Home / Arte & Cultura  / Le letture di Elisa & Argo  / Piccoli Lettori  / I delitti di Whitechapel

I delitti di Whitechapel

Giulia: Ciao a tutti! Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica Piccoli Lettori… come me!

Argo: Ciaoo! Prevedo che oggi ci parlerai di qualcosa di fantastico… CHE COS’È?!

Giulia: Ci hai visto giusto… Argo Holmes! Circa un mese fa è stato pubblicato il nuovo romanzo di Guido Sgardoli…

Argo: WOW! Come si chiama? Di cosa parla? Quando me lo presti?

Giulia: ARGO! Come sei impaziente! Lasciami parlare, che ti dico tutto!

Argo: Ok… scusa.

Giulia: Stavo dicendo… I delitti di Whitechapel è l’ultimo romanzo di Guido Sgardoli, scritto in collaborazione con lo storico Massimo Polidoro.

Argo: Storico?! E perché?

Giulia: È ambientato nel 1888, a Londra. La storia segue le vicende della giovane Sybil, una ricca ragazza abitante con la zia vicino Londra: sua madre la abbandonò quando era ancora molto piccola, per poi diventare una senzatetto che si arrangia nei quartieri malfamati di Londra. Sybil l’ha sempre odiata, per aver abbandonato lei, per essersene sempre fregata di tutto, ma, quando viene a conoscenza della morte di sua madre per mano dell’inafferrabile Jack lo Squartatore, il suo mondo crolla: pretende di scoprire la verità, per placare la sua sete di giustizia. Così, si trasferisce a Londra, dove svolge accurate indagini, quasi maniacali, sul caso, in parallelo con Scotland Yard…

Argo: Ma com’è possibile che a quell’epoca una donna, oltretutto molto giovane, potesse aiutare la polizia?!

Giulia: Proprio qui volevo arrivare! Nessuno le crede, tutti la vedono come una sciocca che si è messa in testa di giocare a fare la poliziotta, ma lei non si arrende: continua a lottare contro gli adulti che vogliono ostacolarla e contro l’opinione pubblica, dimostrando alla fine che tutti possiamo essere tutto. L’omicidio di sua madre le apre un mondo che non aveva mai visto: girando per Whitechapel, il posto meno appropriato per una ragazza della sua classe, frequentato da mendicanti, criminali e via discorrendo, Sybil scopre le storie di tutta questa gente. Impara che molto spesso i luoghi comuni sono delle cattive menzogne senza fondamento e che molte persone sono state ridotte alla loro attuale situazione dalle disgrazie della vita.

Argo: Verissimo. Apprezzo molto l’insegnamento che gli autori hanno voluto trasmettere ai lettori.

Giulia: Sì, in un romanzo di formazione non è solo il protagonista a subire un arco di evoluzione: grazie ad esso crescono anche i lettori e gli altri personaggi. Un esempio è la cugina Harriet, presso cui Sybil si trasferisce durante il soggiorno a Londra: grazie ai rimproveri di Sybil, riesce ad allontanarsi dai pensieri e dalle prepotenze del marito Charles, assumendo una propria personalità. È interessante seguire la sua trasformazione: da personaggio “piatto”, di fondo, quasi trasparente, assume tridimensionalità nel corso della storia. La conosciamo e, attraverso Sybil, che ci fa da “filtro”, impariamo ad empatizzare anche con lei?

Argo: Che significa “ci fa da filtro”?

Giulia: Sybil è il narratore e il protagonista della storia. Narra in prima persona, soggettivamente, svolgendo per noi il ruolo di “filtro” tra il suo e il nostro mondo: attraverso i suoi occhi e le sue orecchie, percepiamo ciò che succede intorno a lei e viviamo gli eventi come li vive lei. Noi siamo lei, niente di più e niente di meno. Se capita qualcosa di inaspettato per lei, lo è anche per noi. La pensiamo come lei: i suoi giudizi influenzano le nostre opinioni su tutto.

Argo: Come per Charles. A quanto ho capito, a lei non va molto a genio, e quindi anche la nostra opinione è negativa.

Giulia: Esatto! Quando lei è confusa, lo siamo pure noi. Ascoltate, vi leggo una citazione: « Prima di cena cercò di riordinare le idee rileggendo gli appunti del quadernetto dall’inizio, ma ottenne soltanto di ingarbugliare ancora di più i suoi già ingarbugliati pensieri. […] sua madre era morta da un mese e l’assassino non aveva commesso altri omicidi. Che avesse smesso? Che fosse fuggito temendo di essere preso? Che fosse morto? ». Quello che accade nella testa di Sybil accade anche nella nostra: si tessono mille dubbi, che ci confondono sui già confusi eventi.

Argo: Da buon giallo, sulle sue pagine regna la confusione! Aspetta, prima hai parlato di Jack lo Squartatore. Ma chi è?

Giulia: Jack lo Squartatore è stato il primo serial killer della storia, vissuto a Londra negli ultimi anni dell’800. Uccideva le donne disagiate nei modi più brutali e poi, quasi magicamente, scompariva. Non avendo mai avuto a che fare con un caso del genere, Scotland Yard è in ginocchio. Si formulano mille ipotesi, ma l’identità dello Squartatore non viene mai a galla. Se volete saperne di più, all’appendice del romanzo si trova un dossier sul caso.

Argo: Wooow! Devo andare a leggere! Ciao!

Giulia: Argo, aspetta! Sempre la solita storia! Scusatemi, amici, meglio che vada.