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La florigrafia, o linguaggio dei fiori

Premessa

Nell’articolo della scorsa settimana “Ditelo con le erbe aromatiche” è stato affrontato il significato di alcune delle piante da cucina più usate, così ho pensato di dare una visione più ampia della materia, partendo dalla storia fino ad arrivare alle basi espressive su cui si regge.

Entriamo nel vivo

La florigrafia, o linguaggio dei fiori, è un metodo comunicativo che ha visto la sua massima espansione in epoca vittoriana, quando diviene, altresì, un vero e proprio genere letterario, anche se si trovano tracce del suo impiego fin dagli antichi Egizi e nella cultura sia cinese sia giapponese.

Oggi è un tipo di espressione perlopiù in disuso e anche se è rimasta l’usanza di sfruttare determinati tipi di fiore in determinate occasioni, non si ha più la conoscenza che si aveva fino all’inizio dello scorso secolo in questo campo e, in ogni caso, nel tempo è variato il significato stesso dei fiori, come accade con qualsiasi tipo di linguaggio.

D’altra parte non basta solo sapere il loro significato, dalle innumerevoli sfaccettature nella maggior parte dei casi, ma è necessario anche sapere come posizionarli affinché il messaggio sia quello desiderato perché sì, il linguaggio dei fiori è più complesso di quanto sembri, ma è altrettanto affascinante, un modo romantico per esprimere anche il più misero pensiero al quale si fatica a dar voce a parole.

Così come con l’inclinazione del ventaglio si potevano inviare segnali di diversa natura, con l’inclinazione dei fiori si possono costruire quasi intere frasi.

Se un fiore viene leggermente inclinato sulla destra indica il mittente, sulla sinistra il destinatario e a seconda della mano con cui viene preso il dono da una persona che conosce il significato dello stesso, si saprà se ne sta accettando o rifiutando il sussurro.

Se viene preso con la mano destra allora rifiuta il segreto che i fiori celano, se con la sinistra lo sta accettando, in entrambi i casi il tutto avviene con grazia e senza l’amarezza che talvolta le parole possono causare.

Anche il modo in cui viene porto il fiore, o il “mazzo di”, può essere significativo: se viene dato con la mano sinistra si sta dichiarando stima, se poi viene posto orizzontalmente al terreno, nell’atto non vi è alcun intento nascosto, al contrario se è perpendicolare è in atto un’ulteriore dichiarazione, di varia entità che a seconda del fiore scelto può essere o meno d’amore.

Qualora oggi si volesse tornare a usare questo linguaggio, sarebbe necessario informare la persona con cui vogliamo comunicare, in modo che il tentativo non fosse vano, eventualmente anche fornendole la stessa guida da noi usata, perché a seconda del libro o sito consultato le informazioni sono diverse: da un lato, come anticipato, per il variare nel tempo di alcuni concetti, dall’altro perché non si tratta di un linguaggio con basi “convenzionali”, sebbene anch’esso abbia le proprie, e alcune sono andate perdute o non sono di immediata reperibilità, come spesso accade per ciò che non viene esercitato con assiduità, e c’è una notevole differenza anche a seconda del contesto culturale in cui si è immersi.

In ogni caso in questo spazio del meraviglioso Giornale delle Buone Notizie si cercherà di fornire una guida “a puntate” funzionale a questo mondo da riesplorare, con la calma necessaria ad affrontare un argomento, per certi versi, così controverso dove non si smette mai di imparare.

Silvia Costanza Maglio