vuoi fare, te li faccio io lascia stare)

Quando la ricetta è più complicato spiegarla che a farla vuol dire che è diventata talmente tanto parte di te che non la puoi proprio spiegare.
Va impastata e basta.

Alessandra Collodel