Si avvicinava il giorno del cinquantacinquesimo anniversario di matrimonio del Sior Pare e della Siora Mare. È sempre stato l’evento clou dell’anno. Anche quando di soldi ce n’erano pochi, in questa occasione si usciva sempre fuori a mangiare.
Per l’occasione quest’anno ho pensato di portarlo in Cimitero a Venezia a trovarla. Non c’eravamo più stati da quando l’avevamo portata lì un anno e mezzo fa.
Può sembrare assurdo, ma non è un viaggio semplice da fare. Tra i mille impegni lavorativi e di studio, le condizioni atmosferiche e poi ci metti autobus e vaporetto da prendere, la calca di turisti sempre presenti per andare a Murano… alla fine cercavamo solo un giorno durante la settimana in cui io potessi prendermi ferie e un tempo decente.
Cosa può esserci di meglio di un giovedì di fine ottobre? Poi magari sarebbe stata anche una buona occasione per rivedere qualche parente dopo tanto.
Nei giorni precedenti al 26 ottobre il Sior Pare era un po’ così. Silenzioso. Lo è sempre in questi giorni pre festivi ormai. Anche l’anno scorso nella settimana che precedeva questa data era stato più o meno uguale, ma quest’anno era proprio combattuto tra la gioia di vedere la cugina di mia mamma e l’andare in cimitero.
È finalmente il 26 mattina, il tempo è dalla nostra parte. Dopo giorni di pioggia e vento, finalmente il sole. Imposto la sveglia del Sior Pare su Alexa alle 9. Peccato che abbia sbagliato apparecchio e sia quella della cucina e non della camera da letto. Lui ovviamente non la sente. Tutto il quartiere credo invece di sì, visto che dopo cinque minuti è ancora che suona ininterrottamente.
Si alza, la spegne. Lo richiamo verso le 9. 45, abbiamo l’autobus alle 10. 20 e non possiamo rischiare di perderlo visto che l’appuntamento in Cimitero è alle 11. 30.
- “Eora ti xe pronto? Ti sei lavato, cambiato, sbarbato ecc? (Allora, sei pronto? Ti sei lavato, cambiato, sbarbato ecc?)”
- – “Sì sì, go soeo da mettarme ea giacca… (Sì sì, devo solo mettermi la giacca…)”
Per le 10 siamo in fermata. Lui si è messo il gilet di lana che gli ha fatto Siora Mare ai ferri tanti anni fa. Ne va sempre molto fiero anche se ormai i segni del tempo sono ben visibili. L’autobus arriva in ritardo ed è già strapieno. Lo faccio sedere nel posto disabili grazie a una gentilissima Signora che gli cede il posto, mentre io mi sposto più indietro.
Una volta arrivati a Venezia, si vola verso il vaporetto. Aspettiamo un bel po’ e niente, probabilmente ha saltato la corsa, ne prendiamo un altro per poi fare il cambio alle Fondamente Nove. Anche questo è pienissimo, ma il bello di viaggiare con un disabile è che ha sempre il posto pronto. Io intanto incontro una mia ex compagna di classe delle elementari e mi sposto più indietro a chiacchierare.
Arriviamo alla nostra fermata, a fatica lo faccio scendere dal vaporetto e aspettiamo quello per il Cimitero che stavolta arriva subito. Pochi minuti e troviamo la cugina che ci attende su un imbarcadero di fortuna causa lavori sul Pontile principale.
Dopo i saluti di rito e una confusione iniziale a causa del cambio di pontile (e quindi di trovarsi in un’altra zona dell’Isola che non conosciamo), iniziamo il nostro giro delle tombe dei Parenti. Da qui conviene fare il percorso inverso al solito, per cui dalla Siora Mare si andrà per ultima.
Per l’occasione la guida d’eccezione è la cugina ottantasettenne della Siora Mare. Cinquanta chili bagnati di gioia di vivere, simpatia e creatività. Il Sior Pare è molto contento di rivederla, ma è comunque sempre molto silenzioso rispetto ai suoi standard.
Il Tour delle tombe prosegue tra una battuta e l’altra, mentre la cugina ci mostra anche i personaggi più famosi e bisnonni e cugini vari. Arriviamo finalmente alla tomba dei miei nonni materni, caso ha voluto che Siora Mare sia sepolta praticamente di fronte. Inizia il magone.
Per quanto si sappia benissimo che non c’è più da un anno e mezzo, è diverso trovarsi la lapide di fronte. Soprattutto per noi che negli ultimi anni, in cui lei era in casa di riposo, avevamo trovato il nostro equilibrio e ci eravamo abituati a non averla per casa. Senza contare il periodo Covid in cui non potevamo andarla a trovare. Trovarsi invece la sua lapide di fronte è un colpo al cuore, un trovarsi di fronte all’evidenza che lei non c’è proprio più.
Per fortuna la verve della nostra guida non ci lascia il tempo di lasciarci andare alla tristezza, anzi! Lo stomaco chiama, ormai sono quasi le 14 ed è ora di rifocillarci dopo un giro di ben cinque chilometri!
Ritorniamo sul pontile temporaneo, il mare è molto mosso e lì si balla un sacco. Sembra quasi di essere su una zattera in mezzo all’oceano e mi ritrovo con questi due baldi anzianotti che se la raccontano mentre cerco di farli rimanere in piedi attaccati al parapetto.
Scendiamo di nuovo alle Fondamente Nove e lì andiamo a pranzare in un locale, la cugina ci racconta mille aneddoti di Siora Mare da piccola, in fondo sono cresciute insieme, come se fossero due sorelle. Ormai è ora di tornare a casa però. Per la sera abbiamo prenotato al ristorante del nostro vicino di casa, come l’anno scorso.
Dopo i saluti di rito, ripartiamo verso casa, un po’ di riposo e per le 20 siamo già seduti al tavolo pronti a degustare degli ottimi piatti di pesce. Il Sior Pare è sempre un po’ silenzioso, ma ogni brindisi va alla sua amata “Chicca“.
Tra un bicchiere e una chiacchera e l’altra con i titolari, è ora di andare a casa. È stata una giornata molto lunga.
Il giorno seguente il Sior Pare è molto più allegro e dal nulla se ne esce:
- “Ma ti sa che me gavè fatto proprio un bel regaeo geri? Andar a Venessia, vedar ea me Chicca, vedar ea cugina dopo tanto… e ciacoe, el magnar fora… proprio un regaeo meraviglioso… grassie! (Ma lo sai che mi fatto proprio un bel regalo ieri? Andare a Venezia, vedere la mia Chicca, vedere la cugina dopo tanto… le chiacchiere, il mangiar fuori… proprio un regalo meraviglioso… grazie!)”
- “Ma papà… in tutto questo non ti sei dimenticato qualcosa??”
- “Ciò, cossa me so desmentegà? (Eh, cosa mi sono dimenticato?)”
- “Cossa ti dizi ogni anno al tuo anniversario?? (Cosa dici ogni anno al tuo anniversario??)”
- “Cossa digo… ah sì, dell’autobus perso al confin co ea Jugoslavia e de Piran e Capodistria!!! Desso te ea conto subito! (Cosa dico… ah sì, dell’autobus perso al confine con la Jugoslavia e di Pirano e Capodistria!!! Adesso te la racconto)”
- “No no papà, la so a memoria, va bene così. Brindiamo e basta!“
Si dice che il vero amore non muore mai. Io ne ho la certezza.