Calcolosi renale: la natura ci viene in soccorso

Oggi parliamo di litiasi, più comunemente nota come “calcolosi renale”, una condizione che colpisce ogni anno il 6% della popolazione e che è causa di una sintomatologia altamente dolorosa, associata spesso a sanguinamento durante la minzione, che può peggiorare in emorragia e provocare infezioni urinarie.

La prima cosa da fare quando sopraggiunge un attacco di colica renale è ovviamente tentare di allentare la morsa del dolore: a questo scopo il vostro medico o il farmacista di fiducia vi consiglierà un antispastico e/o un antidolorifico idoneo, in relazione all’entità del fastidio.

Superata la fase acuta, il problema va trattato: l’obiettivo è quello di favorire lo sfaldamento dei calcoli e la loro eliminazione attraverso le urine, senza che il loro passaggio provochi dolore e sanguinamento. Bere tanto, oltre i canonici due litri di acqua al giorno, è il minimo, è proprio la base di partenza: se non riusciamo a bere l’acqua come tale, aiutiamoci con tisane e infusi.

A questo proposito, ci sono dei rimedi fitoterapici che vengono efficacemente utilizzati nella pratica medica e che fanno giusto al caso nostro.

I più noti e utilizzati sono:

  • Le cosiddette “erba spaccapietra”: sono due, la Cedracca o Erba ruggine (Ceterach officinarum), e la Phyllantus niruri. La prima è tipica dell’Europa centrale e dell’Asia, cresce nelle regioni a clima mite, in stazioni secche e calde e si trova generalmente su rocce e muri a secco; la seconda è endemica in zone a clima tropicale, in Amazzonia e in altre foreste pluviali, ma è facile da trovare anche in zone asciutte, dal Brasile al Texas.

I loro estratti, contenenti flavonoidi, tannini e terpeni, sono utilizzati nel trattamento della litiasi in tisane e infusi o in preparati farmaceutici, da soli o in associazioni ad altri fitoterapici, in quanto sono in grado di ridurre la dimensione dei calcoli, assottigliarli e favorirne l’eliminazione. Inoltre ne sfavoriscono la formazione, evitando l’aggregazione dei cristalli di ossalato e fosfato di calcio.

  • Il Cranberry o mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpon) viene utilizzato in pazienti che soffrono di recidive, in quanto è risultato utile nel ridurre la quantità di Calcio ionizzato nelle loro urine, per cui contrasta la formazione dei calcoli. Il Cranberry trova applicazione anche nel trattamento, in acuto o in prevenzione, delle infezioni delle vie urinarie perché impedisce l’adesione dell’agente patogeno all’epitelio della vescica e ne favorisce la rimozione. Esistono però due controindicazioni d’uso: non può essere assunto da chi è in terapia anticoagulante con warfarin e da coloro che sono in trattamento con inibitori di pompa protonica.

Benissimo, abbiamo visto come trattare la calcolosi renale, ma se provassimo a evitarla proprio? Non sarebbe fantastico?

Come vi dico sempre ˗ ma perché lo suggeriva uno più furbo di me che non a caso è noto come il padre della medicina, tale Ippocrate ˗ occhio a quello che mangiamo perché, se siamo bravi, possiamo sfruttarlo a nostro vantaggio, altrimenti il cibo può diventare pericoloso al pari di qualsiasi veleno.

I calcoli renali sono composti da ossalato e fosfato di calcio e la loro formazione dipende proprio da ciò che mangiamo: per contrastarla dobbiamo aumentare l’apporto di fibre e il consumo di acqua oligominerale e ridurre l’assunzione di zuccheri raffinati, alcool, proteine animali, grassi e sale.

Dal mio angoletto anche per questa settimana è tutto.

            #prendetevicuradivoi

Dr.ssa Claudia Cocuzza