Sindrome dell’intestino irritabile (IBS): continuiamo a parlarne
La scorsa settimana abbiamo parlato di un disturbo altamente invalidante, i cui sintomi si manifestano prevalentemente a carico dell’intestino ma che origina da una serie di concause.
L’alterazione della permeabilità della mucosa intestinale, con conseguente attivazione del MALT (porzione del sistema immunitario rappresentata a livello delle mucose), infatti dipende da fattori quali disbiosi, scorretta alimentazione, stile di vita frenetico, uso prolungato di farmaci, tra cui soprattutto antibiotici.
La terapia convenzionale si basa sull’utilizzo di farmaci che agiscono sul sintomo: parliamo di antidiarroici o lassativi, in funzione della manifestazione del momento, e probiotici. Il problema è che entrambi possono provocare l’effetto secondario opposto, ovvero l’antidiarroico può causare momentanea stipsi così come il lassativo potrebbe comportare diarrea temporanea, e a ogni modo la causa non viene trattata; per quanto riguarda i probiotici, come ormai avrete imparato, è indispensabile mantenere la corretta composizione della flora batterica residente, ma questo discorso vale sempre, non si può cercare di correre ai ripari quando la sintomatologia a carico dell’intestino è importante, perché l’effetto ricercato non potrà mai essere immediato.
Studi recenti hanno dimostrato che diverse sostanze di origine vegetale sono in grado di proteggere la mucosa intestinale, riuscendo così a controllare l’infiammazione e a modulare la risposta immunitaria.
Si tratta principalmente di miscele di polisaccaridi e polifenoli che formano una pellicola protettiva sulla mucosa intestinale, alleviando il gonfiore e il dolore addominali, mentre promuovono il ripristino della sua funzione barriera.
Come di consueto, vediamo quali alimenti affiancare al trattamento farmacologico.
In caso di diarrea, è più importante bere che mangiare, perché il rischio principale è la disidratazione e la perdita di sali minerali. Allora cerchiamo di bere e, oltre l’acqua, possiamo aggiungere soluzioni reidratanti, brodo vegetale, infusi di camomilla, malva o finocchio, ad azione antispasmodica. Per quanto riguarda i cibi solidi, è possibile mangiare riso, orzo, miglio, grano saraceno, carote e patate (azione regolatrice della motilità intestinale e antifermentativa) e cibi secchi, quali pane, gallette, grissini e crackers.
Superata la fase acuta, l’obiettivo è quello di riportare l’eubiosi, quindi rivolgetevi al vostro farmacista di fiducia e vi indicherà un fermento lattico adatto allo scopo.
In caso di diverticolite e meteorismo, le fibre vanno dosate perché, se da una parte sono utili in quanto mantengono la correttezza della peristalsi, dall’altra parte possono peggiorare la sintomatologia. Gli alimenti da prediligere in questo caso sono: il riso integrale che, insieme a spezie quali lo zenzero e la curcuma, ha azione antiinfiammatoria; oli ricchi in acidi poliinsaturi, quali quelli di lino e canapa; erbe aromatiche, come cumino, anice e finocchio, che stimolano la digestione; è opportuno evitare invece il latte di origine animale, sostituendolo con latticini vegetali, soprattutto yogurt, per il suo contributo in fermenti lattici.
Infine, in caso di stipsi, bisogna assumere frutta e verdura di stagione, insieme a cereali integrali, per incrementare l’introduzione di fibre. Bisogna ricordare che però le fibre, senza acqua, non rigonfiano quindi rischiamo di ottenere l’effetto opposto se non beviamo a sufficienza, ovvero malloppone indigesto e immobile a livello intestinale.
Anche in questo caso è fondamentale mantenere il corretto equilibrio della flora batterica (ricordo alle donne la contiguità anatomica tra intestino e apparato urogenitale, con conseguenti manifestazioni batteriche/micotiche a carico di questo distretto corporeo), quindi il ricorso a cicli di probiotici è sempre vivamente consigliato.
Come sempre, lungi da me voler considerare esaustiva questa chiacchierata, vi raccomando: #prendetevicuradivoi
Dr.ssa Claudia Cocuzza