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Cthulhu. I racconti del mito

Giulia: Ciao a tutti! Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica Piccoli Lettori… come me!

Argo: Ciao, amici! Giulia, di cosa ci parli oggi?

Giulia: Oggi vi parlo di Cthulhu. I racconti del mito. di Howard Phillips Lovecraft. Con questa antologia conoscerete l’autore in generale: approfondiremo le sue opere più famose nelle prossime settimane. Mi raccomando, non mancate: ho in serbo una sorpresa!

Argo: Wow! Mi piace questo programma… e, oltretutto, mi piacciono le sorprese! Ma… cos’è un’antologia?

Giulia: Un’antologia è una raccolta di opere che hanno un tema in comune, a volte scritte da un solo autore.

Argo: Ah, okay. Visto che oggi ci parlerai di Lovecraft solo superficialmente, ti va di cominciare presentandolo?

Giulia: Certo! Howard Phillips Lovecraft nacque nel 1890 negli Stati Uniti d’America. Molte delle sue opere, incentrate sullo stesso tema, il cosiddetto “orrore cosmico”, vennero pubblicate sulla popolare rivista di racconti horror Weird Tales. Tra le sue pubblicazioni più conosciute, poche delle quali possono essere classificate come romanzi, cito Dagon, Città senza nome, Il caso di Charles Dexter Ward e Le Montagne della Follia. L’autore non godette di grande fortuna durante la sua vita e morì all’età di 46 anni. Dopo la sua scomparsa, il suo amico e allievo August Derleth si occupò della catalogazione di quello che è noto come il Ciclo di Cthulhu.

Argo: Wow, allora è uno dei “padri del fantascientifico”!

Giulia: Sì, ancora oggi i suoi romanzi sono il modello di molti autori.

Argo: Di cosa si parla nel Ciclo di Cthulhu?

Giulia: Si narra di mostri ciclopici che colonizzarono la Terra in epoca pre umana. Provengono da altri universi, in cui le leggi della fisica, del tempo e dello spazio sono alterate; le loro conoscenze in campo scientifico e tecnologico sono molto più avanzate rispetto a quelle degli umani: sono capaci di viaggiare da un universo all’altro e nel tempo, e hanno scoperto il segreto della resurrezione e dell’immortalità. I loro messaggeri sulla Terra sono uomini prescelti o mostri che hanno sembianze umane. Coloro che cercano di sapere più di quanto gli è concesso impazziscono e, spesso, muoiono per disturbi psichici o uccisi da queste creature.

Argo: Sei sicura che non siano troppo spaventosi per noi?

Giulia: Sono stati scritti per un pubblico di adulti, ma anche un Piccolo lettore può leggerlo, se è abbastanza coraggioso!

Argo: Allora mettiamoci sotto, Piccoli Lettori avventurieri!

Giulia: Questa antologia contiene i romanzi e i racconti più famosi del ciclo.

Argo: Che punti hanno in comune?

Giulia: In alcune storie il protagonista è una mente geniale, o una persona molto istruita, che scropre casualmente l’esistenza di mostri extraterrestri e comincia a studiarli. Gli studi lo cambiano profondamente, a livello fisico e psicologico, fino a farlo sembrare pazzo e, di conseguenza, a essere isolato dalla comunità. In altre viene raccontato di eventi terrificanti che colpiscono gruppi di persone, famiglie o intere città. Come nel primo caso, l’incombere delle tragedie modifica radicalmente uomini e paesaggi, portandoli a una lenta decadenza e all’isolamento.

Tutti i romanzi, tranne qualche eccezione, sono ambientati e fanno riferimento alle stesse città immaginarie: Arkham, Innsmouth e Kingsport sono le più ricorrenti. La loro perfetta collocazione storica e geografica, in Stati e vicino a città reali, fanno sì che agli occhi del lettore siano molto realistiche. Anche i mostri hanno le stesse caratteristiche.

Argo: Quindi, possiamo dire che Lovecraft ha modificato la nostra Terra per creare un mondo nuovo, su cui si trovano dei luoghi incantati.

Giulia: Bella osservazione!

Argo: Secondo quale ordine logico i romanzi sono inseriti nel volume?

Giulia: L’antologia è divisa in tre parti. Nella parte prima i personaggi intuiscono solamente la presenza di extraterrestri, senza riuscire a vederli o a conoscerne la civiltà. La parte seconda presenta i mostri al lettore e lo prepara per la parte terza, in cui conoscerà la storia, i poteri e le abilità e il mondo delle creature.

C’è ancora molto da dire, ma non voglio annoiarvi o rovinarvi la sorpresa, meglio concludere così. Alla prossima settimana!

Argo: Ciao, amici!