È curioso come ancora oggi alcune persone mi chiedano se ci sia una differenza tra Champagne e Prosecco, quindi è giusto fare chiarezza sull’argomento e prendere consapevolezza della forza produttiva della nostra meravigliosa penisola.
La differenza c’è ed è abissale. Scopriamo perché. Lo Champagne nasce intorno agli inizi del XVIII secolo (la cui scoperta casuale è stata raccontata nell’articolo precedente sulle curiosità del vino) in Francia, nell’omonima regione dello Champagne che gli dà il nome, una delle regioni francesi più importanti per la produzione del vino. I secoli di esperienza dei produttori hanno permesso a questo prodotto di radicarsi nella cultura mondiale grazie a ingegnose campagne di sponsorizzazione sin dagli inizi del 1800.
Le differenze principali con il prosecco sono nel metodo di produzione: lo Champagne si produce con il “metodo classico”. Le uve utilizzate sono il Pinot Noir, Pinot Meunier e lo Chardonnay. Nel caso di questo vino la rifermentazione delle uve avviene in bottiglia, attraverso l’introduzione di zuccheri e lieviti selezionati (liqueur de tirage). Attraverso questa rifermentazione l’anidride carbonica che viene prodotta aumenta la pressione del vino. Le bottiglie vengono posizionate su dei cavalletti, con il tappo leggermente rivolto verso il basso e vengono fatte riposare fino a giungere alla fase del “reumage”, che consiste nella ripetuta rotazione di queste, facendo scivolare i lieviti esausti verso il tappo. Una volta finito questo processo, viene fatto congelare il tappo dove finiscono i residui e viene espulso tramite la pressione interna della bottiglia. La parte eliminata viene sostituita con uno sciroppo di vino e zucchero (liqueur d’expédition, da non confondere con liqueur de tirage ossia i lieviti).
Il prosecco invece nasce intorno agli anni ‘70 del ‘900 e diviene noto intorno agli anni ‘90 con la denominazione IGT (indicazione geografica tipica). Nonostante la sua giovane età il Prosecco in poco tempo è divenuto il vino italiano più esportato all’estero, tanto da superare per numero di bottiglie vendute lo champagne nel 2014. La bellezza delle zone di produzione del Prosecco ha fatto sì che l’Unesco le abbia inserite nell’elenco dei patrimoni dell’umanità. La tipologia di uve per la produzione di Prosecco si chiama “Glera” e il nome Prosecco deriva dal primo luogo di nascita di questo vino, un quartiere di Trieste chiamato appunto Prosecco. Questo vino a differenza dello Champagne viene prodotto con il metodo Martinotti-Charmat, valido per la produzione di vini spumanti mediante la rifermentazione in un grande recipiente chiamato autoclave, anziché nelle bottiglie. Una volta che il vino viene filtrato e travasato nelle autoclavi vengono inseriti i lieviti selezionati che permettono la rifermentazione.
Questo metodo ha una maggiore facilità produttiva rispetto a quello classico per le tempistiche. Il tempo di lavorazione varia dai quindici ai venti giorni, rispetto a quella dello Champagne che può durare anche uno o due anni. Dunque, non si possono assolutamente comparare questi due tipi di vini per le differenze di produzione che necessariamente portano ad una diversità olfattiva e gustativa. Ciò di cui possiamo essere fieri è che, nonostante la nascita del Prosecco sia avvenuta solo di recente rispetto a quella dello Champagne, siamo stati in grado di proteggere questo prodotto e di renderlo unicamente italiano, (come non è successo per altri vini tipo il Tocai), tanto che si può produrre solamente in una particolare zona del Veneto e del Friuli. Visti lo sviluppo e i risultati conseguiti nel tempo da questo nostro prodotto, ci auguriamo che continui a darci queste grandi soddisfazioni, cercando anche noi di acquisire la giusta consapevolezza della forza del nostro bellissimo Paese.
Giovanni Bonaldi (Sommelier)