Buon 52mo anniversario Sior Pare e Siora Mare!

26 ottobre 1968. Avete presente, quando arrivate a Piazzale Roma a Venezia, quella bellissima chiesetta appena dopo i giardini Papadopoli giú dal ponte? Quella proprio a lato della facoltà di Architettura (Iuav). In quella Chiesa, chiamata San Nicola da Tolentino (conosciuta da tutti come la Chiesa dei Tolentini) il Sior Pare e la Siora Mare, dopo cinque anni di fidanzamento (vedi Buon Ferragosto Sior Pare), sono convolati a nozze.

La Siora Mare abitava lì vicino, in campo Sant’Andrea, ma a mio nonno piacevano le cose in grande, così noleggiarono un taxi per l’entrata solenne in chiesa. Il Sior Pare invece è sempre stato molto più minimal. Lui abitava a San Samuel, dietro a Palazzo Grassi. Dopo essersi vestito di tutto punto, è salito sul motoscafo di linea fino a Piazzale Roma e poi a piedi fino alla chiesa.

Da giovani i miei genitori amavano viaggiare, il Sior Pare con le gite organizzate dal Porto di Venezia dove lavorava, Siora Mare con i suoi genitori, un po’ alla volta avevano visto mezza Europa. Per cui ricevimento nel Park Hotel lì a pochi passi (ora diventato Hotel Papadopoli), e poi dopo essersi cambiati, via in stazione per prendere il treno verso Trieste.

Ogni 26 ottobre è sempre la stessa storia, il Sior Pare guarda l’orologio e inizia a raccontare:

A ‘sta ora gerimo in ciesa, a quest’altra gerimo in ristorante, a tal ora gerimo sul treno. Ma te go mai contà del viaggio? (A quest’ora eravamo in chiesa, a quest’altra eravamo al ristorante, a tal ora eravamo sul treno. Ma ti ho mai raccontato del viaggio?)”

Dopo tre giorni di giri romantici per la città, la tappa successiva li doveva portare a Portorose in Jugoslavia (nell’attuale Slovenia) dove avevano prenotato all’Hotel Lucia. All’epoca c’erano molti controlli al confine, così una volta arrivati al confine, hanno fatto scendere tutti i passeggeri con le loro valigie e controllati uno a uno. Davanti a loro c’era una coppia del posto e i finanzieri si attardarono un po’ più del dovuto. Risultato? L’autobus partì lasciandoli lì.

Ciò ‘ndrea, e ‘desso cossa fazemo?” (Eh Andrea, e adesso cosa facciamo?)

Ciò, no state preocupar! Calcossa fazemo. Eà ghe xe un bar, ‘ndemo domandarghe! (Eh, non ti preoccupare! Qualcosa facciamo. Là c’è un bar, andiamo a domandargli )

Il Sior Pare non è mai stato uomo che si lascia prendere dallo sconforto, ma sempre molto ricco di risorse e spirito positivo, ma soprattutto con una caratteristica tipica dei Veneziani: Ea ciàcoea (la chiaccherata). In qualsiasi luogo o situazione lui sia, riuscirebbe a “tacar botòn” anche con un sordo.

Dopo aver scoperto che l’autobus successivo sarebbe passato dopo ore, il Sior Pare si è messo a parlare con un uomo del posto che portava le locandine e i manifesti dei cinema in giro per la zona. Dopo poco caricò loro e le valigie in questa 600 con le porte che si aprivano al contrario e li portò fino a Capodistria. Vista la situazione, non ci pensarono su due volte, e una volta arrivati lì, trovarono un alberghetto, il Trilav, che però non faceva servizio ristorante ma solo colazione.

Ci volle poco, per lui, per cercare di capire dove gli operai della zona andassero a mangiare e seguirli dentro a una trattoria che faceva “Ti ga presente co sbaglio ea cottura dea pasta e el sugo no xe ancora consumà? Pezo! Ma i gaveva ‘na fritturina de pesse ‘pena pescà stra abondante che me ea ricordo ancora!” (Hai presente quando sbaglio la cottura della pasta e il sugo non si è ancora consumato? Peggio! Ma avevano una fritturina di pesce appena pescato che me la ricordo ancora!)

Nei giorni seguenti girarono un po’ tutta la zona, Portorose e soprattutto la bellissima Pirano.

Semo rivai a pìe in centro, e ne xe venùa fame… ma gera tutto serà. Mi go reccia, e go sentìo dei spassini che parlava fra de eori in un diaetto familiar… Perciò ghe so ‘nda eà e ghe go ditto: “Tiò fantolino, dove puosto magnar un poco de polenta e pesse?” E questo me ga risposto in un misto peestrinotto\ciosotto\caorlotto: “Tiò, vastu sotto e nattoe dea piassa Tartiiini” E eà gavemo magnà come no go mai magnà! (Siamo arrivati a piedi in centro, e ci è venuta fame… ma era tutto chiuso. Io ho orecchio, e ho sentito dei netturbini parlare tra di loro in un dialetto familiare… Perciò sono andato lì e ho detto loro: “Ehi ragazzo, dove posso mangiare un po’ di polenta e pesce?” E lui mi ha risposto: “Ehi, vai sotto i sottoportici di piazza Tartini” E lì abbiamo mangiato come non ho mai mangiato prima!)

Per motivi di lavoro il 2 novembre dovevano tornare a casa. Dopo essere stati di nuovo fermati alla dogana (questa volta per paura volessero fare un attentato al Presidente Gronchi presente a Trieste) e essersi presi improperi vari perché quella che i finanzieri pensavano fosse una bomba era la semplice sveglia che ticchettava, tornarono a Venezia in attesa di partire poi per una mega crociera organizzata dal Porto. Ma di questo secondo viaggio di nozze avremo modo di parlarne.

Intanto facciamo tutti insieme gli auguri al Sior Pare e alla Siora Mare per i loro 52 intensissimi anni di matrimonio!

Anna Bigarello