Lo scheletro è l’impalcatura del nostro corpo.
Protegge gli organi interni e ci permette, insieme ai muscoli, di deambulare.
Le nostre ossa però vanno mantenute in buona salute, se vogliamo evitare di andare incontro a una patologia molto comune e altamente debilitante: l’osteoporosi.
In Italia ne soffrono circa cinque milioni di persone, di cui l’80% di sesso femminile; considerando solo le donne, ne è colpito il 50% delle over 70.
La cura delle nostre ossa va messa in pratica dalla nascita, iniziando dal corretto apporto di calcio: si inizia con gli 800 mg necessari ai bambini piccoli per passare ai 1000 mg/die da assumere mediante la dieta. Le fonti principali di calcio sono sicuramente i latticini, da preferire in forma light per evitare l’eccesso di grassi, ma possiamo aiutarci anche mediante acque opportunamente mineralizzate.
Consideriamo inoltre che le ossa vanno incontro a processi di costruzione e demolizione continua, fino a circa 40 anni, mantenendo così un certo equilibrio; dopo i 40 anni, il processo di rimodellamento diventa meno efficiente, lasciando prevalere quello di riassorbimento osseo: quindi la concezione prevalente nell’immaginario collettivo femminile, e cioè che la donna debba prendersi cura delle ossa solo una volta entrata in menopausa, è errata.
Come intervenire?
Come diciamo sempre, ponendo particolare attenzione alla dieta: in questo caso, al corretto apporto giornaliero di Calcio.
Oltre l’alimentazione, è importante adottare stili di vita corretti: alcool e fumo sono nemici della salute delle ossa, mentre importantissima è l’attività fisica. A questo proposito, l’età in cui viene praticata è fondamentale, perché questo è uno di quei casi in cui ciò che si è perso non si recupera: fino all’adolescenza, l’esercizio fisico garantisce una maggiore densità ossea rispetto all’inattività. Anche in età adulta, ovviamente, mantenersi fisicamente attivi è utile, ma nella prospettiva di rinforzare la muscolatura in modo da rinsaldare il binomio muscolo/osso, non più in quella di rafforzare le ossa in sé.
Prendere la giusta “dose” di sole quotidiano è fondamentale: la produzione di Vitamina D da parte della pelle viene stimolata dall’esposizione alla luce solare. La sua funzione è quella di permettere l’assorbimento intestinale di calcio e viene assunta tramite l’alimentazione solo per il 20%, il resto dipende dalla produzione endogena e quindi dalla corretta esposizione solare. Per permettere al nostro corpo di produrre la quantità giusta di Vitamina D dovremmo stare al sole per almeno un’ora al giorno, tutti i giorni, con viso e arti scoperti. Il fatto che i Paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia) abbiano una percentuale più alta di malati di osteoporosi rispetto a quella dei Paesi Nord Europei è noto come “paradosso svedese” e la dice lunga su come stiano cambiando ‒in peggio‒ le nostre abitudini.
Ultimo accenno su alcune condizioni ginecologiche che posso inficiare la salute ossea e a cui occorre prestare particolare attenzione: amenorrea da stress, gravidanza, menopausa precoce, sono tutte condizioni in cui l’organismo subisce un crollo ormonale da estrogeni che si ripercuote sulla massa ossea.
Dal mio angolo anche per questa settimana è tutto.
Buona Pasqua,
dr.ssa Claudia Cocuzza