Le gemme e i nomi di Dio

C’era un legame fra le gemme del pettorale di Aronne e le tribù di Israele e c’era anche un’altra relazione che conoscevano solo gli iniziati. Questa relazione si riferiva ai diversi attributi del nome di Dio e riguardava le pietre.
Così la corniola corrispondeva a Melehk (Re) – il topazio a Gomel (Compensatore) – lo smeraldo ad Adar (Magnifico) – l’acquamarina a El Hai (Dio Vivente) – lo zaffiro ad Ayin (Fonte, Occhio) – il rubino a Eloah (Dio Forte) – lo zircone a Elohim (Egli, gli dèi) – l’agata a El (Forte) – l’ametista a Iaho (Dio) – il crisolito a Isch tov (Uomo buono) – l’onice a Adonai (Mio Signore) e il diaspro a Ihovah (Sono colui che sono)-

La Bibbia racconta che non solo il pettorale, ma anche tutto il vestiario del sommo sacerdote fu dettato da Dio a Mosè in modo molto dettagliato: ” E parlerai tu stesso agli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l’esercizio del sacerdozio in mio onore” (Esodo 28,3).

Vediamo quindi che l’abbigliamento era fatto di “oro, porpora violetta, porpora scarlatta, cremisi e bisso ritorto” e aveva sui due lati del sopraomerale “due pietre di onice sulle quali inciderai i nomi dei figli di Israele, sei nomi su ogni pietra” (Esodo 28,9-10). Sull’orlo inferiore “porrai melagrane di porpora violetta, porpora scarlatta e cremisi, alternando a queste dei sonagli d’oro tutto attorno; un sonaglio d’oro e una melagrana, un sonaglio d’oro e una melagrana sui bordi del manto, tutto attorno” (Esodo 28,33 – 34).
Le “melagrane” erano evidentemente pietre preziose; forse lapislazzuli, zaffiri o ametiste.

All’origine della notevole importanza che hanno acquisito le pietre e le gemme fra i primi cristiani c’era proprio il mito della Gerusalemme celeste, unito a quello del pettorale di Aronne.
Infatti, un gran numero di gemme incise con i simboli dell’agnello e del pesce sono state ritrovate nelle catacombe. In seguito gli oggetti di culto, come ad esempio i calici, iniziarono ad essere adornati di gemme per il simbolo intrinseco che rappresentavano. Il fonte battesimale era fatto di marmo, onice o alabastro, così come la tavola dell’altare. In seguito il culto delle pietre prese sempre più importanza fino ad arrivare ai lapidari del medioevo, che erano opere di carattere didascalico in cui venivano descritte le proprietà esoteriche, curative e talismaniche delle pietre in relazione con l’astronomia e l’astrologia.

Tornando al pettorale di Aronne, un mistero che non è ancora stato spiegato, ancor più di quello delle dodici pietre, è rappresentato dalle due pietre chiamate URIM e TUMMIM, che non sono state identificate. In realtà pare si trattasse delle due grandi gemme che fissavano il pettorale. Questo sembra coincidere con il testo biblico: ” Nel pettorale del giudizio porrai l’urim e il Tummim, perché stiano sul cuore di Aronne al momento di presentarsi davanti a Dio; porterà, quindi, costantemente sopra il suo cuore il giudizio dei figli di Israele” (Esodo 28,30).
Alcuni esperti invece sostengono che si trattava di alcune pietre che il sacerdote portava in una borsa appesa al pettorale, e il cui uso sembra essere stato oracolare. Secondo alcuni indizi, si trattava di due pietre scintillanti, che il sommo sacerdote guardava fissamente per raggiungere l’estasi ed essere così il portavoce della volontà di Dio.

Maura Luperto