Home / BenEssere  / L'angolo del Farmacista  / Lo strano caso dell’antibiotico introvabile

Lo strano caso dell’antibiotico introvabile

Nelle ultime settimane nelle farmacie italiane si è verificata l’improvvisa indisponibilità di una serie di principi attivi, la maggior parte dei quali rientrano nella categoria degli antibiotici macrolidi – sto parlando dell’azitromicina – ma anche ad altre famiglie di antibiotici, per non parlare della forma farmaceutica in sospensione, adoperata per la cura delle infezioni batteriche in età pediatrica.

In pratica è stato impossibile soddisfare la richiesta dei pazienti in cerca di antibiotici, soprattutto se destinati ai bambini.

Cos’è successo?

È successo che siamo nel pieno della quarta ondata della pandemia, la prescrizione di antibiotici ha subito un’impennata vertiginosa e le aziende produttrici sono andate in rottura di stock, per cui, di conseguenza, la farmacia non ha potuto soddisfare questa richiesta.

Richiesta ingiustificata.

È questo il punto su cui mi preme far chiarezza: l’impiego di antibiotici non trova indicazione né tanto meno raccomandazione nella cura dell’infezione da Covid.

Il motivo è semplice, quasi banale e intuitivo: il Covid è un virus, l’antibiotico agisce sui batteri, motivo per il quale non esiste nessun vantaggio nell’uso dell’antibiotico nel trattamento di un’infezione la cui eziologia è virale.

Esistono poche eccezioni a questa regola inconfutabile: in presenza di infezione virale, l’antibiotico si prescrive a una ridotta percentuale di pazienti per i quali esiste il rischio concreto di sviluppare una sovrainfezione, in questo caso polmonare, di tipo batterico. Sono pazienti polipatologici o con serie compromissioni del sistema immunitario, che, secondo una stima dell’Aifa, rappresentano non più del 2% dei malati Covid attualmente presenti in Italia.

L’assunzione ingiustificata da reale necessità, ovvero al di fuori delle indicazioni terapeutiche, è rischiosa perché alimenta il fenomeno dello sviluppo di antibiotico resistenza, vale a dire: quando realmente avremo bisogno di fare terapia antibiotica, la probabilità che risulti inefficace è molto alta in quanto i batteri si saranno modificati in modo da difendersi dall’attacco del farmaco.

I batteri sono furbi, c’è poco da fare.

Anzi, una cosa da fare c’è: ricorrere all’antibiotico solo quando siamo sicuri di aver contratto un’infezione batterica. Se poi riusciamo a fare un’indagine sul tipo di agente patogeno e utilizzare l’antibiotico specifico, è ancora meglio.

Prima di iniziare una terapia antibiotica con un farmaco che avete già in casa – e che non dovreste avere, perché se vi è stato prescritto un antibiotico e avete fatto la cura come si deve, non dovrebbe esservi rimasto nulla – consultate il vostro medico o il vostro farmacista di fiducia.

Spero di aver risposto in maniera chiara a una delle domande che mi sono state rivolte più spesso nelle ultime settimane.

Anche per questa settimana dal mio angoletto è tutto.

#prendetevicuradivoi

Dr.ssa Claudia Cocuzza

Sono una farmacista e una scrittrice. La domanda è: con due figlie, un marito, un cane e un lavoro così impegnativo, come fai anche a leggere, studiare e scrivere? Facile: non saprei vivere senza tutto questo.