La pinza della nonna

Ci sono svariati metodi che una persona utilizza per sentirsi vicina ai propri cari. C’è chi tappezza casa di foto, chi li va a trovare spesso, anche quando sono in cimitero.
Io cucino.

Se ho voglia di sentire il profumo di Casa la domenica metto su un ragù, se ho voglia della coccola della mamma preparo gli gnocchi, e così via, fino a cucinare le cose che magari una volta ho mangiato insieme a degli amici quel giorno, in quel posto in cui ci siamo divertiti un sacco.

Così in ricordo della ricetta di nonna della pinza, visto che è l’epifania e la pinza è una ricetta tipica dell’epifania, ho sellato il mio mestolo e mi sono lanciata in quest’avventura.
Manco a dirlo, scrivo a mamma “ma tu per caso hai la ricetta della nonna?”. Guardo e ti dico, la risposta perentoria, che prelude già alla risposta negativa. Chiamo zio, che cucinava talvolta con lei, ma la risposta è la medesima. Si vede che sono fratelli tant’è che mi hanno risposto entrambi nello stesso modo “Ma lo sai che la nonna non dosava mai le cose, andava sempre a occhio”.

Gli unici due ingredienti di cui sappiamo la quantità sono l’uovo, e la confezione di 250gr di fichi, perché già me lo disse lei e poi lo conferma anche la testimonianza reale de “li metteva tutti, mi ricordo che non avanzavano”.

Dai pochi indizi che mi ha lasciato nonna su come preparare la pinza fatta in casa, possiamo farcela a ricostruirla passo passo, ci proviamo?
Sarà la mia prima volta, quindi calma e sangue freddo, ma soprattutto speriamo venga bene!
Armatevi di santa pazienza, ci vorrà un’oretta per impastarla e un’ora e mezza per cucinarla.
Non vedo l’ora di impastare.

Ingredienti

  • 250 gr di pane raffermo
  • farina di tipo 0 (il mio q.b. sono 4-5 cucchiai rasi)
  • 3 cucchiai rasi di zucchero
  • 125 gr di fichi secchi
  • 60 gr di uvette
  • 20 gr di pinoli
  • 1 uovo, sostituibile con 50gr di olio
  • 1 pizzico di scorza di limone
  • scorza di mezza arancia
  • 500 ml di bevanda di riso (se bevete il latte normale non credo cambi la dose)

Preparazione

Iniziamo con il preparate tutti gli ingredienti pesati sul tavolo, una volta che iniziate avrete le mani sporche, quindi meglio disporli tutti già pronti.
Lavate quindi l’arancia e il limone.

Prendete 100 ml di bevanda di riso dal totale e scaldatela fino a farla diventare bollente. Prendete una tazza, mettete le uvette e i fichi secchi e versate la bevanda di riso.

Intanto che la frutta secca si ammorbidisce un po’ preparate il pane.
Tagliatelo a tocchetti e, tenendolo in una terrina abbastanza capiente versate, i restanti 400ml di bevanda di riso sul pane.
Mescolatelo un poco in modo che tutto il pane inizi ad assorbire il liquido, poi iniziate a strizzarlo con le mani per impastare e amalgamare bene tutti i pezzi in modo tale che divenga un impasto omogeneo e non ci siano pezzi di crosta più duri e poco inzuppati.

Una volta fatto questo aggiungete due pizzichi di sale, l’uovo, lo zucchero ed i pinoli.
Iniziate a tagliare a dadini i fichi, incorporate l’uvetta e i restanti 100ml di bevanda di riso nel quale li avevate messi e iniziate a mescolare.

Ora arriva la parte difficile in cui bisogna andare a occhio.
Eh sì, perché io vi posso fornire i grammi esatti della farina che va messa, ma poi dipende da quanto il pane è umido, che tipo di pane è stato usato, mille piccole variabili che possono alterare l’impasto.
Il consiglio è quello di aggiungere un cucchiaio alla volta. 1, 2, 3 sicuri. Poi sul 4 e 5 andate un po’ a occhio e capite quanto il pane si è impregnato e quanta farina aggiungere ancora.

Dal mio canto ne ho aggiunti 5, tenendo un impasto abbastanza consistente, grumoso, ma ancora bello umido perché mi piace che la pinza resti morbida.

Finita di incorporare la farina, non vi resta che accendere il forno, AL MINIMO, e di oliare e infarinare la teglia.
Versate tutto l’impasto nella teglia, l’impasto utilizzato va bene per una teglia quadrata 20×30.
Essendo io pecora nera e bastian contraria, ho solo una teglia tonda da 24 e quindi ho dovuto accroccare con un po’ di stagnola. (L’arte di accroccare arrivo!)

Lasciate quindi in forno, nel ripiano intermedio, per 1h e 20minuti con il forno al minimo, 120°.
Passati i minuti, provate ad assaggiare e se la prova assaggio è superata, mettetela a 180° per 5 minuti, in modo che faccia la crosticina per fuori.

Lasciate raffreddare e conservatela avvolta in un panno come faceva nonna.
È vero anche che la sua andava a ruba e non doveva conservarla per molto tempo!

Bon appétit!

Alessandra Collodel