Giulia: Ciao, amici! Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica Piccoli Lettori… come me!
Argo: Ciao, amici! Giulia, nelle ultime settimane non mi hai più chiamato per le recensioni. Hai trovato un cane lettore più bravo di me?????
Giulia: Stai scherzando? Sei il cane lettore amico migliore del mondo, non potrei mai sostituirti! È che, in vista del rientro a scuola, ho dovuto completare tutti i compiti per le vacanze. Ma non ho trascurato te e la nostra rubrica: anzi, ho letto così tanto che potrei parlarti delle mie letture per giornate intere!
Argo: Menomale, mi stava per venire un colpo al cuore! Non vedo l’ora di conoscere tutti i libri che hai letto! Ah… dimenticavo: buon rientro! E, mi raccomando, studiate e impegnatevi!
Giulia: Come prima cosa, ho terminato di leggere i racconti di Lovecraft e i loro adattamenti manga a opera di Gou Tanabe. Ed è ancora di questi che parleremo oggi, concludendo così anche l’analisi del ciclo di Cthulhu.
Argo: Nooo! Quindi, non ci parlerai più di Lovecraft?????
Giulia: C’è ancora molto da dire, ma non posso certo anticiparvi tutto: vi rovinerei la lettura. Abbiamo analizzato insieme i racconti più famosi, ma ora tocca a voi cogliere tutte le sfumature della letteratura lovecraftiana e confrontarla con i volumi di Gou Tanabe, seguendo la vostra immaginazione.
Argo: Ok, è giusto così. Però è stato molto interessante e divertente!
Giulia: È vero, mi sono divertita tantissimo anch’io!
Argo: Ma non intristiamoci subito, devi ancora parlarci di un altro racconto. Di cosa si tratta?
Giulia: Dagon, scritto nel 1917, e L’abitatore del buio, del 1935, sono due dei tasselli fondamentali del mondo di Lovecraft.
Argo: Wow, sono addirittura due! Sono pubblicati nello stesso volume manga?
Giulia: Sì, perché si somigliano molto.
Argo: Spiegaci meglio.
Giulia: Le storie si svolgono in circostanze simili.
In entrambe i protagonisti si imbattono nei mostri a causa del loro mestiere: in Dagon il protagonista, un militare americano, naufraga su una terra abitata da creature mostruose; mentre L’abitatore del buio racconta di un giovane artista, che, per trovare ispirazione, si trasferisce inconsapevolmente nei pressi di un luogo infestato. Esplorando le ambientazioni, trovano idoli fosforescenti, un tempo adorati da un culto sconosciuto.
I protagonisti descrivono minuziosamente le vicende in un diario.
Anche le parti finali sono analoghe. Su quelle, però, non posso dire niente: non si spoilera!
Argo: Per favore, sono troppo curioso!
Giulia: Mi dispiace, ho la bocca cucita!
Argo: Uffa… prosegui pure.
Giulia: Come rientra nello stile di Lovecraft, non ci sono i dialoghi: la narrazione è composta esclusivamente da lunghe sequenze descrittive e d’azione.
Le storie si svolgono perlopiù in luoghi reali, come San Francisco e Providence, che vengono modificate in funzione delle esigenze narrative. Le ambientazioni, quindi, sono verosimili o fantastiche.
Sia quelle chiuse che quelle aperte sono buie e desolate, in modo da inquietare il lettore.
Le descrizioni dei luoghi sono molto accurate e ricche di aggettivi, mentre quelle degli esseri viventi non sono presenti.
Argo: Ho notato che gli horror sono spesso ambientati in luoghi isolati. Perché?
Giulia: L’uomo ha paura dell’isolamento e della solitudine, perché da solo è vulnerabile. Gli scrittori sfruttano ciò per creare una situazione di angoscia. Infatti, il lettore vorrebbe urlare ai personaggi di fare attenzione, vorrebbe avvisarli del pericolo imminente.
Argo: Bello! In questi racconti leggo spesso del Necronomicon e di altri titoli stravaganti. Cosa sono e cosa c’entrano con Lovecraft?
Giulia: Ops, avevo proprio scordato di parlarvene.
I “titoli stravaganti” sono degli pseudobiblion. Si tratta di opere letterarie inesistenti, ma citate come se fossero reali; in pratica è una bibliografia falsa che l’autore ha costruito per dare un fondamento di realismo ai suoi racconti. Il Necronomicon è il testo di magia nera per antonomasia. È ben contestualizzato, sia a livello storico che geografico, tanto che molta gente lo crede reale e lo sta cercando da anni.
Argo: Wow! Quali sono le differenze tra originali e manga?
Giulia: Gli adattamenti mantengono gli intrecci dei romanzi: in Dagon le vicende sono raccontate in un flashback dal protagonista, in prima persona; mentre in L’abitatore del buio è presente un teaser, che viene riportato nel manga così com’è nel romanzo. Alcune frasi vengono riprese dal romanzo senza essere modificate, soprattutto all’inizio del volume.
Ovviamente, tutte le sequenze descrittive e d’azione sono sostituite dai disegni e supportate dai dialoghi. I personaggi aggiungono pochi dettagli all’originale, senza, tuttavia, cambiare gli eventi.
L’originale di L’abitatore del buio è narrato in terza, mentre nel suo adattamento il flashback è in prima e il prologo e l’epilogo sono in terza.
Amici, sono davvero stanca, vado a riposare. Ciao!
Argo: Vengo con te. Alla settimana prossima!