Focus on malattie neurodegenerative: Alzheimer

Il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) per incentivare iniziative dedicate alla diffusione delle informazioni sulla malattia.

Chi ha un malato in famiglia sa di cosa parlo e quanto sia importante che se ne parli, perciò ho preso spunto dalla recente ricorrenza per affrontare questo argomento dal mio angolo del farmacista.

La malattia di Alzheimer è la più comune tra le forme di demenza.

Colpisce con maggiore frequenza le donne e il target è quello degli over 65. Le cause sono ancora ignote, anche se sono stati identificati numerosi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia: l’età avanzata, la storia familiare, traumi cranici, stili di vita e condizioni che comportano disfunzioni vascolari.

L’aspetto più evidente è il decadimento cognitivo, che si manifesta nelle fasi iniziali con la perdita della memoria a breve termine (difficoltà nel ricordare i nomi, ad esempio), per poi peggiorare gradualmente; tra i sintomi da monitorare per poter arrivare a una diagnosi precoce della patologia ci sono anche alterazioni improvvise del tono dell’umore e turbe comportamentali.

La diagnosi di Alzheimer non è semplice. La malattia infatti ha una sintomatologia che può essere comune a molte altre patologie. Inoltre non esistono marcatori specifici, perciò in genere si procede per esclusione.

L’iter diagnostico prevede:

  • anamnesi e visita medica, attraverso cui il medico valuta soprattutto i comportamenti del malato che possono indurre a pensare all’insorgenza di una forma di demenza. Sono inoltre disponibili dei test che forniscono indicazioni utili sulla progressione della malattia. Per esempio il Mini-Mental State Examination (MMSE), che consiste nel porre al malato domande come “Che giorno è?” o “In che città ci troviamo?” e nell’invitarlo a eseguire semplici comandi.
  • esami di laboratorio: utili per escludere altre malattie che potrebbero spiegare la demenza.
  • esami strumentali: la risonanza magnetica e la Tac possono fornire informazioni sulla struttura del cervello e sulla presenza di alterazioni compatibili con la presenza della malattia.

L’OMS stima che oltre 55 milioni di persone nel mondo siano affette da demenza e che questa rappresenti una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane. E non è tutto: la curva è destinata a salire, fino a raggiungere i 78 milioni di malati entro il 2030; per questo ha inserito la malattia di Alzheimer (e le demenze più in generale) tra le priorità globali di sanità pubblica.

Per quanto riguarda l’Italia, i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ci dicono che 1.100.000 persone soffrono di demenza e che, di queste, il 50-60% sono malati di Alzheimer (ovvero circa 600mila persone).

In genere si distinguono tre stadi della malattia:

Primo stadio (fase iniziale): perdita di memoria, sbalzi d’umore, problemi nel linguaggio. Ciò avviene poiché le prime aree del cervello a subire un deterioramento sono quelle che controllano la memoria e il linguaggio

Secondo stadio: al progredire della malattia possono insorgere disorientamento, difficoltà a orientarsi nello spazio, problemi alla vista, allucinazioni, comportamenti ossessivi e ripetitivi, disturbi del sonno, incontinenza.

Terzo stadio (fase terminale): nella fase più avanzata della malattia i sintomi comparsi in precedenza diventano più accentuati. Inoltre possono aggiungersi difficoltà a deglutire e a coordinare i movimenti, perdita di peso e di appetito, maggiore sensibilità alle infezioni.

Le cause della malattia di Alzheimer sono ancora ignote, pertanto non esistono strategie specifiche atte a prevenirne l’insorgenza. Tuttavia, diversi studi hanno mostrato che è possibile agire sui fattori di rischio che possono favorire la demenza, specie quella causata da malfunzionamento dei piccoli vasi sanguigni del cervello.

In particolare, è importante:

  • smettere di fumare
  • ridurre il consumo di alcol
  • seguire una dieta sana ed equilibrata
  • svolgere regolare attività fisica
  • tenere sotto controllo la pressione arteriosa

Inoltre, molti studi dimostrano che mantenersi mentalmente attivi con attività come la lettura, lo studio di una lingua straniera, la musica o semplicemente coltivando i rapporti sociali può essere utile a scopo preventivo.

A oggi non esiste una cura per l’Alzheimer. Sono però disponibili farmaci che possono alleviare i sintomi e, in alcuni casi, rallentare la progressione della patologia.

I principali sono:

  • gli inibitori dell’acetilcolinesterasi: agiscono bloccando l’attività̀ dell’enzima acetilcolinesterasi e così aiutano a mantenere nel cervello maggiori quantità di acetilcolina, un neurotrasmettitore coinvolto nella corretta funzionalità delle funzioni mnemoniche;
  • la memantina: riduce temporaneamente il deterioramento cognitivo dovuto alla patologia contrastando l’azione del glutammato, un neurotrasmettitore il cui accumulo a livello delle aree cerebrali coinvolte provoca il danno neurologico associato alla manifestazione patologica.

La terapia della malattia di Alzheimer può comprendere anche farmaci antidepressivi, ansiolitici, ipnotici e antipsicotici.

Di Alzheimer si muore, tanto che nella classifica delle prime dieci cause di morte nel mondo lo troviamo in settima posizione.

In Italia, per la protezione sociale delle persone affette da demenza e per garantire la diagnosi precoce e la presa in carico tempestiva delle persone affette da malattia di Alzheimer, è stato istituito dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178 (comma 330, 331 e 332) il Fondo per l’Alzheimer e le demenze 2021-2023.

Lunedì prossimo, 26 settembre 2022, si terrà presso l’Istituto Superiore di Sanità un evento pubblico per presentare le progettualità dei Piani triennali di Regioni e Province autonome previsti dal decreto “Fondo per l’Alzheimer e le demenze”, al fine di dar conto al Paese del grande impegno messo in atto per realizzare quello che si può definire come il più importante intervento di sanità pubblica sul tema delle demenze realizzato ad oggi in Italia.

Dal mio angoletto è tutto.

#prendetevicuradivoi

Dr.ssa Claudia Cocuzza


Fonte: Ministero della Salute
Istituto Superiore di Sanità
Organizzazione Mondiale della Sanità