Katja Centomo

Giulia: Ciao, Katja!

Grazie per accettato di rispondere alle mie domande!

Argo: Cosa ne pensi del fumetto come strumento di divulgazione? Quali sono i pro e i contro rispetto ai testi in prosa?

Katja: Il fumetto è un media caratterizzato da regole e codici propri ben precisi che richiedono abitudine, una sorta di allenamento: al primo approccio la lettura può non essere immediata. Questo perché il fumetto comunica unendo testo e immagini in equilibrio perfetto e quindi richiede al nostro cervello uno sforzo maggiore, o perlomeno diverso, rispetto alla semplice lettura di un testo. Questa sua caratteristica, tuttavia, attivando e spingendo a collaborare più risorse del nostro intelletto, facendo funzionare insieme parte destra e parte sinistra del cervello, parlandoci sul piano logico ma anche su quello visivo, ci coinvolge anche emotivamente e più profondamente rispetto ad altri media. Se usato come strumento di divulgazione, può ottenere, quindi, risultati sicuramente molto interessanti. Sottolineo “può”, perché dipende chiaramente anche dalla qualità della forma e del contenuto che vengono utilizzati.

Giulia: A che fascia d’età è rivolta questa serie? E quali sono le differenze tra un fumetto per adulti e uno per ragazzi?

Katja: 7 Crimini si rivolge a un pubblico di adulti e giovani adulti, dai sedici anni in su, per intenderci.

Per vent’anni e fino ad ora ho sempre scritto per i ragazzi, vedi la serie “Monster Allergy”, e penso che a livello sostanziale, contenutistico, non ci siano differenze tra un fumetto per adulti e uno per ragazzi. I bambini sono in grado di recepire qualsiasi storia, anche quelle più complesse, dure o realistiche. È la forma che cambia: è giusto dare il tempo ai più giovani di approcciare temi “da grandi” con la dovuta delicatezza, evitando di presentare in modo troppo diretto argomenti e immagini a cui si stanno avvicinando gradualmente crescendo.

Argo: Com’è andata la collaborazione con l’avvocato Sciarretta? Ti trovi meglio a scrivere sola o a più mani?

Katja: Scrivere da soli è sicuramente più facile e distensivo: nessuno ha mai niente da ridire e non ci sono idee da mettere ai voti. Ho sempre ragione io!  In due si discute molto, bisogna sforzarsi di chiarire il proprio punto di vista, accettare quello dell’altro e trovare la maniera di unirlo al proprio; bisogna trovare un sistema di lavoro comune, rispettando gli spazi e le abitudini del proprio coautore. Però alla fine il risultato vale doppio. Dalle pagine scaturisce un’energia molto più forte, ci si entusiasma a vicenda, vengono scardinate le cattive abitudini, si smette di scrivere nella propria comfort zone e si scopre un modo nuovo di fare fumetti. Questo è accaduto con Emanuele Sciarretta.

Giulia: Molti considerano i fumetti “un passatempo per bambini”, senza conoscere il mondo e il duro lavoro che nascondono.  Vuoi spiegare ai nostri lettori quali figure professionali compongono la vostra squadra?

Per rispondere bene a questa domanda si dovrebbe scrivere un libro! In estrema sintesi, la squadra di 7 Crimini, una serie che si articola in 7 volumi, oltre a noi due sceneggiatori, è composta da undici disegnatori (Marco Caselli, Daniele Caluri, Mauro De Luca, Emilio Lecce, Francesca Biscotti, Francesco Mazzoli, Giorgio Pontrelli, Bruno Cannucciari, Grazia La Padula, Luigi Siniscalchi e Luca Enoch), un grafico, una editor, l’addetto stampa e il resto dello staff della casa editrice Tunué, che si occupa di noi, insieme alle mille altre incombenze imposte dall’attività editoriale. Inoltre, al dossier di approfondimento giuridico in appendice a ogni fumetto collaborano esperti del settore, come magistrati, avvocati, esponenti delle forze dell’ordine e giornalisti.

Argo: è arrivata la pasta! Si mangia!!!

Giulia: Ciao a tutti!