Come ci cureremo tra vent’anni?
Sì, siete sul “L’angolo del farmacista”, non avete sbagliato rubrica.
Non è un esperimento sociologico e neanche il trailer di un film di fantascienza.
Questa è una domanda più che lecita, se consideriamo che la nostra è una società che invecchia e che le aspettative di vita sono proiettate in avanti con l’età.
Il progresso rapidissimo della scienza e della tecnologia applicata alla diagnostica e all’industria farmaceutica rendono realistica, in un futuro a breve termine, la capacità di individuare per ciascuno di noi una terapia ad hoc, che risponda non solo alle necessità di far fronte alla patologia in atto ma anche di farlo prendendo in considerazione le peculiarità che sono dettate dal nostro personalissimo patrimonio genetico.
Inoltre, molte delle patologie per cui oggi la mortalità è ancora alta ˗ pensiamo ad alcuni tipi di tumore ˗ troveranno una cura adatta proprio in virtù dell’intervento dell’ingegneria genetica e gran parte della popolazione si troverà a convivere con malattie gestibili come croniche.
A queste si sommeranno, come già accade, quelle scaturite dagli stili di vita sbagliati dettati dalla cosiddetta “società del benessere”, quali diabete e ipertensione ma, prevedibilmente, visto lo stress crescente a cui siamo e saremo sopposti, anche stati d’ansia e sindromi depressive.
Perché vi sto raccontando tutte queste cose?
Perché, se il quadro che si prospetta è questo, possiamo prepararci fin da ora, come singoli e come società: interventi di prevenzione basati sugli stili di vita possono generare un miglioramento delle condizioni generali di salute e, come conseguenza, un abbattimento dei costi della spesa farmaceutica e di ospedalizzazione secondo un approccio olistico associato al concetto generale di salute.
Quindi, torniamo sempre lì: prendiamoci cura di noi, utilizziamo il cibo come se fosse una medicina ˗ non un riparo né qualcosa da cui rifuggire ˗ dedichiamo del tempo a chi e a cosa ci fa stare bene: tutto questo ci permetterà di mettere da parte un tesoretto di salute da cui attingeremo quando non saremo più dei ragazzini.
In conclusione, confidiamo nei progressi della scienza, ma i principi della medicina di Ippocrate restano validi oggi come allora.
#prendetevicuradivoi
Dr.ssa Claudia Cocuzza