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Argo e l’intervista a Maria Lucia Martinez

Maria Lucia Martinez è un’insegnante di lettere classiche in pensione. Vive a Lentini insieme al marito e al loro rottweiler, Sirio. Nei momenti di relax le piace scrivere, in particolare romanzi gialli.

Argo: Ciao, il libro l’ho letto e mi è piaciuto molto. Vuoi raccontarci come sei arrivata alla pubblicazione?

Maria Lucia Martinez: Beh è proprio il caso di dire inconsapevolmente. Un pomeriggio suona il telefono, è mia figlia Elisa che con voce strozzata dall’emozione mi comunica la notizia. Naturalmente cado dalle nuvole e lei mi informa che a mia insaputa aveva iscritto La quadratura del cerchio al concorso Fai viaggiare la tua storia. Sì, devo dire che mia figlia fa l’avvocato ma come promoter non è niente male.

Argo: E questo è il tuo romanzo d’esordio?

Maria Lucia Martinez: No, ne ho già scritti altri quattro ma La quadratura del cerchio viene dopo una lunga pausa di meditazione e per improvvisa ispirazione.

Argo: In confronto ai vari commissari che la letteratura in giallo  propone al lettore, cos’ha di diverso Marco Rapisarda? Parlaci di lui

 Maria Lucia Martinez: Il mio personaggio proviene da una lunga meditazione. Il mio problema era quello di presentare un nuovo protagonista dei miei gialli che non avesse niente di artificioso. Che insomma non fosse un super eroe con quoziente intellettivo massimo e quindi infallibile nella risoluzione dei casi affidatigli.

Volevo che presentasse le angolosità che ogni essere umano possiede e perciò potesse anche correre il rischio di risultare talvolta anche non molto simpatico ma reale. Alla fine è venuto fuori Marco Rapisarda, un giovane meridionale che, come tanti dei nostri giovani, è costretto a trasferirsi lontano dalla sua terra di cui però porta con sé le tracce inconfondibili di un DNA isolano e una profonda nostalgia. Bruciacchiato da qualche pregressa esperienza d’amore, è perciò diffidente nei riguardi delle donne ma fermamente ancorato a valori importanti come l’amicizia, la passione per il suo lavoro, e soprattutto una forte carica di umanità che affiora qua e là dalla sua corazza di  ruvidità facendolo apprezzare soprattutto da chi gli sta vicino.

Argo: Naufraghi su un’isola deserta, con quale personaggio della letteratura vorresti condividere quest’avventura?

Maria Lucia Martinez: Con Peter Pan, lui saprebbe certamente come rendere il nostro soggiorno movimentato e al momento opportuno, oplà via sulle ali del vento, si ritorna a casa.

Argo: Puoi parlare per cinque minuti con il tuo scrittore preferito, fagli una domanda

Maria Lucia Martinez: Da appassionata di gialli i miei scrittori preferiti sono due: Agatha Christie e Andrea Camilleri. Purtroppo entrambi ci hanno lasciato dunque,  se devo proprio, mi riservo di fare la domanda in un futuro, mi auguro, assai lontano per quanto mi riguarda. Domanderei a entrambi per quale motivo, dopo averli creati, hanno pensato di eliminare i loro personaggi di maggiore successo, Poirot e Montalbano. Devo anche dire che la domanda sarebbe puramente retorica perché immagino già la risposta, non quella dichiarata ma quella che trapela tra le righe.

Argo: Di quale romanzo cambieresti il finale?

Maria Lucia Martinez: Non ci penso neanche. Ogni romanzo, parlo dei più belli, ha il finale che gli è proprio. Potrei dire invece di quale romanzi non cambierei assolutamente il finale:  Via col vento, quel “my dear, I don’t give a damn” è proprio insostituibile.  Cent’anni di solitudine  di Màrquez, e tra i più recenti Riccardino di Andrea Camilleri. Un finale che non esito a definire epico.

Maria Elisa Aloisi