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Il fascicolo sanitario elettronico (fse): La nostra storia clinica in un click

Il 2020 ci ha costretti a stravolgere le nostre abitudini: più nolenti che volenti, abbiamo imparato a cambiare il modo di affrontare molte delle nostre attività quotidiane e, anche con un po’ di stupore, abbiamo scoperto che alcune di queste attività si possono svolgere in maniera più pratica e veloce.

In una parola, molte di queste operazioni sono diventate smart e non abbiamo neanche impiegato così tanto nel processo di conversione.

Per esempio, andare dal medico per farsi prescrivere un farmaco significava mettersi in questa prospettiva: o delegare qualcuno e piazzarlo nella sala d’attesa dell’ambulatorio per un paio d’ore buone, magari nel frattempo facevi pure in tempo a liberarti e incontrare il medico di persona; oppure prendersi una mezza giornata libera.

Magari sto esagerando, e i vostri medici sono stati sempre ben organizzati; oppure non sto esagerando per niente, e quello che sto raccontando è molto vicino alla realtà, almeno fino a marzo di quest’anno.

Dal primo lockdown ecco che non è stato più necessario fare la fila dal medico: come per magia, muniti di smartphone, è bastato andare in farmacia, mostrare al farmacista la mail ma anche il messaggino whatsapp che il nostro medico ci ha inviato e puff! ecco materializzarsi la nostra ricetta. Il farmacista è stato infatti abilitato a scaricare dal Sistema Tessera Sanitaria le prescrizioni dematerializzate inserite dal medico e può fornire anche questo servizio (gratuito) ai propri clienti.

E allora, se era così semplice, perché non è stato fatto prima?

Che vi devo dire, di necessità si fa virtù, lo sappiamo.

Ovviamente questo modo di operare ha senso se parliamo di terapie croniche: se tutti i mesi prendo la pillola antiipertensiva o ipoglicemizzante, ci sta che qualche volta eviti di andare dal medico; ma il rapporto medico-paziente è insostituibile e non si limita alla mera prescrizione periodica/occasionale di farmaci o analisi di laboratorio.

Perché vi sto parlando di questo?

Perché, in realtà, la digitalizzazione della sanità italiana è stata già avviata anni e anni fa ma la contingenza della pandemia ne ha accelerato l’applicazione pratica.

Oggi sappiamo che se un paziente veneziano si trova in vacanza al mare da me, in Sicilia, non deve disperarsi se ha dimenticato a casa la pillola per tenere a bada il colesterolo: basta chiamare il proprio medico, farsi inviare la ricetta e questa prescrizione è valida su tutto il territorio nazionale. Non solo, il paziente pagherà la quota a suo carico come se si trovasse nella sua farmacia di fiducia a Venezia, cioè pagherà la quota imposta dalla propria Regione, non di quella che materialmente sta erogando la prestazione.

Ora, vi sto descrivendo la situazione relativa al settore farmaceutico, ma, più in generale, tutte le informazioni che riguardano il cittadino in quanto assistito dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) sono contenute e facilmente consultabili da tutti gli operatori sanitari autorizzati nel FSE.

È come se ognuno di noi avesse una cartella medica su un desktop che il medico di base o lo specialista può consultare all’occorrenza.

Per attivarlo e dare il consenso alla sua consultazione da parte degli operatori sanitari abbiamo diverse possibilità:

  • Online, su www.fascicolosanitario.gov.it;
  • Recarci presso i presidi territoriali della nostra ASP di appartenenza;
  • Chiedere al medico di base o pediatra o di libera scelta.

Il fascicolo contiene un nucleo minimo, costituito da: dati del paziente; profilo sanitario sintetico, che viene aggiornato dal medico di base e racchiude la storia clinica del paziente; dossier farmaceutico, quindi terapie croniche o eventuali allergie; consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti.

Questo permette all’assistito una maggiore libertà nella scelta della cura e nella condivisione delle informazioni; inoltre, l’accesso al FSE da parte dei professionisti sanitari, in special modo in situazioni di emergenza, consente di conoscere tutto ciò che è necessario per intervenire con prontezza.

Esiste poi una sezione, il Taccuino personale, che può essere aggiornata autonomamente dal cittadino inserendo dati riguardanti cure e prestazioni fornite da strutture non convenzionate con il SSN, in maniera da rendere pienamente esaustivo il quadro relativo al proprio percorso clinico.

Ora vi dico una cosa: la teoria è questa, la pratica è una variabile dipendente dalla regionalità della sanità. Ma la pandemia ci ha insegnato che, se abbiamo necessità che qualcosa venga fatto velocemente, in barba alle lungaggini burocratiche, si fa.

Quindi, da Nord a Sud…non disperiamo.

Anche per questa settimana dal mio angoletto è tutto.

Alla prossima!

Dr.ssa Claudia Cocuzza