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I Lucci della via Lago di Giuseppe Festa

Giulia: Ciao a tutti! Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica Piccoli Lettori… come me!

Argo: Ciao! Giulia, di cosa ci parli oggi?

Giulia: Oggi vi presento il romanzo vincitore del Premio Bancarellino di quest’anno: I Lucci della via Lago di Giuseppe Festa.

Argo: Wow! Ma cos’è il Premio Bancarellino? Dal nome sembra importante!

Giulia: Lo è! È il premio conferito dai librai al romanzo per ragazzi più venduto!

Argo: Quindi, se l’hanno comprato in così tanti, dev’essere bellissimo!

Giulia: E lo è!

Argo: Perché? Spiegaci, dai!

Giulia: È il giugno del 1982. Per Mauri, la terza media si è appena conclusa, lasciando il posto alle vacanze estive che lo condurranno alle superiori. Quelli che sarebbero dovuti essere giorni da sogno, però, non tardano a trasformarsi in un incubo: cercando di pescare un gigantesco pesce, Brando, il migliore amico di Mauri, si immerge nel lago, per non risalire più in superficie.

Argo: Lo stesso anno in cui l’Italia vinse i mondiali! Bau!

Giulia: Non sapevo che tu fossi un appassionato di calcio.

Argo: Non lo sono, ma mio papà guarda sempre partite e dice che la nostra squadra, non essendo più quella di una volta, non riuscirebbe a giocare un mondiale perfetto come quello dell’82.

Giulia: Nel romanzo sono presenti riferimenti a reali partite. Tu ci hai appena dimostrato la loro ottima funzionalità allo scopo: un appassionato di calcio come tuo papà riuscirebbe ad interpretare queste indicazioni storiche e capire immediatamente che la storia è ambientata nel 1982, pure se questo dato non fosse esplicito.

Argo: Wow! Dicci qualcosa sull’impostazione del romanzo.

Giulia: Questo è un romanzo di formazione, in cui si intrecciano l’amore, il mistero e l’avventura, raccontati direttamente da un tredicenne. Infatti, è come se Mauri stesse scrivendo il suo diario personale: narra dal suo punto di vista e descrive le opinioni, i pensieri e i sentimenti provati nel corso delle vicende.

Argo: Cos’è un romanzo di formazione?

Giulia: È un genere letterario che descrive la crescita psicologica dei personaggi: nel corso della narrazione essi compiono un arco di evoluzione verso l’età adulta, affrontando prove e sperimentando nuove emozioni.

Argo: Ma il linguaggio è adatto a un Piccolo Lettore di oggi?

Giulia: Sì. Essendo un adolescente, Mauri usa un gergo molto informale, che include espressioni come «snobbato» e «col cavolo!». Così, la narrazione risulta leggera, divertente e scorrevole.

Argo: Se narra dal suo punto di vista, come facciamo a sapere cosa pensano gli altri?

Giulia: Il narratore riporta i dialoghi dei suoi amici, attraverso cui conosciamo i loro pensieri e le loro opinioni. Questo dà un grande contributo alla caratterizzazione dei personaggi e non li fa apparire “piatti” agli occhi del lettore.

Argo: Spiegaci meglio????.

Giulia: Il narratore non descrive i suoi amici, ma evidenzia solo le caratteristiche che lo colpiscono. Così conosciamo i personaggi, ma solo superficialmente: è grazie ai dialoghi che scopriamo il loro modo di vedere le situazioni e di affrontarle e i loro sentimenti.

Argo: Ma la lettura non risulta un po’ inverosimile senza le descrizioni fisiche?

Giulia: No, perché il compito spetta proprio a noi lettori: partendo dal carattere, ricostruiamo a nostro modo l’aspetto dei personaggi.

Argo: Wow! E cosa ci dici riguardo alle ambientazioni?

Giulia: Il narratore non impiega lunghe sequenze descrittive, ma ci “mostra” i luoghi  poco a poco; è come se seguissimo i movimenti di una telecamera, che inquadra le ambientazioni durante lo svolgersi delle azioni. Gradualmente, e quasi senza accorgercene, conosciamo Predore, il borgo in provincia di Bergamo in cui è ambientata la storia, e all’epilogo è come se avessimo frequentato da sempre la via Lago, le abitazioni che si affacciano su di essa e il Lago d’Iseo.

Argo: Devo leggerlo subito! Ciao a tutti!

Giulia: Perché non mi fai finire di parlare?! Scusatelo, amici: è fatto così. Vado a controllare cosa sta combinando. Ciao!